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Storie di criminali finiti in carcere o ancora in fuga

Ripercorriamo le tappe dell’infinita lotta della giustizia contro gli assassini di mafia. L’ultima vittoria dello Stato, pochi giorni fa a Palermo. Ma dopo Messina Denaro, possiamo davvero sperare che la partita sia ormai quasi vinta?

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I GRANDI ARRESTI

16 gennaio 2023 Matteo Messina Denaro
Ricercato numero uno tra i boss mafiosi, latitante da 30 anni. Il 60enne, originario di Castelvetrano (Trapani) è stato fermato dai militari all’interno della clinica La Maddalena di Palermo, al termine di un’operazione coordinata dal comandante Pasquale Angelosanto. È mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Una latitanza record come quella di Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernardo Provenzano, per 38 anni

11 aprile 2006 Bernardo Provenzano
Dopo l’arresto di Riina nel ’93, il ruolo di capo di Cosa Nostra era passato a Bernardo Provenzano. L’ultimo dei cosiddetti “vecchi boss” viene preso nel 2006. L’operazione va a buon fine grazie alle intercettazioni dei cosiddetti “pizzini”, i biglietti con i quali il boss comunicava con i membri della famiglia e del clan durante la sua lunga latitanza. Il blitz avviene in un casolare a Montagna dei Cavalli, frazione a 2 chilometri da Corleone

20 maggio 1996 Giovanni Brusca
La polizia lo arresta alla periferia di Palermo, insieme al fratello Vincenzo, entrambi latitanti da tempo, figli del boss Bernardo Brusca, della “famiglia” di San Giuseppe Jato. Detto, per la sua ferocia, “scannacristiani”, dirige la Strage di Capaci ed è uno dei mandanti della Strage di via D’Amelio. Oltre agli attentati a Firenze, Milano e Roma nell’estate del 1993 è responsabile della truculenta uccisione del figlio del pentito Di Matteo

24 giugno 1995 Leoluca Bagarella
Quando si è reso conto che gli investigatori lo seguivano, ha cercato di accelerare per seminarli, ma è stato bloccato. Si è arreso senza negare la sua identità. Quarto figlio del boss Salvatore Bagarella, Don Luchino, che verrà poi soprannominato “la iena corleonese”, cognato di Totò Riina, è stato al comando della fazione stragista di Cosa Nostra. Oggi sconta l’ergastolo in regime carcerario di 41 bis a Bancali, in provincia di Sassari

15 gennaio 1993 Totò Riina
Catturato 30 anni fa dopo 24 anni di latitanza. I carabinieri intercettarono l’auto del capomafia appena uscita dal residence di via Bernini in cui viveva da tempo con la famiglia. L’operazione fu condotta dal gruppo guidato dal capitano Ultimo. Con loro il pentito Baldassare Di Maggio che riconosce Salvatore Biondino e Totò Riina a bordo di una Citroen Zx. Il capitano Ultimo aprì lo sportello: «Riina, lei è catturato per mano dei carabinieri»

20 febbraio 1986 Michele Greco
Il capo della vecchia mafia palermitana indicato da Tommaso Buscetta al vertice dell’organizzazione, viene arrestato dai carabinieri a Caccamo, in provincia di Palermo. Aveva la bibbia sul comodino e parlava come un curato di campagna. Era irreperibile dal giugno del 1982. Morto nel 2008 mentre era detenuto a Rebibbia, era conosciuto come “Il papa”, nomignolo che derivava dalla sua abilità nel mediare le dispute tra le varie famiglie rivali

I GRANDI LATITANTI

Attilio Cubeddu
In testa all’elenco dei latitanti di massima pericolosità, nel “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze, c’è lui. Nato nel 1947 ad Arzana, nel Nuorese, è ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu e Carros, dove si trovava per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Dal marzo 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali, e se fino a qualche anno fa si riteneva potesse essere stato ucciso, ora si pensa che si nasconda in Ogliastra, protetto da una fitta rete di fiancheggiatori

Giovanni Motisi
Nato il primo gennaio 1959 a Palermo e ricercato dal 1998 (per omicidi, associazione di tipo mafioso, strage ed altro), deve scontare la pena dell’ergastolo. Per lui il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Secondo le indagini delle forze dell’ordine, killer di fiducia di Totò Riina e tra gli organizzatori dell’agguato per uccidere il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. Conosciuto anche con il nome di ‘U pacchiuni, il grasso, è stato anche condannato all’ergastolo per l’omicidio del commissario della polizia Giuseppe Montana, ucciso nel 1985

Renato Cinquegranella
Latitante dal 2002, nato a Napoli nel 1949 è legato alla Fratellanza napoletana, branca camorrista in guerra con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, arrestato nel 1979 e morto nel 2021. È stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giacomo Frattini, affiliato della nuova camorra organizzata, che venne torturato, ucciso e fatto a pezzi. Sarebbe anche coinvolto nell’omicidio del capo della squadra Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista Pasquale Paola, per mano delle Brigate Rosse. Attualmente ricercato per associazione mafiosa, concorso in omicidio, detenzione e porto d’armi illegale ed estorsione

Pasquale Bonavota
Latitante dal 2018, è nato a Vibo Valentia nel 1974 ed è uno dei capi della ‘ndrina Bonavota, cosca mafiosa della ‘ndrangheta calabrese proveniente dal comune di Sant’Onofrio, con esponenti anche in Piemonte e Roma. Le loro attività comprendono l’estorsione, l’usura, il traffico di droga e il riciclaggio. Scam­pato sempre all’arresto, sarebbe a capo di una ‘ndrina distaccata a Roma. Dal 2018 è ricercato per associazione mafiosa e omicidio aggravato in concorso. La famiglia Bonavota ha controllato l’amministrazione comunale di Sant’Onofrio fino al 2009, quando è stato arrestato il padre Domenico