«Giovani: il mondo del lavoro ha bisogno di voi»

L’appello è chiaro: «A coloro che non hanno ancora preso una decisione consiglio percorsi brevi, di altissimo contenuto professionale, di grande collegamento tra la formazione educativa e il mondo delle imprese»

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Il lavoro è visto come percorso di crescita e sviluppo professionale, attraverso formazione continua ed equilibrio tra vita privata e lavoro. I giovani cercano flessibilità e una professionalità innovativa e inclusiva. E nella nostra Granda, quale mondo del lavoro cercano i giovani diplomati? Cosa li guida nella ricerca di una professione? Molte le domande che ci si può porre quando si è alla ricerca di ragazze e ragazzi da inserire nel proprio organico. Altra sfaccettatura poi è per quelle aziende che vanno dalla manifattura alla digitalizzazione che alla ricerca di personale si sentono dire dopo un colloquio dai candidati: le farò sapere! Ma non era il responsabile del personale, o l’imprenditore, che dopo un colloquio rispondeva: le faremo sapere!
Il mondo del mercato del lavoro forse si è rovesciato o i parametri che solo una decina di anni or sono erano paletti invalicabili si sono spostati sino a giungere ai giorni nostri dove una proposta di tirocinio o stage è vista come un motivo di mero sfruttamento e grida allo scandalo. Ma c’è sempre una via di mezzo, che sgomberi la strada del lavoro da stage o tirocini ambigui, che premi i giovani e che soprattutto insegni loro che la vita di lavoro si basa sulla voglia di formazione continua: per la serie nessuno nasce “imparato”, e quanto è bello imparare qualche cosa di nuovo.

Per capire la posizione di chi cerca spesso giovani da inserire nella propria attività, abbiamo chiesto il parere a Guglielmo Gai che prese le redini nella gestione del personale ha ad oggi una esperienza significativa nella ricerca dei propri collaboratori.
«Faccio una premessa», dice l’Ad della Gai Spa Guglielmo Gai, «che è quella che dovrà guidarci negli anni a venire. Sono sempre meno i giovani che intercettiamo e che riusciamo ad inserire nella nostra attività. La Gai Macchine nella progettazione e realizzazione del proprio prodotto è alla costante ricerca di persone che vogliano condividere il nostro progetto imprenditoriale. Stiamo crescendo in fatturato, produzione e dimensioni della nostra attività. L’acquisto di macchinari e nuove tecnologie è all’ordine del giorno. Si valutano, si scelgono, si pagano, si usano, non hanno particolari esigenze se non le manutenzioni. Dieci minuti di colloquio con un candidato deve raccontarti una marea di informazioni per una scelta. Faccio questo paragone, che non vuole essere irrispettoso, perché la sfida più difficile sarà, ma forse lo è sempre stata, il personale da assumere. Le persone che collaborano con te si conquistano, sempre che si trovino candidati con cui condividere i propri sogni. Ed allora il dilemma sarà, troverò la persona giusta, oppure troverò ancora delle persone per cercare quella che fa per me?».

Eppure negli anni siete sempre cresciuti fino a realizzare il sogno di dare vita ad un IFTS quale il corso Tecnico Tra­s­fertista che è diventato un percorso di eccellenza spesso premiato dalle valutazioni della Regione Piemonte.
«Vero», prosegue Guglielmo Gai, «siamo veramente contenti di questo corso che condividiamo con il Cnosfap, il Vallauri ed il Politecnico di Torino. Ci ha permesso di formare tecnici di primissimo livello oltre a farci conoscere meglio tante aziende che con noi ora si arrovellano per cercare candidati. C’è sempre un ma. La prima edizione, sei anni or sono, ha visto iscriversi oltre novanta candidati, abbiamo fatto tre commissioni composte dai partner e dalle aziende che hanno lavorato per due giorni. Nell’edizione che ci accingiamo a fare partire si fa molta fatica a trovare candidati. Dove sono finiti questi giovani?».

Analisi lucida. Ed allora chiediamo a lei: dove sono finiti questi giovani?

«Intanto», ci dice l’ingegner Gai, «non vorrei citare il detto “mal comune mezzo gaudio” perché non sarebbe il caso, visto che tutti i corsi post diploma languiscono nella medesima situazione e di rimando anche le aziende che fanno i salti mortali per individuare personale ne risentono. Voglio ricordare l’uscita sui mezzi stampa di Giuseppe Bernocco del gruppo Tcn. Mi pare che questa estate abbia detto che in ferie non si va perché siamo concentrati a cercare i dipendenti che non troviamo. Ed allora non solo dove sono i giovani ma dove sono i potenziali dipendenti? Per anni mio padre ha trovato giovani col collegamento naturale con un suo ex compagno di università, il salesiano don Aldo Bertolino. Fu don Aldo a mandarci tecnici validissimi che ancora oggi sono orgoglio per la Gai. Peccato che l’Iti salesiano non ci sia più e che tutte le scuole professionali stentino ad inviarci i loro allievi che mi pare siano sempre meno. Non è solo la demografia in calo a farci segnare il passo. Sono altri i motivi? Mi piacerebbe lanciare questa sfida a tutti gli attori in gioco, dalle scuole, alla formazione professionale, alle amministrazioni, alle agenzie per il lavoro. Dove sono finiti tutti i giovani?».

Nell’attesa che qualcuno vo­glia rispondere a questa do­manda cosa si può fare al riguardo per non tornare negli anni a venire al lamento generalizzato.
«Purtroppo non ho soluzioni», segnala Guglielmo Gai, «se non dire la perseveranza. Sono stato in molte scuole, sono stato anche in scuole non della provincia di Cuneo, mi sono affidato al mondo dei salesiani, alle agenzie interinali, alle conoscenze personali e dei miei collaboratori. Vorrei che corsi come l’IFTS Trasfertista avessero tanti potenziali allievi perché cambia la vita professionale di giovani, validi ma acerbi, che provengono dal mondo della scuola ed in sei mesi di corso giungono ad una metamorfosi professionale. Vorrei rivolgermi a quei ragazzi che non hanno ancora preso una decisione, a chi parla di anno sabbatico, a chi non ha ancora trovato la propria vocazione. Percorsi brevi, di altissimo contenuto professionale, di grande collegamento da formazione educativa e mondo delle imprese, sono una risorsa unica. Approfittatene perché anche queste occasioni non vengano classificate come non appetibili. La Gai, ma non solo noi anche molte altre aziende, negli anni a venire affronteranno anche in autonomia questa formazione. Per noi è il futuro».

Quindi il futuro per voi è un completamento dopo il diploma e poi in azienda.

«Sono contento», conclude Gu­glielmo Gai, «che i ragazzi scelgano l’università ma vorrei sottolineare che esiste un mondo del lavoro che è pronto ad accoglierli. Un mondo del lavoro che è interessato a formarli verso un mestiere che darà loro un impiego sicuro, soddisfazioni professionali e perché no un buon stipendio. L’università deve essere una scelta consapevole e motivata e non un ripiego in attesa di decidere. Esistono tanti corsi professionalizzanti molto interessanti. Direi ai giovani avanti c’è posto».