Trent’anni di lotta

Arianna David, Miss Italia 1993, racconta, tra ricadute e speranze, la sua lunga convivenza con l’anoressia: parole che denunciano modelli sociali sbagliati e possono aiutare tantissimi giovani con disturbi alimentari

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Roma, Trasmissione " Porta a Porta " . Pictured : Arianna David

«Sono fatta di cristallo: a seconda degli stati d’animo, mi rompo e ci ricasco. E poi quando ti guardi allo specchio non ti piaci mai, ma non è una percezione reale. Sono trent’anni che me la porto dentro». Arianna David, Miss Italia 1993, oggi mamma cinquantenne, confida a Bruno Vespa la sua lunga battaglia con i disturbi alimentari: oggi pesa 46 chili e ha la taglia 44, da bambina. «Da questo tipo di malattia – sospira – non si esce mai fuori, si hanno continue ricadute: qualsiasi cosa ti possa accadere nella vita, purtroppo, te la prendi sempre col cibo. In questo periodo sto soffrendo di anoressia nervosa, sono talmente nervosa che non ho mai appetito e questo mi porta a non mangiare».
Comincia tutto nell’adolescenza, con qualche chilo di troppo accumulato e qualche battuta che ferisce dei compagni del liceo artistico, Arianna se la prende e a tavola comincia a controllarsi, a 18 anni pesa 52 chili. Tre anni dopo, quand’è ricercata e invidiata e il successo la bacia e la coroncina di Miss ancora luccica -conduce in tv con Baudo e Cecchetto, consegna il Pallone d’Oro a Roberto Baggio, sfila a piazza di Spagna per Gattinoni e diventa testimonial della Deborah e di Laura Biagiotti – , insorge subdola la malattia dalla quale non s’è mai liberata davvero: l’attenzione alla linea è diventata ossessione, privazione pericolosa, rinuncia all’alimentazione e l’incubo di ingrassare spinge a non cibarsi e il corpo si asciuga, la pelle fascia le ossa evidenziandole in una spigolosità innaturale che oscura la bellezza. Arianna, d’improvviso, si rende conto di essere schiava, vulnerabile, incapace di decidere di se stessa, è terrorizzata quando la bilancia scende a 39 chili appena e le mestruazioni non appaiono più. Da Vespa si volta indietro e ricostruisce una vita di lotte, speranze e ricadute, anche dopo le due gravidanze, e svela, sincera, le problematiche di oggi, l’ombra di un nutrimento ridotto a un piatto di fagiolini al giorno: «Ma io non guardo le calorie del fagiolino o del gelato, io proprio non ho fame». Confessioni su una fragilità, su una malattia diffuse che possono aiutare tante ragazzine a non imboccare lo stesso tunnel e diventare monito per una società che non calcola mai i rischi legati alle immagini che valorizza, ai modelli che impone, perché quando si apre il baratro non è solo per timore d’ingrassare: «Per fare determinati lavori, bisognava essere come le top model super filiformi: quando le imposizioni sbagliate della società toccano persone un po’ più sensibili, come posso essere io, accade questo».
Soprattutto, quello di Arianna è un appello ai giovani affinché non affrontino da soli la battaglia ma si rivolgano a uno dei 135 centri che ci sono in Italia: «Andate in un centro specializzato e chiedete aiuto perché da soli è veramente difficile. Io lo dico sempre, sono 30 anni che faccio la fame e questo porta tanti scompensi. Si è diversi, anche più irritabili, ed è una grandissima sofferenza». Trent’anni di copertine e sorrisi, di sitcom, salotti tv e Reality, un filo d’oblio solo negli ultimi anni comunque scanditi da interessanti comparsate, sempre però, dietro le paillettes, combattendo la malattia con alti e bassi vivendo con relazioni complesse con il cibo e con se stessa, lasciandosi andare ad abitudini alimentari nocive. Un problema che coinvolge in Italia 4 milioni di persone, il 70 per cento delle quali adolescenti, e che può avere conseguenze fatali: i disturbi della nutrizione, per altro aumentati tantissimo dopo la pandemia, rappresentano la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.