Sono stati oltre 70, quasi la metà dei quali bambini o ragazzi, i cittadini ucraini che hanno trovato ospitalità nel centro di accoglienza straordinario, il cosiddetto CAS, che è rimasto in attività sul territorio cuneese per 12 mesi. Il progetto, conclusosi lo scorso 11 aprile, ha visto la collaborazione di Comune di Cuneo, Caritas di Cuneo, San Vincenzo e i soggetti del terzo settore coinvolti nella gestione del polo “.Meet”, vale a dire Fiordaliso, Momo, Emmanuele, Orso e Spazio Mediazione Intercultura. Importante il ruolo svolto dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, che ha garantito specifiche figure professionali. Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Interno, per un totale di circa 350.000 euro, è stato coordinato attraverso la stipula della convenzione con la Prefettura di Cuneo.
La peculiarità dell’esperienza cuneese è stata la volontà di attivare un modello di accoglienza integrata e diffusa, evitando di concentrare tutti gli ospiti in una medesima struttura e favorendone invece la distribuzione sul territorio, in modo da facilitare l’integrazione delle persone ospitate nelle varie comunità. Così, sono state individuate 12 diverse abitazioni, di cui nove a Cuneo, una a Robilante, una a Moiola e una a Peveragno, per un totale di circa 50 posti letto, che hanno visto avvicendarsi oltre 70 persone. Le abitazioni sono state messe a disposizione dall’Associazione San Vincenzo e dalla Caritas, alcune date in comodato d’uso dalla Diocesi o dall’Ente Sostentamento Clero e altre messe a disposizione da privati cittadini. Le persone accolte hanno ricevuto, oltre a vitto e alloggio, una serie di servizi di sostegno e accompagnamento, di tipo sanitario, legale, psicologico e di orientamento, come un corso di lingua italiana e il supporto per le pratiche amministrative. Bambini e ragazzi hanno potuto frequentare la scuola e diversi adulti hanno intrapreso percorsi lavorativi. Molte delle persone accolte hanno poi deciso di fermarsi in Italia stabilmente, mentre altri hanno preferito rientrare in patria, lasciando spazio a nuovi arrivi. A seguire gli ospiti diverse figure professionali delle varie associazioni del terzo settore e numerosi volontari, che hanno garantito un presidio giornaliero continuo, permettendo agli ospiti di tornare a condurre una vita quanto più possibile “normale”.
Nell’ambito del progetto di accoglienza è stato inoltre attivato, sin dal 14 aprile 2022, lo sportello Info Ucraina presso il polo “.Meet”, in via Leutrum 7, destinato a tutti i cittadini ucraini presenti sul territorio, famiglie e altri soggetti che hanno offerto ospitalità, oltre che a tutte le persone interessate ad offrire il loro contributo in risposta all’emergenza.
Il CAS ha permesso di gestire una situazione emergenziale che andava affrontata nel minor tempo possibile, visto l’elevato numero di profughi che stava scappando dalla guerra e arrivava sul nostro territorio, facendo sinergia con i soggetti del territorio e garantendo l’accoglienza a tutti, ma in maniera flessibile ed economicamente sostenibile.
Concluso il progetto, ora il percorso per molti dei cittadini ucraini arrivati in città continuerà nell’ambito del SAI, il sistema di accoglienza e integrazione che mette insieme 24 comuni della provincia, con Cuneo capofila, e che nel corso del 2022 ha accolto oltre 400 persone, 131 in più dello scorso anno. Proprio in seguito all’emergenza profughi in arrivo dall’Ucraina, il SAI ha previsto un aumento di posti dedicata alle persone di questa nazionalità, in modo da poter far fronte alla maggior richiesta di accoglienza.
«L’esperienza di accoglienza delle persone scappate dalla guerra in Ucraina – il commento della Sindaca di Cuneo Patrizia Manassero – dimostra che Cuneo è una città che sa velocemente rispondere ai bisogni di chi è in difficoltà, facendo rete tra enti, istituzioni e associazioni diverse. Facciamo tesoro di questa esperienza positiva anche per il futuro. Il più sentito ringraziamento, mio e dell’Amministrazione, va a San Vincenzo e Caritas, che ci hanno permesso di portare avanti operativamente un progetto di grande valore come questo. Il nostro caloroso grazie a tutti i volontari che si sono impegnati in prima persona, offrendo con generosità e dedizione la loro disponibilità e il loro tempo per molti mesi».