Piero Bosco, guida esperta di viaggi polari, in una serata alla scoperta del dirigibile Italia

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Venerdì 24 marzo alle 21 l’associazione Alec ospiterà la guida esperta in viaggi polari Piero Bosco che attraverso la narrazione di un viaggio-spedizione ci offrirà l’occasione di conoscere nei dettagli la storia del dirigibile Italia al comando del generale Umberto Nobile che il 25 maggio 1928, dopo aver sorvolato il Polo Nord, a causa di una violenta tempesta si schiantò sul pack.

Molto è stato scritto sulla spedizione che suscitò accese polemiche tra i politici dell’allora regime fascista. Ad essere poco conosciuta è la storia del gruppo di otto alpini che, guidati dal capitano Sora, in più riprese tentarono di salvare l’equipaggio al nord delle isole Svalbard.

Era intenzione del generale Nobile di compiere un’impresa unica per quel tempo, attraversare cioè tutto il circolo polare artico con un pallone aerostatico. – racconta Piero Bosco -. Si era rivolto al governo per chiedere il supporto di un paio di aerei ma Italo Balbo non convinto dall’esplorazione gli affidò solo un gruppo di alpini. Al largo della costa nord-est delle Svalbard, il 24 maggio il dirigibile si imbatté in condizioni climatiche pessime e il 25 maggio precipitò a terrà appesantito dal ghiaccio: un membro dell’ equipaggio morì, 6 volarono via con il pallone, mai più ritrovato, e 9 caddero sul pack. Appena la notizia giunse al mercantile Città di Milano, di supporto alla spedizione, il capitano Sora e otto alpini organizzarono le operazioni di soccorso. A piedi e a bordo di una piccola barca a remi, tra numerosi stenti e fatiche, cercarono di raggiungere i dispersi che avevano trovato riparo nella celebre Tenda Rossa. Nel loro cammino raggiunsero un’isola sconosciuta che denominarono Alpinøia (isola degli Alpini)”.

Per ripercorrere il tragitto compiuto dalle Penne Nere, Piero Bosco ha organizzato e partecipato alla crociera-spedizione alla riscoperta di Alpiniøya con l’intento di seguire fedelmente le tracce degli alpini fino a raggiungere quel lembo di terra che il capitano Sora dedicò al Corpo a cui con orgoglio apparteneva.

La storia dei soccorsi è affascinante almeno quanto quella della spedizione di Nobile e, dopo il ‘28, nessuno aveva più messo piede su quella sperduta isola. Ci sono tornato nel 2010, con il cappello da alpino e alcuni compagni, per girare un documentario, un viaggio per ripercorrere fedelmente l’itinerario navigando tra i ghiacci delle Svalbard circondati da panorami incredibili, orsi e volpi polari, renne, trichechi, foche e balene”.

Nato a La Morra, Piero Bosco ha presto deciso che doveva conoscere il mondo. Nel 1987 ha svolto il servizio militare nel corpo dell’ Artiglieria da Montagna e durante quell’anno ha sviluppato la sua passione per il freddo e ha imparato come comportarsi nella selvaggia natura dell’alta montagna. La sua passione per l’esplorazione lo ha portato in molte remote regioni dell’Artico e dell’Antartico. All’inizio come semplice viaggiatore, e più tardi come guida, ha più volte partecipato a spedizioni nel Pacifico del Nord (Kurili, Kamchatka, Chukotka, Wrangel, Komandorsky, Aleutine, Alaska, Pribilof, Canada), nell’Atlantico del Nord (Labrador, Newfoundland, Groenlandia, Islanda, Svalbard, Lofoten, Jan Mayen, Faer Oer, Shetland, Kola, Terra di Francesco Giuseppe) e nell’Atlantico Meridionale (Falklands, South Georgia e Penisola Antartica). Inoltre ha visitato in più occasioni la Siberia. Ha navigato a bordo di navi da ricerca polare e barche a vela, pagaiato a bordo di kayaks, attraversato la tundra ghiacciata con motoslitte, sci, cani da slitta e renne. Può vantare un centinaio di spedizioni nelle aree polari. Come amante della storia delle esplorazioni polari ha pubblicato articoli sul Polar Record – Scott Polar Research Institute -, Il Polo – Istituto Geografico Polare “S. Zavatti”. Ha contribuito, insieme ad alcuni colleghi, alla stesura del testo “Polar Essays of the Arctic” e più recentemente è uscito il suo primo libro “Terra Incognita”.