Laurea Honoris Causa conferita ad Alice Waters dall’UNISG di Pollenzo

0
1148

Venerdì 22 giugno 2018 l’Università di Scienze Gastronomiche ha conferito la Laurea magistrale Honoris Causa in Promozione e Gestione del Patrimonio Gastronomico e Turistico a Alice Waters, una delle più influenti figure mondiali della gastronomia e pioniera nel campo della promozione dell’educazione al cibo nelle scuole.

Il rettore Andrea Pieroni ha introdotto il pomeriggio spiegando: “La visione della nostra Università ha al centro la sovranità e i diritti delle comunità di realizzare il proprio sistema alimentare. Qui cerchiamo di articolare la formazione, la ricerca e la terza missione non per studiare il cibo fino a sé stesso, ma per coglierne il capitale per trasformare l’esistente e realizzare la piena sovranità alimentare. Al fine di implementare questa visione, c’è un punto imprescindibile che è quello dell’altruismo. L’Università è luogo dello scambio, della ricerca e della vitalità spirituale per migliorare il mondo che ci circonda. E’ quindi necessario che l’Università si dia da fare per rendere concrete le sue azioni. Dunque l’Università deve generare un atteggiamento proattivo: un fare che è anche esperire, che rende la gastronomia non più oggetto o anche relazione, ma processo nel tempo”.

 

Ha quindi proseguito: “Alice è stata la persona che con poche altre è riuscita a cambiare il foodscape del contesto americano. La sua è stata anche una forma di coraggio civile, un’espressione poco usata nella letteratura italiana. L’espressione ‘courage civil’ nasce nel 1935 in Francia e espande la sua dimensione nei paesi di lingua tedesca come ‘civil courage’. Il food activism è l’essere proattivi per l’azione per cambiare il sistema alimentare. Il politologo Gerd Meyer di Tubinga definisce ‘civil courage’ il comportamento socialmente responsabile che si estrinseca quando vengono violati i valori fondamentali di una comunità. Il ‘civil courage è qualcosa che si dovrebbe mostrare nonostante i vantaggi che si possono avere, come individui di una comunità che decide di tutelare gli interessi collettivi. Gerd Meyer divide il ‘civil courage’ in tre forme: quello della persona ossia l’autodifesa, la seconda forma è il non stare fermi e zitti su una sedia e agire e la terza forma è lo schierarsi senza se e senza, ma per i valori comuni. Anche noi non dobbiamo stare fermi! Grazie Alice Waters!“.

 

La laudatio è quindi stata tenuta dal prof. Nicola Perullo, docente di Estetica, che ha rintracciato nell’operato e nella missione di Alice Waters, importanti riferimenti etici e culturali.

Il luogo dove dovremmo celebrare Alice Waters è un giardino che non è solo un luogo di contemplazione estetizzante. Ce lo ha insegnato Alice Waters stessa. Né è uno spazio di tutto riposo. Il giardino è, letteralmente, una scuola: skolé in greco era dove si andava a pensare liberamente e a condividere idee con gli altri – non era la scuola come istruzione, ma era una palestra di educazione. Nel giardino ci stiamo per educarci e dunque anche per educare. L’educazione, a differenza dell’istruzione, che segue le regole, è in qualche modo sempre rivoluzionaria, perché le regole le fa man mano insieme a chi vi partecipa. Quindi l’educazione è più vegetale. Quindi il giardino è la scuola, la palestra dell’educazione“.

 

Ha poi aggiunto Perullo: “Alice Waters ha lavorato sul buono e sul bello, sul piacere, sul sapere e sull’agire a partire dal cibo. Anche Chez Panisse, il suo ristorante nato nel 1971, non è mai stato solo un ristorante, ma un progetto di vita – di una vita integrale, nel senso preconizzato da Goethe e da Schiller: una vita estetica, conoscitiva, etica e sociale. Quindi politica. Chez Panisse fu una comunità che, attraverso il cibo, per mezzo e grazie al cibo, promosse la fioritura umana a tutto tondo. Dunque, un’idea universale e rivoluzionaria: riprendere l’unione del bello e del buono facendola fiorire in giardino“.

 

Per concludere affermando: “Alice Waters è una grande educatrice perché è una grande comunicatrice, e viceversa: in giardino le relazioni sono sempre biunivoche, reciproche. Ma per comunicare si può partire sia dalla poesia delle parole che dalla poesia dell’azione. Alice Waters è partita dall’azione: non solo cucinare, ma anche coltivare. Coltivare un orto è una pratica estetica perché consente di educarsi al sentire con il mondo; consente di ritmare e di accordare un agire ai ritmi e ai modi legati al tempo, alla stagione – ci fa sentire collegati, connessi, legati. Coltivare un orto e un giardino è un’azione etica ed estetica che si basa sulla responsabilità, che è la capacità di rispondere e corrispondere (responsabile vuol dire, letteralmente, saper rispondere). Ancora una volta, tutto questo ci riporta in giardino. Il giardino, colto o incolto che sia, è là dove si sviluppano con più evidenza le reti, le relazioni orizzontali, la “democrazia vegetale” come è stata anche chiamato da Stefano Mancuso. Dobbiamo prendere sul serio questo paradigma, farlo nostro, come progetto di vita sostenibile, quindi felice. Un andare verso e tornare verso una vita tutta unita, estetica, conoscitiva, etica e politica. Come ha scritto Gaston Bachelard, ‘La vita vegetale, quando è dentro di noi, ci offre la tranquillità del ritmo lento, il suo ampio ritmo sereno’ “.

 

Con la voce rotta dall’emozione Alice Waters ha quindi accettato la Laurea Honoris Causa, scusandosi per aver perso il filo del suo discorso e ricordando quanto grande è stata la gioia e la sorpresa di sentire e vedere così tanto affetto intorno a lei.

 

Come tutti sapete, l’Università di Scienze Gastronomiche è un’istituzione unica nel suo genere. Avrete un enorme vantaggio quando uscirete da qui e andrete per il mondo, perché avrete studiato in un luogo che dà valore alla saggezza dei contadini tanto quanto agli insegnamenti degli accademici. Vi sarete impegnati sui libri, ma cosa più importante avrete messo le vostre mani nella terra

 

E ha spiegato: “Nelle università pubbliche e private degli Stati Uniti, esistono ostacoli enormi per produrre cibo vero. Il cibo buono, pulito e giusto non fa parte della vita studentesca di ogni giorno, e certo non è parte integrante di un’educazione alle discipline umanistiche. Qui, avete avuto il raro privilegio di imparare il potere del cibo e tutto ciò che lo circonda. Vi faccio un esempio di una laureata formata da Slow Food qui in Italia che è arrivata ad avere un forte impatto sul futuro del cibo negli Stati Uniti: Sarah Weiner, americana di St. Louis, Missouri, che è stata poi mia assistente, e quindi ha aiutato nella pianificazione di Slow Food Nation, a San Francisco, e dopo il successo di Slow Food Nations, Sarah ha fondato Good Food Awards. Ogni anno, Good Food Awards ospita una gara ed un mercato di produttori negli Stati Uniti. Ogni anno quando assisto alla cerimonia di premiazione, mi emoziono nel vedere la loro dedizione e passione, il modo in cui vivono le virtù dell’autenticità, della comunità e della connessione“.

 

E concludendo il suo intervento Alice Waters ha lasciato agli studenti un messaggio “Uno dei fondatori della gastronomia, Auguste Escoffier, disse ‘Il buon cibo è alla base della genuina felicità.’ E come avete imparato nel vostro tempo qui, è anche una solida base per vivere vite dense di significato e per costruire comunità forti. Adesso sta ad ognuno di voi cominciare a posare i mattoni. Solo non dimenticatevi la pausa pranzo!“.

 

Ha chiuso quindi la giornata Carlo Petrini, presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Ho conosciuto Alice 35 anni fa ed è stato ‘amore a prima vista’! Erano tempi completamente diversi da oggi, si iniziava appena a parlare di farmer’s market in America. Di Alice voglio sottolineare che ha saputo fare apprezzare le cose semplici in una cultura come quella americana. Sappiate che questa donna così apparentemente gracile ha una forza incredibile e siamo contenti che la nostra piccola università gli sia piaciuta e abbia suscitato emozioni e affetto in lei. E con oggi mettiamo un punto fermo: Alice Waters verrà come docente a Pollenzo. Ogni anno Alice per tre giorni sarà qui a dialogare con gli studenti e a mettere in relazione tutto il suo lavoro con la creatività dei nostri studenti. Grazie Alice per questa emozione!“.