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“Siamo tutti Medea”

Un viaggio attraverso il mito di Medea e la zona d’ombra in ognuno di noi Libero adattamento da Medea di Euripide e Seneca e dal Mito della caverna di Platone regia Sara Dho responsabile Dott.ssa Tiziana Vecerina

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LO SPETTACOLO
Medea, protagonista della mitologia greca e di tanti testi teatrali, prima fra tutte l’omonima tragedia di Euripide, rappresenta da sempre il simbolo del gesto contro natura e contro gli Dei. Eppure a ben vedere le ragioni che l’hanno animata suscitano incertezze anche in noi oggi: non è possibile esprimersi totalmente favorevoli o sfavorevoli verso di lei.

Certi gesti estremi sono comunemente marchiati come riprovevoli, ma se si osservano le cause che li hanno generati, se si indossano i panni di chi li ha compiuti, non si è più in grado di giudicarli con altrettanta facilità e superficialità.

Scopriamo che in fondo siamo tutti un po’ Medea, e quando la vita ci mette alla prova ci tocca attraversare una zona d’ombra, entrare in contatto con una parte di noi che non conosciamo, che ci spaventa, che non pensavamo di avere, percorrere una strada imprevista, compiere azioni di cui abbiamo sempre detto “io non lo farò mai”, che ci sdegnano, che mettono in forte crisi la percezione della nostra identità e che in un certo qual modo annullano ciò che siamo stati fino a quel momento.

SARA DHO
Diplomata presso la Civica Accademia di Teatro “Paolo Grassi” di Milano, lavora a tutto tondo come attrice, regista, drammaturga e docente di recitazione. Conduce numerosi laboratori teatrali, fra questi dal 2021 quello presso la struttura Cascina Solaro.

CASCINA SOLARO
I laboratori teatrali della Cascina Solaro, comunità terapeutica psichiatrica, iniziano nel 2004 con brevi rappresentazioni teatrali, il cui testo veniva scritto dagli stessi pazienti. Nel corso del tempo gli spettacoli hanno acquistato uno spessore maggiore. La compagnia teatrale, grazie alla guida di una regista, si è impegnata nella rivisitazione di alcune importanti opere, tra cui la tragedia greca di Antigone, “La Vita è Sogno” di Calderon de La Barca e la vita della mecenate americana Peggy Guggenheim, fino ad arrivare all’ultimo spettacolo: “Siamo tutti Medea”.

INFO SPETTACOLO
Prenotazioni: 349/2459042 | [email protected]
INGRESSO GRATUITO
Teatro SOMS – Progetto Cantoregi  via Carlo Costa 23, Racconigi

SOMS
Progetto Cantoregi ha la sua sede: è la SOMS, nel centro storico di Racconigi (Cn). Attività culturali, proiezioni cinematografiche, spettacoli e laboratori teatrali, momenti letterari, mostre. Sono molte le attività che Progetto Cantoregi organizza. Soms è anche la casa della comunità, delle associazioni e dei cittadini che vorranno proporre iniziative e attività. È uno spazio di comunità, un luogo che s’incarichi di essere generatore di prossimità nel contesto socio-territoriale di riferimento, e quindi non solo per tutti i cittadini e le cittadine racconigesi, ma anche per gli abitanti dei comuni limitrofi. Una sorta di permanente laboratorio di idee, uno spazio partecipato e multiculturale a vocazione pubblica, multifunzionale e aperto a tutti. Un luogo di connessione sociale, un presidio umano che cercherà di rispondere a un crescente e diffuso bisogno di socialità, che si faccia motore di aggregazione giovanile spontanea, obiettivo tutt’altro che scontato nell’era dei rapporti virtuali, ma che non dimentichi la fascia più anziana della popolazione e provi ad opporsi alla precarietà data dagli elementi tipici della società individualizzata, che la rendono sempre più esposta al rischio di votarsi ad una condizione di solitudine e isolamento sociale.

LA VOCE DI ELISA ODV
L’Organizzazione Di Volontariato “La Voce di Elisa” (sede: Casa Azzurra – Strada Cavallotta, 5, Savigliano, Cuneo) ha l’obiettivo di dare voce per parlare, raccontare, “fare rumore” sulle tematiche della prevenzione e della salute mentale. Creare Cultura: educare e creare una comunità educante. Cosa vuol dire essere adolescenti, cosa vuol dire diventare adulti. Cosa vuol dire stare male. La cura nasce dalle famiglie, dagli adulti, dai pari, dal tessuto sociale. La cura siamo noi. Dobbiamo solo imparare a farlo. Creare Spazi di Intervento: permettere a qualunque ragazzo di accedere a un percorso di intervento altamente qualificato, specializzato, multi-professionale, intensivo e soprattutto economicamente accessibile. Questo non è solo un dovere clinico, ma anche etico.

“La Voce di Elisa” nasce dall’incontro di due storie: la storia di Elisa, che ha sofferto e ha combattuto perché la sua voce fosse ascoltata, e la storia del Progetto Giovani, programma di intervento precoce in età adolescenziale e giovane adulta del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL CN1. Da questo incontro è nata una nuova storia, che vuole radicare sul territorio la cultura del benessere psichico affrontando i problemi e le dinamiche insite del periodo adolescenziale e della prima età adulta.

 

IL MITO DI MEDEA
Figlia del re della Colchide, terra dal sapore esotico ben lontana dalla Grecia (pressappoco l’attuale Georgia), discendeva dal dio Sole ed era stata iniziata all’esoterismo e ai rituali magici, che applicava nel culto divino e a protezione di famiglia e patria. In Colchide infatti veniva custodito un oggetto assai prezioso, il vello d’oro, una pelle di montone di origina divina dotata di enormi poteri.

Proprio nella speranza di conquistare il vello d’oro e di riprendere grazie ad esso il trono che gli è stato usurpato, arriva in Colchide Giasone, eroe greco, accompagnato a bordo della nave Argo dai suoi fedeli compagni di avventura (per questo ribattezzati Argonauti).

Medea, nel pieno dell’adolescenza, folgorata da questo straniero venuto dal mare, se ne innamora perdutamente e sceglie di dedicarsi completamente a lui, tradendo il padre, rinnegando la propria gente e adoperando le sue conoscenze magiche per fargli vincere prove altrimenti mortali e fargli conquistare infine il vello d’oro. Pur di soddisfare Giasone, che la ricambia, non esita a spingersi sempre più in là, arrivando a compiere gesti estremi, come l’uccisione del fratello per poter fuggire da una terra che ormai non la riconosce e non la accetta più. Con Giasone approda in Grecia, a Corinto, esule, donna barbara (un’immigrata diremmo oggi), accolta solo ed unicamente perché moglie di un uomo greco e madre dei due figli mezzosangue greco avuti con lui. Giasone però è figlio di re e ardisce tornare ad esserlo. Perciò, quando il re di Corinto Creonte gli offre in sposa sua figlia, una donna greca a tutti gli effetti, nonché principessa dunque tramite per il trono, Giasone accetta e sceglie di ripudiare Medea.

Medea, dapprima sconvolta per il profondo senso di tradimento, si fa in seguito furente e infine medita sulle conseguenze di un’eventuale passività o di una reazione: potrebbe accettare la legge greca del ripudio, ma i figli andrebbero a vivere col padre e con una nuova “madre” che finirebbe per sostituirsi a lei, senza contare poi che lei è straniera e verrebbe bandita anche da Corinto; potrebbe uccidere se stessa, non proverebbe più dolore, ma ancora una volta i figli sarebbero abbandonati a loro stessi e sarebbero orfani di madre; potrebbe vendicarsi di Giasone, ma come? Uccidere la nuova promessa sposa o Giasone stesso, col rischio certo di essere giustiziata e che i figli subiscano una sorte analoga se non peggiore? Alla fine ecco che si fa strada un pensiero paradossale, indecente, iniquo contro la legge morale e divina: uccidere i figli, impedire a Giasone di godere di loro a discapito della madre, privarlo della discendenza e mettere i figli al riparo da possibili atti di circonvenzione o di vendetta. Medea sacrifica i figli, ma con essi finisce per sacrificare anche se stessa. La liberazione e la condanna assumono un’unica forma

BaNNER
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