Gallo: “Rendere più competitive le aziende: ecco una mossa del piano Cuneo 2030 su cui puntare”

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«Valido e promettente». Marco Gallo, come sindaco e candidato al Consiglio Regionale del Piemonte, applaude al Piano strategico Cuneo 2030 presentato da Camera di commercio, Provincia e Fondazione CRC. «Rivela un quadro solido e in crescita su diversi fronti rispetto alla fase pre-pandemica. Individua nuove opportunità di sviluppo e promette altre performance nell’export. Ma riconosce anche la vulnerabilità del territorio frutto di disuguaglianze economiche e sanitarie».

Uno strumento utile, dunque, secondo Gallo, per far decollare il Cuneese verso il 2030. A un patto però. «Per tradurre in azione le strategie del Piano sono state identificate delle priorità chiave: dal rafforzare le infrastrutture digitali al potenziare la presenza universitaria per arricchire l’offerta complessiva della formazione, allo sviluppo di nuovi servizi sociali e sanitari – spiega Gallo -. Io chiedo un passo in più, da subito. Scegliamo le priorità delle priorità per dare concretezza rapida al Piano. Solo così premieremo la visione del progetto, che è un impegno concreto per il futuro della provincia, un cammino verso una crescita sostenibile e inclusiva. Come candidato in Regione prometto che sin da subito come consigliere farò tutto il possibile perché il Piano diventi parte integrante dell’agenda politica piemontese. Che vuol dire trovare il modo di assicurare le risorse necessarie per far decollare questo progetto che ha come obiettivo finale la crescita e il benessere di tutta la provincia di Cuneo».

Ma quale potrebbe essere una delle priorità da cui partire per dare subito forma al progetto di sviluppo per la Granda? Marco Gallo sottolinea come lo studio preveda nei prossimi sei anni un’ulteriore crescita dei settori agroalimentare e meccanico e dice: «Sfruttiamo questa carta che è uno degli obiettivi strategici del Piano: rafforzare la competitività e l’innovazione delle nostre imprese. Puntando sulla digitalizzazione delle aziende che, soprattutto tra le Pmi, è ancora poco diffusa, ma cogliendo anche le opportunità legate all’uso dell’Intelligenza artificiale. Lavorando contemporaneamente, come suggerisce l’analisi swot del Piano strategico, a rafforzare le filiere e incentivare le collaborazioni tra aziende, università e centri ricerca, dando così impulso all’innovazione di prodotto. D’altronde un’economia che gira è quel che serve a un territorio per crescere perché garantisce occupazione e nuovi capitali da investire. In altre parole, benessere».