Saluzzo: più di cento partecipanti al workshop europeo e seminario finale del progetto “IncL – Invecchiare Bene”

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Giovedì 27 ottobre più di cento partecipanti italiani e francesi hanno preso parte a Saluzzo, presso gli spazi de Il Quartiere (ex Caserma Musso, piazza Montebello 1), all’incontro “L’isolamento delle persone anziane: cosa si può fare?”, workshop europeo e seminario finale del progetto “IncL – Invecchiare Bene” Alcotra 2014-2020 Piter Terres Monviso.

I lavori sono stati introdotti dai saluti del Sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni e del vicepresidente della Communauté de communes de Serre-Ponçon, capofila del Progetto IncL, Jean-Pierre Gandois, e hanno preso avvio con tre relazioni che hanno approfondito il tema della fragilità sociale degli anziani in montagna sotto aspetti diversi e complementari tra loro. Marco Sisti, presidente della Fondazione Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, nel suo intervento intitolato “Isolamento sociale e solitudine” ha affrontato il tema dell’isolamento sociale fornendo dati locali e confrontandoli con una analisi nazionale secondo la quale circa il 12% degli italiani si trova nella condizione di non avere nessuno con cui parlare.

La solitudine è percepita come un problema collettivo: circa 1 persona su 10 lo ritiene tema da porre al centro delle politiche comuni, insieme ad altri temi come l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Sisti ha proposto alcune linee di contrasto alla solitudine, riportando esempi di buone pratiche già sperimentate con successo durante la fase pandemica anche in modalità digitale.

A seguire, il professore di Igiene e salute pubblica dell’Università di Torino Giuseppe Costa ha spiegato, nel suo intervento “Disuguaglianze di salute evitabili tra gli anziani grazie ai fondi del PNRR”, l’importanza di analizzare il fattore della disuguaglianza come indicatore della complessità di una situazione. Dal punto di vista sociosanitario questo modello di analisi permette di indirizzare gli interventi, poiché le malattie e gli interventi di cura impattano in modo disuguale su territori o fasce di popolazione diverse ad esempio per reddito, istruzione o età. Se rese strutturali, queste analisi potrebbero diventare un utile elemento in termini di governance.

La terza relazione è stata quella di Olivier Rit, direttore del Gérontopôle Sud di Marsiglia: il suo intervento “Accompagnamento degli anziani in Francia: sviluppi istituzionali e attori del settore danno motivo di speranza?” ha analizzato l’inevitabile cambiamento demografico al quale andranno incontro le nostre società, la cui età media sta aumentando. Al crescere dell’età media, però, non cresce il periodo in cui è ragionevole sperare di condurre una vita priva di problemi di salute seri e ciò propone un interrogativo sulle possibilità della società di gestire l’aumento dei bisogni di cura che in futuro saranno presenti.

Al termine di questa prima fase di interventi, si è passati alla presentazione delle attività di progetto e dei suoi risultati, con interventi di Cristiana Bertaina, responsabile dell’Area Progetti del Consorzio Monviso Solidale, Lucie Mathieu della ComCom di Serre-Ponçon, Gabriele Ghigo, Direttore del Distretto Sanitario NordOvest dell’ASLCN1 e Pascale Melot di CoDES05. Nell’ultimo intervento della mattinata, il direttore generale del Consorzio Monviso Solidale Enrico Giraudo ha rimarcato l’importanza del progetto e dei suoi numerosi risultati: partendo dalla ricerca di una definizione condivisa di una persona fragile in contesto montano, è scaturito tutto il lavoro che ha visto la collaborazione dei vari enti coinvolti e del territorio, che è diventato parte attiva del progetto di sostegno.

Tra i vari punti chiave del progetto, Giraudo si è focalizzato sull’animazione di comunità, un’azione strategica che ha accompagnato tutto il progetto: i gruppi di animazione nelle valli hanno preparato il terreno per le attività dei GIPIC, li hanno supportati, hanno mantenuto l’attenzione sul coinvolgimento della comunità locale nei singoli progetti, hanno organizzato iniziative di aggregazione e informazione capillari sul territorio, hanno favorito la “contaminazione” tra professionisti, volontari e altre figure coinvolte, che sono uscite da una logica prestazionale per entrare in una dinamica di gruppo che ha saputo coinvolgere anche i rappresentanti delle istituzioni.

Nel pomeriggio, tra le 14 e le 17 si sono svolti cinque atelier tematici in cui i partecipanti hanno preso parte suddividendosi in gruppi. Il lavoro partecipato ha prodotto ottimi risultati che saranno ora messi a sistema per fornire ulteriori indicazioni che potranno costituire una ulteriore documentazione dei risultati del progetto. Nel prosieguo della giornata di lavoro è stata presentata la valutazione degli impatti diretti e indiretti di IncL, effettuata ricorrendo all’analisi dei materiali prodotti e attraverso questionari, interviste e focus group con i soggetti fragili presi in carico e con vari attori territoriali.

Successivamente, sono stati evidenziati i collegamenti e le linee di continuità di azione tra IncL e due altre progettualità europee: il Pitem ProSol, una visione strategica comune italo-francese per ripensare servizi sanitari e sociali innovativi per le persone che vivono in aree montane e rurali nei territori transfrontalieri, e il Pitem Clip, dedicato a sostenere la capacità di innovazione, la competitività e la sostenibilità dei comparti più strategici dell’area transfrontaliera.

La conclusione della giornata, indirizzata verso prospettive di interventi futuri, è stata affidata a Livio Tesio, (ex direttore generale del Consorzio Monviso Solidale) ora Dirigente del Settore Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria della Regione Piemonte, e al Presidente del Consorzio Monviso Solidale Gianpiero Piola.

Si segnala infine che alle pareti della sala in cui si sono svolti i lavori, la “Tematica” de Il Quartiere, erano esposte le immagini della mostra “Inquadriamoci_ La bellezza della fragilità” composta di circa cinquanta fotografie di anziani della valle Varaita in posa come soggetti di dipinti famosi e che è stata una delle azioni più particolari messe in atto sul territorio durante il periodo pandemico. Le fotografie, messe a confronto con le riproduzioni dei dipinti originali, dimostrano come si possa intervenire a sostegno delle difficoltà di chi vive in montagna in modo stimolante e coinvolgente.

c.s.