La Granda non è una provincia per donne

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Foto da Cs

Circa un anno fa Pagella Politica, che si occupa di fact checking e analisi dell’attualità, pubblicava un report sulla partecipazione politica delle donne in Italia che metteva in mostra dei dati già di per sé preoccupanti. Tra questi ne riportiamo uno: «su 7.773 comuni in tutta Italia le sindache attualmente in carica sono 1.180, pari a circa il 15 per cento». Alla luce di questa misera percentuale ci siamo quindi chiesti come sta la provincia di Cuneo alla vigilia delle elezioni amministrative 2024, che nella Granda interesseranno ben 172 comuni: tra le 282 candidature al ruolo di sindaco presentate ufficialmente, quelle femminili rappresentano appena il 14,89%. Che, tradotto, vuol dire che il numero di sindache donne elette in questa tornata sarà molto, e sottolineiamo molto, al di sotto del 15%.

Il ritardo del nostro Paese nel garantire pari opportunità e diritti in ambito lavorativo, politico, sociale e familiare alle donne è drammatico, e questo dato, che non è che un “piccolo” sintomo di una situazione generale radicata e sistemica, ci dice che Cuneo e provincia su alcuni aspetti stanno addirittura peggio del resto dell’Italia. Siamo sempre qui a ripetercelo, come se viaggiassimo in un circuito chiuso: di anno in anno osserviamo, raccogliamo dati, facciamo tavole rotonde e dibattiti, elaboriamo iniziative politiche, ma le donne rimangono costantemente ai margini, punto percentuale più, punto percentuale meno. Ciò vuol dire una cosa sola: che la cultura patriarcale è ancora ampiamente dominante, che non è stata scalfita, e che le donne italiane, e quindi anche quelle del Cuneese, in larga misura non hanno ancora indipendenza economica, spazio per esercitare l’attività politica e considerazione sociale pari agli uomini. Considerato che a livello nazionale l’immobilismo sulla parità di genere è oggi un dato di fatto, visto che si attacca sempre più spesso il diritto all’aborto sicuro, visto che gli investimenti per le famiglie e l’infanzia continuano a essere ampiamente insufficienti, visto che l’idea del congedo parentale paritario inizia a farsi spazio in Europa ma da noi non è nemmeno tema di discussione, e visto che su tantissimi fronti le parole d’ordine del transfemminismo suonano come lettera morta se non come pietra dello scandalo, il quadro complessivo è tutt’altro che roseo.

In questo deprimente contesto riteniamo che il tema della partecipazione politica delle donne sia centrale: non si tratta solo di creare le condizioni materiali affinché possano entrare nelle istituzioni, si tratta di far sì che siano le donne stesse a riflettere, decidere e legiferare, in modo paritario, sulla questione; non si tratta solo di dare loro un contentino di facciata, si tratta di dimostrare nei fatti che la parità è un obiettivo raggiungibile. Per questo motivo ci sentiamo di fare un appello: alle prossime elezioni amministrative, regionali ed europee, e a tutte le prossime elezioni, andate a votare, e votate candidati e candidate che supportino le battaglie femministe e transfemministe.

Proprio per parlare di partecipazione politica lunedì 27 maggio alle ore 18:30 presso Famù nel Parco, in Viale degli Angeli, a Cuneo, arriverà Pippo Civati.

“Politica: partecipazione e rappresentanza”
Giulia Marro e Marco Giusta, candidati alle elezioni regionali per Alleanza Verdi e Sinistra, dialogano con Giuseppe Civati.