Porro fa i conti sull’immigrazione «Quanto ci costa?»

È ripartita la stagione di “Quarta Repubblica” per il conduttore che in studio si è confrontato con gli ospiti sul tema della spesa necessaria per l’accoglienza: «Più di 32 euro per ogni migrante in arrivo. E i Cpr richiedono investimenti milionari»

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Sempre più volto di ri­ferimento delle re­ti Mediaset, Nicola Porro agli inizi del mese di settembre ha condotto la prima puntata della nuova stagione di “Sta­sera Italia”, striscia quotidiana ereditata da Barbara Palom­belli, in aggiunta al consueto appuntamento di “Quarta Re­pubblica”. Ovvia­mente, ri­spetto a chi lo ha preceduto, Porro ha puntato maggiormente sulle opinioni, sul di­battito che in studio con lui prende spesso quota an­che con toni accesi, ma senza mai superare il limite. È un po’ la sua dote, quella di saper dosare i toni e di mixare le opinioni pur se nette.
Gli ascolti indicano un gradimento diffuso, anche se la concorrenza Rai non è ancora alla portata. Porro ha raccontato che a fine anno il programma coinvolgerà, in una staffetta, anche Bianca Ber­linguer, volto nuovo su queste frequenze. A proposito, al conduttore erano stati offerti due programmi da condurre in Rai, «ma poi ho capito che qui c’erano prospettive interessanti», aggiungendo il dettaglio di quella chiamata che arrivò da Silvio Berlusconi in persona per ricordargli «Me­diaset è la tua famiglia».
Le prime puntate di settembre hanno toccato tematiche d’attualità, secondo il format consolidato. In primo piano, soprattutto, la complessa que­stione dei migranti, af­frontata con ospite in studio quel Federico Rampini che ha detto di non stupirsi dopo la mossa della Germania che di fatto, nei primi giorni del caos, si è rifiutata di accogliere i mi­granti sbarcati sulle co­ste di Lampedusa. A “Stasera Ita­lia”, su Rete 4, l’editorialista del Corriere ha fatto il punto sulla situazione: «La Germa­nia da tempo porta avanti una politica di chiusura – ha spiegato Rampini -. La Germania qualche anno fa aveva applicato la politica delle porte aperte per tutti. Una politica che si è dimostrata disastrosa perché la Ger­mania ha dovuto fare i conti con il Capodanno di Colonia dove uomini immigrati hanno molestato donne tedesche». Sta di fatto però, che in quella prima fase, in cui Angela Merkel annunciò che la Ger­mania poteva farcela, accogliendo un gran numero di migranti, l’economia tedesca ne avrebbe tratto giovamento. Di sicuro non si può paragonare la burocrazia che in Italia rende molto difficoltosa la regolarizzazione di un lavoratore extracomunitario con le regole già applicate in Germania a questo proposito. Da noi manca una visione condivisa. «Gli italiani – ha aggiunto Rampini, autore di un saggio sulla questione migratoria – si dividono grosso modo in due categorie, quelli che pensano che le migrazioni dall’Africa sono un’apocalisse che distruggerà la nostra civiltà e quelli che pensano che sono un’invasione biblica che ci salverà. In mezzo ci sono molte varietà».
Ad esempio quella che proprio Porro ha portato in evidenza: «Se c’è una cosa su cui l’Italia è formidabile, e conviene parlarne ora in cui qualcuno dice che c’è un’emergenza migranti, è la nostra macchina dei soccorsi. Ma è anche formidabile l’idea che si parla sempre di quattrini tranne quando si parla di immigrazione. Eppure i quattrini c’entrano molto. Ad esempio nei nostri rapporti con alcuni partner europei, che per motivi di soldi qualche migrante in più non lo vogliono. Ma non solo. Per questo abbiamo fat­to qualche calcolo. Intanto la prima cosa che gli italiani fanno quando ricevono una nave di migranti è quella di dare un kit di primo ingresso, cosa ovviamente giusta, del valore di 150 euro per ogni persona. Calcolate che in Ita­lia sono arrivate 132mila persone quest’anno, il doppio rispetto all’anno scorso».
Il conteggio, sostiene Porro, non si ferma qui: «Inoltre il costo medio per ogni migrante accolto è di 35,82 euro, che dovreste moltiplicare per questi 130mila, anche se il conto è un po’ più difficile perché bisogna vedere quanti sono rimasti in Italia e per quanti giorni. Quanto costano poi questi Cpr, i centri di permanenza che il governo intende raddoppiare? Nel 2022 abbiamo speso 26 mi­lioni, nel 2023 ben 32 milioni e 46 milioni di euro nel 2024. Poi c’è il costo dei rimpatri. Qualcuno dice: “Rimpa­triamo tutti quanti”. Sì, certo, non è semplice, ma se anche così fosse dovremmo spendere a persona 2.365 euro».
La conclusione: «Insomma, quello che in un anno lo Stato incassa ad esempio per l’Imu, la tassa sulla prima casa dei ricchi e sulle seconde case di tutti gli altri, se ne va per pagare l’immigrazione. Giu­sto o sbagliato? Alla luce dei miliardi spesi per i migranti, viene da chiedersi: è efficace la nostra politica di immigrazione, posto che non vengono integrati, posto che molti di loro vanno a finire nelle file della delinquenza?».