Fossano: al via progetto di economia circolare per il territorio

Alpi Acque ha presentato l’iniziativa che trasformerà i fanghi di depurazione in biometano

0
2

Presso la Chiesa dei Battuti Bianchi di Fossano, si è svolto il convegno intitolato “Dall’acqua all’energia – Il biometano: un progetto per il territorio”. L’evento organizzato da Alpi Acque, società gestrice del servizio idrico sull’area fossanese, saviglianese e saluzzese, ha posto al centro dell’attenzione l’innovativo progetto rivolto alla valorizzazione delle risorse: non solo quella idrica, ma anche quelle energetiche ed è stata anche l’occasione per festeggiare i suoi 25 anni di storia.
Alpi Acque ha recentemente ottenuto un significativo riconoscimento a livello nazionale dall’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti ed Ambiente (ARERA) in seguito all’analisi di sei indicatori tecnici sulla qualità della gestione del ciclo idrico integrato. Oggi la Società ha rilanciato illustrando il proprio impegno anche sul fronte dell’ecosostenibilità con un progetto di riqualificazione dell’impianto di depurazione sito a Fossano. Tale investimento, pari a circa 6 milioni 376mila euro, finanziato con fondi Pnrr, si propone di modificare parzialmente l’attuale linea di trattamento dei fanghi dell’impianto di depurazione di Localià Basse di Stura, al fine di valorizzarli energeticamente per produrre biometano.
Ad introdurre gli interventi, Simone Mauro, presidente di Alpi Acque, che ha rimarcato al folto pubblico presente: «La nostra società, insieme al Comune di Fossano e in stretto coordinamento con l’Egado proviciale, abbiamo fortemente creduto in questo progetto visti gli importanti risvolti per il territorio e la comunità. Un’iniziativa di economia circolare che consentirà di produrre energia sostenibile partendo da quello che fino ad oggi era solo un refluo. Con il risultato conseguito, peraltro, Alpi Acque è uscita dallo specifico perimetro del ciclo idrico integrato ampliando il proprio campo d’azione e esprimendo competenze anche nei processi relativi alla filiera. L’investi­mento supera i 6 milioni di euro, è il più importante della storia della Società e dimostra la capacità di far rete sul territorio: un modo concreto per celebrare i 25 anni trascorsi dalla nascita di Alpi Acque».
Sul palco hanno testimoniato con un saluto istituzionale molte autorità: dal sindaco di Fossano Dario Tallone, al senatore Giorgio Bergesio, vicepresidente della Commissione At­tività Produttive del Senato del­la Repubblica e consigliere co­munale di Fossano che ha ricordato: «Quando ero sindaco di Cervere ho deciso di rispondere alla chiamata dell’assessore fossanese all’epoca competente Francesco Balocco, entrando nell’azionariato di Alpi Acque. Ed oggi a 25 anni di distanza, apprezzo di questa società la capacità e la determinazione nell’aprirsi a nuovi ambiti, come appunto, quello del biometano».
A moderare ed introdurre i due tavoli di lavoro è stata la giornalista di Radio24, Valentina Furlanetto che nel primo approfondimento, relativo alla presentazione del grande progetto sul biometano si è avvalsa degli interventi dell’amministratore delegato di Alpi Acque Claudio Careglio; della dottoressa Paola Molina, dirigente del settore Servizi Ambientali della Regione Piemonte e la professoressa Francesca De­michelis del Politecnico di Torino. «Grazie alla specifica misura Pnrr sul trattamento di fanghi di depurazione sarà possibile integrare più esigenze e sviluppare diverse tecnologie impiantistiche », ha rimarcato Careglio. «L’impi­anto di Fos­sano ha una potenzialità residua della linea fanghi fortemente energivora, caratterizzata da una digestione aerobica. L’intervento rende meno energivoro il processo e consente di ottenere biometano che potrà essere utlizzato a servizio del territorio. In sintesi efficienza ed economia circolare a servizio della comunità».
La dottoressa Molina ha illustrato gli aspetti tecnici del progetto rimarcando la massima attenzione ai criteri di am­missibilità e al «rispetto del prin­cipio relativo al Regime minimo per tutte le misure del Pnrr, declinato su sei obiettivi ambientali definiti nell’ambito del sistema di tassonomia, delle attività ecosostenibili con lo scopo di valutare l’aderenza degli obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo)».
La professoressa Demichelis ha posto l’attenzione sulla «tecnologia avanzata oggi in uso, che può aiutarci davvero a chiudere il circuito produttivo creando biometano attraverso la raffinazione del biogas naturalmente prodotto. Inoltre, la co-digestione consente di ottimizzare la gestione delle biomasse di scarto e ridurre le emissioni di Ghg e migliorare la qualità dei prodotti ottenuti. Insomma, la digestione anaerobica consente di realizzare un’integrazione sinergica dei flussi tra area urbana e agricola».
Il secondo momento di approfondimento che ha avuto come tema portante il “valore di fare rete” ha visto protagonisti Ro­berto Ronco, direttore di Ato pro­vincia di Cuneo; Sergio Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta e Nicola Tufo, presidente Amiacque.
Ronco ha sottolineato il ruolo dell’Ato4 Cuneese rimarcando numeri di grande impatto: «Il Servizio Idrico Integrato Ato4 dispone di 10mila chilometri di rete d’acquedotto, alimentata da oltre 1.500 opere di captazione; 150mila metri cubi di compenso, 3.000 chilometri di reti fognarie; 800 impianti di depurazione».
Sergio Baraggioli ha approfondito «la direzione comune che buona parte dei gestori piemontesi hanno intrapreso aderendo a Confservizi», mentre Nicola Tufo, ha illustrato la centenaria storia della propria realtà che oggi annovera ben duecento amministrazioni coinvolte.
I saluti finali, sono stati affidati a Lorenzo Veronese di Tecnoedil, che ha parlato di questi anni, sottolineando un percorso per Alpi Acque ricco di obiettivi e progetti ambiziosi che vedono al primo posto l’importanza di una gestione consapevole e virtuosa delle risorse».