Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Articoli Rivista Idea «Distretto frutta: vi spiego perché è il nostro futuro»

«Distretto frutta: vi spiego perché è il nostro futuro»

L’obiettivo è valorizzare l’intero comparto. IDEA ne ha parlato con una delle anime, Roberto Dalmazzo

0
3

Un marchio unico, capace di rappresentare tutte le varietà, valorizzare l’intero comparto e cogliere le nuove opportunità di finanziamento e sviluppo che si presenteranno. È, in estrema sintesi, la fotografia di quello che sarà il neonato Distretto del Cibo della Frutta, costituito ufficialmente venerdì scorso, ai Castelli Tap­parelli d’Azeglio di La­gna­sco.
Al Distretto, che identifica l’area a vocazione frutticola del Pie­monte, hanno aderito in tutto 44 Comuni, situati tra la provincia di Cuneo e la Città Me­tropolitana di Torino, con Sa­luzzo in posizione baricentrica e due altri centri a Savigliano e Fossano, fino a comprendere la Granda a Sud e la pianura cavourese a Nord. Oltre ai Co­muni, fanno parte del Di­stretto la Camera di Commercio di Cuneo, Fonda­zione Agrion, Po­lo Agrifood, Cia, Coldiretti, Con­fagricoltura, Con­f­coo­pe­ra­tive, le otto organizzazioni dei produttori presenti sul territorio (Coop Jolly, Eden Fruit, JoinFruit, Lagnasco Group, Ortofruit, Piemonte Asprofrut, Rivoira e Solfrutta), l’Asso­cia­zio­ne Pro Cavour e l’Associa­zione Pro Loco Lagnasco.
Han­no favorito la costituzione della nuova realtà, riconosciuta dalla Regione Piemonte a inizio agosto, il Tavolo Frutta del Mon­viso che, seppure più esteso, concentra nell’area distrettuale il suo fulcro operativo, e il Centro Sperimentale di Frutti­coltura, gestito da Agrion in collaborazione con le organizzazioni dei produttori e le associazioni di categoria. Ne abbiamo parlato con una delle anime del progetto, Roberto Dalmazzo, sindaco di Lagnasco e coordinatore del Tavolo Frutta.

Dalmazzo, un importante ri­sultato per il territorio a cui si è giunti partendo da lontano, ossia dal Tavolo Frutta del Mon­viso. Vuole raccontarci quest’esperienza?
«Tutto è effettivamente partito dal Tavolo Frutta, istituito per rispondere alle principali istanze del settore. Il mondo della frutta sta attraversando un periodo complicato, con problemi di manodopera, ad esempio, acuiti dalla pandemia. Il Tavolo è stato storico: era la prima volta che l’intero compar­to frutticolo faceva fronte comune in maniera così compatta».

E, passo dopo passo, si è arrivati al Distretto.

«Con il Tavolo Frutta abbiamo raggiunto diversi risultati, a partire dalla sottoscrizione di un protocollo sanitario per l’accoglienza dei lavoratori stagionali. Poi si sono aperti diversi dibattiti con la Regione che, alla luce delle nostre necessità, nelle persone del presidente Alberto Cirio e dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Proto­papa, ha proposto al Ta­volo di dar vita al Distretto del Cibo della Frutta. Abbiamo accolto subito l’invito, estendendolo a tutti i Comuni e a tutti i soggetti protagonisti del comparto frutticolo».

Qual è stato l’iter?

«Il primo passaggio è stato firmare – lo scorso marzo, nel corso di Fruttinfiore – un accordo di Distretto, corredato da un regolamento e da una bozza progettuale. Il tutto è stato inviato alla Regione che, con una delibera di luglio, ha riconosciuto per il nostro territorio il Distretto del Cibo della Frutta. Da quel momento avevamo 60 giorni di tempo per costituire il Distretto a tutti gli effetti, creando cioè un associazione: lo ab­biamo fatto venerdì scorso».

Il Distretto in “cifre”?
«L’areale frutticolo-distrettuale si sviluppa attualmente su oltre 16.000 ettari (di cui 15.288 in provincia di Cuneo e 943 nella Città Metropolitana di Torino), complessivamente in incremento negli ultimi dieci anni (+13,89%). Sono presenti otto organizzazioni dei produttori e sono operativi oltre 7mila addetti diretti, a cui si aggiungono quasi 14mila lavoratori stagionali. Il comparto evidenzia un forte orientamento verso la produzione di frutta per il consumo fresco; le specie più rappresentate sono mele, kiwi, nettarine, pere, susine e pe­sche. Non vanno poi dimenticate le produzioni di frutta in guscio tra cui, soprattutto, castagne e nocciole, queste ultime in forte crescita. Nel territorio di Distretto ricadono quasi l’87% dei meleti coltivati in Piemonte, il 97% delle nettarine, oltre il 76% delle coltivazioni di kiwi, poco meno del 74% dei pereti, il 72% dei susini e il 42% dei pescheti».

Gli obiettivi?
«Il primo obiettivo è creare, in concreto, il marchio che identificherà il Distretto. Il secondo sarà promuovere il marchio stesso in modo tale da raggiungere l’obiettivo più grande: valorizzare l’intero comparto – che esprime già oggi prodotti di assoluta qualità – e supportare i produttori. E in questo senso il Distretto, facilitando la partecipazione a bandi di finanziamento, è una grande opportunità, è il futuro della nostra frutta».

Costituito a Lagnasco, è guidato da una cabina di regia di 13 persone: a breve saranno assegnate le cariche

Alla firma dell’atto costitutivo, a Lagnasco, sotto l’egida del notaio Elio Quaglia di Saluzzo, sono intervenuti il presidente della Provincia Luca Robaldo e i consiglieri regionali Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso, oltre ai rappresentanti dei 44 Comuni aderenti. L’Assemblea ha eletto all’unanimità la Cabina di Regia del neonato Distretto, composta da tredici rappresentanti: Giacomo Ballari (Agrion), Claudio Conterno (Cia Cuneo), Enrico Allasia (Confagricoltura Cuneo), Alessandro Durando (Confcooperative Cuneo), Ivo Migliore (Coldiretti Cuneo), Giancarlo Bodrero (Coop. Jolly), Domenico Paschetta (Ortofruit Italia), Domenico Sacchetto (Piemonte Asprofrut), Fabrizio Risso (Lagnasco Group), Sergio Paschetta (sindaco del Comune di Cavour), Roberto Dalmazzo (sindaco di Lagnasco), Giancarlo Armando (sindaco di Tarantasca) e Mauro Calderoni (sindaco di Saluzzo). Durante la prima riunione della Cabina di Regia, in programma nei prossimi giorni, saranno individuate le cariche, attualmente ricoperte in modo provvisorio da un Comitato Ristretto di cui fanno parte il presidente pro-tempore Roberto Dalmazzo, Giacomo Ballari e Domenico Sacchetto.

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial