«Qui ogni azienda vuole fare crescere il benessere»

Faccia a faccia con il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna: «Serve sempre fiducia»

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Le imprese sono es­sen­­ziali. Un’ovvietà? Mica tanto. Ricono­scere appieno il si­gni­ficato di que­sta affermazione vuol dire aver compreso il reale valore delle aziende. Nate spesso come geniali intuizioni, sono il cuore non solo della nostra economia, ma anche del be­nessere della società. Un pun­to sul quale ha insistito parecchio il presidente nazionale degli industriali, Carlo Bono­mi, nel suo lungo e applauditissimo di­scorso te­nuto al­l’As­sem­blea Genera­le di Con­findustria, a Ro­ma, di fronte an­che al presidente della Re­pubblica, Sergio Mat­ta­rella. «Noi siamo convinti – ha detto Bonomi – che le industrie siano fabbriche di coesione sociale, libertà, diritti e democrazia. L’im­presa è lo spazio democratico in cui i valori del bene comune e della responsabilità sociale de­vono manifestarsi nella lo­ro concretezza, così come è accaduto nei mesi durissimi della pandemia». Pa­role che hanno raccolto l’apprezzamento della delegazione cu­neese presente in sala, guidata, tra gli altri, dal presidente e dal direttore di Con­fin­du­stria Cuneo, Ma­riano Co­sta­magna e Giu­lia­na Cirio, dal past president, oggi componente del Con­siglio Generale di Confin­du­stria nazionale, oltre che nu­mero uno della Ca­me­ra di Com­mercio di Cuneo, Mauro Go­la, e da Alberto Biraghi, presidente di Piccola In­du­stria di Con­fin­du­stria del Piemonte e di Cuneo.

Presidente Costamagna, cosa porta in Granda della trasferta romana?
«Le considerazioni del presidente Carlo Bonomi, che an­cora una volta ha dimostrato di essere un grande riferimento per tutti noi. Ha toccato in modo molto efficace tutti i temi che coinvolgono direttamente gli industriali della no­stra bella Italia».

Stima molto Bonomi.
«Ha fatto tantissimo per Con­findustria, portandola a consolidare il ruolo di associazione datoriale di riferimento. Rappresenta 150mila imprese in Italia e quasi 5,4 milioni di addetti. A lei si deve una parte significativa del benessere italiano».

Quindi sarà anche d’accordo con Bonomi quando dice che il salario minimo non risolve il problema del lavoro povero…

«Noi abbiamo già lo strumento dei contratti collettivi, che sono in tutti i casi superiori, e anche di molto, al salario minimo. Bonomi l’ha spiegato bene: sarebbe decisamente meglio dare la priorità al ta­glio del cuneo fiscale, azione che assicurerebbe maggiore competitività alle aziende e che, al contempo, darebbe un aiuto concreto a milioni di lavoratori, specie in un mo­mento come questo in cui il caro vita, con l’aumento dei tassi di interesse, è in continua crescita».

Sono passati sei mesi da quando lei è stato designato presidente di ­Con­­­f­industria Cuneo, carica che ha poi assunto a maggio. Un primo bilancio?

«Ci sono tante attività da svolgere. Con la mia squadra abbiamo un programma fitto di progetti da portare avanti nei quattro anni del nostro mandato».

Cos’è per lei Confindustria Cuneo?

«Il fratello maggiore per 1.200 aziende associate: le teniamo costantemente in­for­mate sulle novità del set­to­re economico-produttivo ma anche su tutto ciò che riguarda le norme e le opportunità a esse associate: il contesto varia con una facilità mai vista prima e, quindi, bisogna restare aggiornati. Ma non tutti hanno il tempo o gli strumenti per farlo. Ecco, allora, che interveniamo noi. Così l’imprenditore può mantenere l’attenzione sul proprio business, sul proprio prodotto, in modo da tu­telarlo e valorizzarlo».

È soddisfatto, insomma.
«Sì, anche perché siamo strutturati bene. Confindustria Cu­­­neo può contare infatti su una rete di collaboratori ec­cellenti che svolgono il loro compito con estrema passione. Il nostro obiettivo deve essere sempre lo stesso: in­for­mare e supportare le a­ziende in modo chiaro e corretto, oltre che con la massima trasparenza».

Filtra molto entusiasmo.
«Anche io mi sento un po’ un fratello maggiore e faccio il massimo per approcciarmi alle varie attività con ottimismo. Sono proprio così di carattere: in qualsiasi contesto, pure quelli più negativi, cerco di guardare avanti e di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Ecco, quello di infondere fiducia agli associati deve essere un altro obiettivo. Solo così possiamo contribuire in concreto al benessere della nostra so­cietà. Del resto, se non pensassimo al benessere di tutti, non sa­remmo dei bravi im­pren­ditori. Ma gli imprenditori cuneesi ci sono e, a questa chiamata, rispondono sempre: “presente”».