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Trent’anni di Tg5 e stessa curiosità del primo giorno»

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Cesara Buonamici, un sorriso che è un’istituzione. Sono passati esattamente trentun anni dalla prima edizione del Tg5 e il volto della giornalista fiorentina si identifica da allora con il primo telegiornale dell’odierna Mediaset, l’inizio di una nuova epoca televisiva.

Qual è il suo bilancio, oggi?
«Di grande soddisfazione, il Tg5 ha avuto negli anni un crescendo di riconoscimenti, tra gradimento e affidabilità, e tra l’altro sta godendo da mesi di una stagione d’ascolti formidabile, che vede una crescita continua. È frutto dell’ottima direzione da parte di Clemente Mimun e del lavoro di squadra, oltre che come sempre un po’ di fortuna. Il segreto del Tg5? Aver mantenuto negli anni la freschezza degli esordi che ha portato anche a una scelta di contenuti e linguaggio, rafforzando la relazione con il pubblico all’insegna dell’affidabilità».

Come è stato, negli anni, il vostro approccio verso i temi della politica?
«Il Tg5 non è un giornale di partito, ci si devono riconoscere tutti: questo è lo spirito guida. Come amava dire il presidente Confalonieri, de­ve essere “una polifonica”. Sappiamo bene che con il nostro mestiere di giornalisti possiamo fare anche grandi danni, quindi equilibrio e controllo delle fonti sono di primaria importanza. La politica richiede attenzione, i giornali di parte sono ristretti a un pubblico di parte, questo giornale invece è per tutti».

Quanto ha visto cambiare la società in questi anni leggendo il telegiornale?
«In realtà noi non usiamo il “gobbo” e non leggiamo, andiamo a braccio. È un’altra nostra caratteristica per mi­gliorare il rapporto di vicinanza verso chi ci segue, per una comunicazione più efficace. La società è cambiata per l’esplosione dei social, le notizie vengono consumate nello spazio di poche ore, tutto si apprende rapidamente. Serve quindi uno sforzo d’immaginazione e di attenzione per trovare le chiavi più interessanti di un pubblico che ha tante fonti. Una volta aspettavi il telegiornale per informarti, oggi sei assediato dalle notizie».

E il rischio è che molte notizie siano “fake”.
«Ecco l’importanza del controllo delle fonti. Non tutte le notizie sono buone, questa valanga va controllata. Ma la società cambia anche perché oggi ha nuove paure e preoccupazioni, gli ultimi anni sono stati un tormento tra Covid, questioni economiche e ora anche la guerra. Ogni stagione porta insidie per quanto riguarda il futuro, continua a crescere il senso di incertezza. Questo richiede ancora di più a noi giornalisti la capacità di raccontare nel modo migliore quello che succede, senza eccedere in ansie ma senza neanche minimizzare la portata degli eventi. Il Covid ci ha dato angoscia però dopo un bel po’ di sacrifici, abbiamo ripreso la nostra vita. Così è per tutto, la linea d’equilibrio è l’unica possibile strada. Non possiamo spingere le persone a dire: mi chiudo in casa. Ma dobbiamo stare attenti, perché il rischio c’è».

Come è cambiata l’attenzione dei telespettatori?
«Ora c’è molta curiosità per i grandi temi ambientali. Un vero crescendo: cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico, quella ambientale è una primaria questione d’interesse. Si prende coscienza di un mondo che cambia e quindi si studiano questi fenomeni. La cosa che riscontriamo è in generale la preoccupazione. Dei giovani per un verso, degli anziani per un altro. C’è un senso d’incertezza che condiziona le scelte».

La passione che aveva da bambina, quando già immaginava di fare questo lavoro, è rimasta intatta?
«Sì, ho sempre avuto tanto amore per il mio lavoro e devo dire che 31 anni passati al Tg5 sono stati una volata. E vedo nei colleghi intorno a me e nel direttore lo stesso entusiasmo, la stessa voglia di fare e di migliorare, la curiosità che non si esaurisce. Questa è la spinta vitale di un giornalista, se viene meno qualcosa si è rotto. C’è una forza intrinseca. Questo nonostante che per portata numerica, noi non siamo paragonabili ai tg della Rai né in Italia e tanto meno nelle sedi di corrispondenza all’estero. Però la passione fa fare miracoli».

A un giovane cosa consiglierebbe?
«Sempre la stessa ricetta: curiosità, passione, voglia di fare. Non è facile, so che rispetto a quando ho cominciato io, è tutto più complicato. Però da noi arrivano stagisti che sono bravissimi, con un grande livello di preparazione, anche superiore a quello della mia generazione. Non è una strada facile anche per la fortissima crisi della carta stampata che ha tolto tanti sbocchi. Però se ne sono creati altri, c’è il digitale. Serve sempre un misto di caratteristiche personali e curiosità, non ultima una buona dose di fortuna: in fondo la vita è l’arte degli incontri. Tutto può succedere e succede, mai perdere la speranza».

È mai stata nel Cuneese?
«La zona del Barolo e dei tartufi? Ci sono stata e mi piace moltissimo, quei profumi danno un’ebrezza di felicità».

Le colline le ricordano un po’ casa?
«Appena posso vado in Toscana, a Fiesole. La terra di collina è tutto per me e quindi amo anche le Langhe per questo».

Si è da poco sposata con Joshua Kalman dopo una lun­ga convivenza.
«Dopo 25 anni. Ci siamo sposati per noi stessi, però devo ammettere che il matrimonio mi ha dato qualcosa in più, qualcosa a cui in fondo non avevo pensato quando abbiamo deciso di compiere il passo. Sono felice d’averlo fatto».

È ancora legata alla tradizione cattolica della sua famiglia?
«Sono e resto cattolica osservante. Mio marito è di religione ebraica ma questo non ci impedisce di restare uniti e rispettosi delle nostre religioni. Ho fede, non ne ho mai fatto a meno e ho sempre trovato conforto. Sono una persona di fede, non bigotta, ma che crede. Senza eccessi, però la fede mi ha accompagnato nella vita e lo fa ancora oggi».

Se guarda avanti, ha ancora un obiettivo da raggiungere?
«Quando me lo chiedono non so mai cosa dire, mi ritengo una persona serena. Una che ha avuto la fortuna di fare quello che desiderava da bambina. Prendendo quello che poi la vita mi ha proposto di volta in volta».

 

CHI È

Nata nel 1957 a Firenze, conduce le edizioni del Tg5 fin dal lancio avvenuto nel 1992. Da oltre trent’anni il suo stile pacato e la sua sobria eleganza ne hanno fatto negli anni un punto di riferimento irrinunciabile per i telespettatori, competente e affidabile

COSA HA FATTO

Durante i suoi studi universitari ha cominciato a leggere le prime edizione del telegiornale
all’emittente fiorentina Tele Libera, successivamente acquisita da Retequattro di proprietà del gruppo Mondadori, acquisita poi da Berlusconi. In seguito il passaggio al Tg5

COSA FA

Fuori dalla conduzione del telegiornale, ha anche recitato come attrice in alcuni film e ha partecipato al talent show “Let’s dance”. Vive a Roma, nel 2022 ha sposato il medico di origini israeliane Joshua Kalman dopo un fidanzamento che durava da 25 anni.
Da oltre trent’anni è il volto del tg di Canale 5, punto di riferimento storico per i fan della rete berlusconiana

BaNNER
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