Acqua, risorsa green per l’oggi e per il domani

Il Consorzio “Bealera Maestra” di Bene Vagienna ha presentato una politica di sviluppo innovativa basata sulle Comunità di Energia Rinnovabile e sul consumo responsabile delle risorse idriche

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Il Consorzio “Bealera Maestra Destra Stura” di Bene Vagienna ha organizzato l’evento “Dall’a­cquedotto romano, alla Bealera Maestra, alle Comunità energetiche rinnovabili”, presentazione di tre progetti di cruciale importanza per lo sviluppo ecosostenibile del territorio e una sempre più corretta gestione delle risorse idriche a disposizione. L’appuntamento si è svolto sabato 23 settembre, presso il castello di Bene Vagienna. ed è stato organizzato in tre distinte sessioni con un parterre di ospiti di grande rilievo come il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il senatore Giorgio Maria Bergese, il vicepresidente della Regione Piemonte Franco Graglia e i consiglieri Matteo Gagliasso e Paolo Demar­chi, l’ex sindaco di Cuneo ed ex presidente della Provincia Federi­co Bor­gna; il consigliere provinciale Davide Sannazzaro e il braccio destro del Ministro Zangrillo, Marco Perosino. E ancora il presidente regionale Anbi Piemonte, Vittorio Viora.
Sul palco, a dare il benvenuto, Claudio Ambrogio, presidente del Consorzio “Bealera Mae­stra Destra Stura” nonché sindaco del Comune di Bene Vagienna che ha sottolineato nel corso del suo intervento la soddisfazione per «aver coinvolto 21 comuni a sostegno dell’iniziativa e del progetto che si estende sulla destra del torrente Stura, per una superficie di circa 11.000 ettari. Ringrazio dunque i Sindaci: Marco Bailo (Magliano Alpi); Flavio Ga­staldi (Genola); Roberto Sal­vatore (Salmour); Ivano Ai­raldi (Farigliano); Fran­ce­sco Rocca (Bastia Mondovì); Ugo Arnulfo (Dogliani); Alessan­dro Dacomo (Castelletto Stu­ra); Luigi Gallo (Clave­sana); Adriano Ferrero (Ci­gliè); Luigi Ferrua (Rocca Cigliè); Cor­rado Marchisio (Cervere); Paola Sguazzini (Narzole); Nicola Schellino (Carrù); Antonio Acconcia­ioco (Pioz­zo); Michele Alberti (Mar­garita); Giorgio Bozzano (Sant’Al­bano); Mauro Fissore (Morozzo); Tommaso Masera (Montanera); Giuseppe Tros­sarello (Lequio Tanaro); Bruno Curti (Rocca dè Baldi). Oggi siamo qui per l’inaugurazione del lotto d’avvio del grande progetto di riqualificazione del sistema di irrigazione del Consorzio “Bealera Maestra”. Un grazie è riservato anche alle Fondazioni Bancarie e agli imprenditori che hanno sostenuto l’evento, ma anche a coloro che hanno dato il là al progetto: lo studio Pd di Acqui Terme, nella persona del compianto geometra Franco Piana. In questa giornata ci preme ribadire», ha aggiunto ancora Ambrogio, «che il nostro Ente è risultato assegnatario di un consistente contributo, da parte del Ministero delle politiche agricole, per la realizzazione del primo step di interventi, riguardante in particolare la condotta che interessa i Comuni di Castelletto Stura e Montanera. E il Consorzio, grazie alle centrali idroelettriche associate alle condotte in pressione, diventa così anche produttore di energia e inaugura una politica di sviluppo innovativa basata sulle Comunità di energia rinnovabile (Cer) e sul consumo responsabile delle risorse idriche».
Il Governatore Alberto Cirio, ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare e ad impegnarsi sul fronte della transizione green, in modo da farsi trovare preparati al momento giusto. «Quello sull’efficientamento dell’irrigazione del Consorzio Bealera Maestra è un lavoro da 76 milioni di euro, vale a dire il più grande investimento su questo tema nel nord ovest d’Italia. Se lo si unisce agli oltre 40 milioni di euro dell’invaso “Serra degli ulivi” si superano i 100 milioni per tutelare la risorsa acqua in Piemonte. Siamo stati bravi, tutti insieme, ognuno ha fatto la sua parte e ci siamo assicurati questi contributi, ottenendo risorse da Roma e da Bru­xelles che ci permettono di valorizzare la tutela della “risorsa acqua”, bene indispensabile in agricoltura. Ecco perché bacini ed efficientamento dei sistemi di mantenimento e utilizzo della risorsa idrica sui territori rappresentano elementi fondamentali. E poi c’è l’energia e il Piemonte è vocato per l’idroelettrico. Siamo passati dalle parole ai fatti, mantenendo impegni e dando concretezza al nostro impegno».
Lucida e realistica è stata l’analisi di Luca Ridolfi, professore Ordinario di Idraulica e Mecca-nica dei Fluidi al Politecnico di Torino, Dipar­timento di Ingegneria dell’Am­biente, del Territorio e delle Infrastrutture che ha rimarcato: «Il rapporto tra uomo e acqua ha accompagnato l’intera storia umana, ponendo spesso problemi complessi che hanno stimolato la creatività e contribuito a formare la struttura delle nostre società. L’importanza dell’acqua per la quasi totalità delle attività umane, la sua distribuzione eterogenea nello spazio e nel tempo e l’essere un elemento chiave per l’ambiente hanno infatti sempre richiesto un uso saggio ed equilibrato di questa preziosa risorsa. In questo quadro, caratterizzato da cambiamenti climatici, crescita demografica, mutamenti socio-economici, produzioni agricole e un sempre maggior bisogno di risorse idriche sta mettendo a dura prova vecchi equilibri e richiede scelte difficili e urgenti».
Successivamente è stato presentato il neonato progetto “Concerti: le Comunità di energia rinnovabile per una transizione ecologica sostenibile, inclusiva e capace di creare valore per il territorio” iniziativa che fa leva su Comuni ed Enti che intendono “fare rete”, nel nome della transizione ecologica. Sono intervenuti, in qualità di relatori, Claudio Ambrogio, presidente del Consorzio “Bealera Maestra Destra Stura”, Sergio Olivero dell’Energy Center del Politecnico di Torino, Francesco Meneghetti, presidente del Gal Terre del Po, e Luca Barbero, coordinatore operativo di “GoCer”. «Le Comunità di energia rinnovabile (Cer) sono lo strumento organizzativo e societario per favorire una “democrazia energetica” che consente a cittadini, imprese ed enti locali di giocare un ruolo attivo nella rivoluzione green», ha rimacarcato Olivero. Ag­giun­gendo che «il Consorzio opererà come regista del processo di costituzione di Cer sul territorio dei Comuni del comprensorio, un’area dove vivono complessivamente circa 45mila abitanti, e come gestore dei servizi innovativi abilitati dalle Cer, generando valore economico e finanziario da distribuire sul territorio».
Questo progetto insomma, evidenzia, benefici estremamente importanti: in primis affronta in maniera assolutamente innovativa il problema del deficit irriguo, non prevedendo ulteriori carichi ambientali dovuti all’incremento degli attingimenti, ma salvaguardando la risorsa idrica, utilizzandola in maniera ottimale e razionale, ottenendo così una riduzione del fabbisogno idrico unitario pari ad oltre il 50%. Tale nuovo approccio rappresenta un primo importante passo verso la tutela delle acque e dei deflussi naturali nei corsi d’acqua, con evidente vantaggio per gli ecosistemi locali.
Il nuovo impianto, a regime, consentirà anche di razionalizzare l’utilizzo dei pozzi consortili esistenti, con una riduzione dei prelievi da falda.
Inoltre, il raggiungimento dell’autosufficienza energetica, determinato dall’autoproduzione idroelettrica, consentirà di abbattere notevolmente gli attuali consumi di energia convenzionale ed i relativi costi, con evidenti vantaggi sia in termini economici che ambientali.
Inoltre, la realizzazione del nuovo impianto in progetto, non determina l’abbandono del sistema dei canali esistenti e l’irrigazione per aspersione consentirà l’introduzione di attrezzature tecnologicamente all’avanguardia che permetteranno un importante risparmio di manodopera con un conseguente guadagno economico e di tempo.
A ciò si sommi ancora che dal punto di vista socio-economico, il progetto si pone come obiettivo quello di scongiurare la futura perdita di produzioni agricole, di sviluppare colture sostenibili ma più redditizie e di colmare il deficit di competitività che attualmente affligge l’area interessata. Ciò consentirà un aumento della redditività del comparto e dell’indotto, e, quindi, eviterà l’abbandono delle attività agricole e la perdita di posti di lavoro. Ma non è tutto: si considerino anche i benefici derivanti dalla autoproduzione di energia elettrica.