Cia Cuneo illustra il percorso sul come coniugare lo sviluppo dell’agricoltura e la sostenibilità

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La Fao, l’agenzia delle Nazioni Unite che è in prima linea nella lotta contro la fame nel mondo, ha individuato i cinque principi fondamentali per coniugare lo sviluppo dell’attività agricola in modo sostenibile. Bisogna aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari attraverso la modifica delle pratiche e dei processi agricoli in modo da garantire i rifornimenti produttivi, ma, allo stesso tempo, ridurre i consumi di energia e di acqua. E’ necessario proteggere e migliorare le risorse naturali e favorire la conservazione dell’ambiente, diminuendo l’inquinamento delle fonti idriche, la distruzione dell’habitat e degli ecosistemi, il deterioramento dei suoli. Occorre migliorare i sistemi di sussistenza e sostenere una crescita economica inclusiva. Serve far crescere la resilienza di persone, comunità ed ecosistemi, trasformando i modelli produttivi così da minimizzare gli impatti che i fenomeni estremi innescati dai cambiamenti climatici e la volatilità dei prezzi di mercato hanno sull’agricoltura. Bisogna adattare la governance alle nuove sfide per assicurare una cornice legale idonea a raggiungere un equilibrio fra settore pubblico e settore privato, assegnando incentivi e garantendo equità e trasparenza.

Come si possono tradurre in concreto questi principi? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Ribotta: responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo di Cia Cuneo.   Sottolinea: “I principi dettati dalla Fao ci fanno capire l’importanza di coniugare a 360 gradi la sostenibilità e l’attività agricola. Infatti, il termine sostenibilità, di cui spesso si abusa, viene soprattutto usato limitandolo alla sola dimensione ecologica. Raramente, invece, si fa riferimento alla sua dimensione economica e a quella sociale: non solo sull’aspetto della salubrità dei prodotti, ma anche nella garanzia di condizioni di lavoro decorose per l’agricoltore e per tutti gli operatori del comparto. Inoltre, il concetto di agricoltura sostenibile va collegato ai costi che il contesto economico può sopportare in un determinato periodo”.

Nel concreto? “La sostenibilità va inquadrata come ottimizzazione massima della pratica agricola. Per raggiungere l’obiettivo la tecnologia può dare una grossa mano, ma al tempo stesso è fondamentale non perdere di vista i concetti di base sull’agronomia e il contatto con la terra costante e puntuale. A oggi non si può fare agricoltura prescindendo da una presenza continua in campo del coltivatore, con l’obiettivo di sviluppare una visione dettagliata e immediata dei problemi che si presentano e di poter rendere operative in maniera ottimizzata le risorse disponibili. Andare verso una forte riduzione degli attuali strumenti usati nella difesa delle colture è l’unico approccio sostenibile e realizzabile”.

 

L’applicazione nella frutticoltura

Ribotta segue in particolare per Cia Cuneo il settore della frutticoltura. Quali sono i punti fondamentali della sostenibilità nella gestione di un frutteto? Risponde: “La riduzione dei trattamenti fitosanitari, il miglioramento dell’efficacia delle operazioni colturali, la gestione della concimazione e dell’irrigazione, l’aumento del biocontrollo e dell’autodifesa. Poi, un altro elemento importante è la modifica dell’architettura del frutteto che può rendere più sostenibile la coltivazione. In quale modo? Introducendo innovazioni nella meccanizzazione, nella distribuzione dei prodotti per la difesa delle colture e nell’applicazione di reti multifunzionali”.