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Preside coraggio

Antonella Di Bartolo, dirigente di un istituto scolastico alla periferia di Palermo, combatte l’abbandono degli studi parlando ai ragazzi per strada oppure a casa. E nel suo quartiere, il tasso di dispersione si è abbassato

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Sosteneva Gesualdo Bufalino, insegnante appassionato e raffinato scrittore, che per battere la mafia occorresse un esercito di maestri elementari: cultura, non repressione. Educazione e scuola. Sarà felice, da lassù, nel vedere il suo teorema applicato con il cuore da una preside di frontiera: Antonella Di Bartolo, 54 anni, da dieci dirigente dell’Ics “Sperone-Pertini” di Palermo, famosa per la lotta “su strada” alla dispersione scolastica, ché se non ti presenti in classe viene lei a recuperarti a casa.
Il problema, dalle sue parti, è grave – pensate che il tasso nazionale di abbandono del 12,7 per cento, tra i più alti d’Europa dopo Spagna e Romania, tocca in Sicilia il 21,1 per cento, davanti a Puglia (17,6), Campania (16,4) e Calabria (14) – ma la strategia del porta a porta, del dialogo, della persuasione gentile ha portato, nel quartiere, ad abbassare il tasso di dispersione dal 27,3%, al 3,3%. «Il territorio è complesso e buona parte della popolazione vive in una condizione di disagio economico, sociale ed educativo – spiega -: c’è chi è costretto a scegliere se acquistare libri oppure cibo e chi non comprende il valore della cultura, ritenendo in buona fede più utile avviare i giovanissimi a un mestiere».
Di Bartolo non impone, incontra le persone e dimostra l’importanza di investire sulla cultura dei propri figli: c’è un video virale che la riprende mentre dialoga dal basso con una famiglia affacciata al primo piano di una palazzina. «È capitato di andare a casa dei ragazzi, o di affrontare il problema in strada – conferma -: la scuola non deve avere confini. All’inizio c’è diffidenza, chiusura, ma l’atteggiamento il più delle volte cambia appena i genitori comprendono che l’obiettivo è comune ed è il bene dei ragazzi».
Una sorta di apostolato, che non è personale: dietro la preside si muovono decine di docenti che ne condividono idee e progetti, disposti a loro volta a lasciare le cattedre e scendere in strada per riportare a scuola i ragazzi: «I risultati raggiunti sono importanti e ci rendono orgogliosissimi, però vanno difesi e migliorati: se anche un solo bambino su cento non frequenta la scuola è gravissimo e inaccettabile» continua Di Bartolo, che fissa ora l’obiettivo di raggiungere una percentuale di dispersione pari allo zero : «Abbiamo messo in atto importanti misure di sistema, azioni quasi sartoriali, a misura di ciascun bambino e di ciascuna bambina e soprattutto dei loro genitori». Il segreto è un’alleanza con i cittadini, al porta a porta si aggiungono infatti il coinvolgimento dei commercianti affinché accettino le iscrizioni per la scuola, l’organizzazione di eventi di aggregazione e l’istituzione di una scuola per l’infanzia, prima assente, come base del percorso di istruzione, che aiuti a crescere i piccoli insieme alle famiglie: «Si è lavorato sulla consapevolezza del diritto a frequentare, a partire dall’asilo: quando un diritto viene offerto, viene riconosciuto ed esercitato. E la scuola è un diritto che va restituito ai ragazzi».