Effetto Fedez per trasfusioni e salute mentale

In ospedale per le emorragie causate da ulcere, ha sensibilizzato i suoi fan su due temi molto importanti: lo dicono i numeri

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Il potere dei social. Lo hanno chiamato “ef­fetto Fedez” sulle do­nazioni di sangue do­po il recente ricovero del rapper, a Milano, per le emorragie causate da alcune ulcere. L’Avis Lombardia ha infatti dichiarato che cen­tinaia di persone si sono messe in fila a donare sangue dopo il racconto del rapper che, all’uscita dall’ospedale, ha dichiarato di essere vivo grazie a due trasfusioni provvidenziali.
Un centinaio di persone, in effetti, si è presentato il giorno dopo a Milano fuori dalla sede dell’Avis «praticamente – spiega Oscar Bian­chi, il presidente lombardo – dieci volte tanto una normale domenica». E che si tratti di effetto Fedez, dopo l’appello all’uscita dell’ospedale “Fa­te­be­ne­frate­lli” ri­lanciato dall’influencer an­che sui social, lo dimostrerebbe «l’età media delle persone giunte a donare, rientrano tra i 18 e i 35 anni».
Fedez, su Instagram, ha ringraziato: «Sono molto felice, si è generato un effetto a catena che non mi aspettavo, grazie a tutti».
«Non ho numeri precisi – prosegue Bianchi – ma posso dire che ci sono stati aumenti nelle cifre registrate in tutta la Lombardia e anche in altre parti d’Italia».
E dopo l’appello per donare il sangue, Fedez ha voluto accendere un riflettore su un altro aspetto della sua salute, non più quella fisica ma quella mentale. Il 34enne infatti, dopo la diagnosi, e la successiva rimozione, del tumore trovatogli al pancreas nel 2021, ha raccontato di essere «caduto in una profonda depressione» e di aver «sviluppato altri di­sturbi mentali».
Dichiarazioni che sono arrivate a ridosso di una data importantissima per questo tema come la Giornata mondiale per la salute mentale, soprattutto per chi può fare leva su una cassa di risonanza mediatica rilevante, portando al centro del dibattito pubblico un tema fondamentale come quello della sanità mentale. Fedez infatti ha confessato che la forte depressione l’ha portato anche ad avere episodi di «attacchi ipomaniacali», che starebbe curando attraverso una terapia che si chiama «stimolazione transcranica a corrente diretta». Le stimolazioni transcraniche a corrente diretta (o tDcs) do­vrebbero aiutarlo a uscire dal tunnel della depressione condita dai già citati attacchi ipomaniacali. Per le parole dello stesso artista la cura consiste in «scosse elettromagnetiche al cervello» definite dal rapper «non certo piacevoli». In alcune stories Instagram il rapper ha poi denunciato: «Le istituzioni pubbliche, nonostante alcuni passi avanti successivi alla pandemia, non investono ancora sufficienti risorse per la prevenzione e la riabilitazione nel campo della salute mentale». Poi, ha fatto notare che secondo la società italiana di psichiatria, la depressione vale il 4 per cento del Pil tra spese dirette e non, e ha voluto ricordare il lavoro di Fon­dazione Progetto Itaca. La Fondazione è da anni impegnata nel promuovere programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. La presidente Felicia Giagnotti sottolinea: «Secondo le ultime ricerche sono sempre di più le persone che ogni giorno convivono con un disagio psichico ma che a causa di timori e pregiudizi non fanno richiesta di un aiuto specialistico. Per questo siamo lieti ed entusiasti per le parole di Fedez: confidiamo che anche attraverso le sue parole – ha concluso Gia­gnotti – chiunque si senta in difficoltà trovi la forza, il coraggio e migliori condizioni attorno a lui per rompere il muro delle paure e avviarsi così verso un percorso di guarigione».
A conclusione del tremendo percorso affrontato e superato in ospedale da Fedez, il risultato finale sembra quindi eccellente. Lui sta meglio e ha fatto anche del bene. Non tutti i social vengono per nuocere.