Nelle Terre del Castagno: eccezionale appuntamento con le Giornate FAI a Garessio

0
1
Foto Roberto Audisio

L’Italia più bella ha bisogno di tutte le nostre energie per sostenerla e valorizzarla e il mese di ottobre è quello in cui il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ci invita a sostenerla con la campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che culmina con il grande evento culturale di piazza Giornate FAI d’Autunno.

Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 lasciamoci nuovamente sorprendere dalle incredibili bellezze che ci circondano partecipando alle visite – a contributo suggerito per il sostegno della missione e dell’attività del FAI – proposte dai volontari della Delegazione FAI Cuneo e del Gruppo FAI Giovani Cuneo che per l’occasione invitano tutti alla scoperta di Garessio, il borgo “dalle finestre medievali e oscure, della pace e del silenzio” cantato da Guido Gozzano, in alta valle Tanaro, la più meridionale delle valli cuneesi, che si adagia fra i boschi di castagno con lo sguardo già rivolto alla Liguria, in un paesaggio suggestivo immerso nella bellezza di una natura ancora intatta.

Sarà un fine settimana autunnale straordinario, da non perdere, per immergersi nello splendore del territorio in cui viviamo e condividere con tanti altri visitatori l’orgoglio di appartenere al paese più bello del mondo.

Garessio, in alta val Tanaro, a due passi dal mare, conserva angoli davvero pittoreschi di un borgo di montagna dalle forti influenze liguri, visibili nell’architettura, nelle decorazioni delle facciate ma anche nella parlata dialettale. Un centro che, dalle sue origini di epoca romana ha subito le orde saracene del IX sec., passando dal marchesato di Ceva e dagli statuti del 1276, epoca a cui risalgono i ruderi del castello che dominano il borgo dall’alto, distrutto dai Savoia verso il 1635. Dell’epoca medievale rimangono tratti di mura, porte torri di difesa e di vedetta con ponti ed archi che resistono e che si possono ancora ammirare nel ricordo di antiche leggende, come quella della dama del Ponte Rosa. Ma Garessio è anche ricca di luoghi artistici come la chiesa di San Giovanni, sede del tradizionale “mortorio”, sacra rappresentazione della passione e morte di Cristo, che conserva alcuni grandi dipinti di Giorgetto Giugiaro, oppure la Parrocchiale dell’Assunta, edificio monumentale progettato da Francesco Gallo come quella di Santa Caterina d’Alessandria. E poi, oltre il colle di Casotto, il prezioso castello di villeggiatura e di caccia dei Savoia, sviluppato sul sito di una certosa del XII sec., una delle prime in Italia, fondata da san Brunone. La costruzione fu trasformata per volere di re Carlo Alberto, su progetto di Vittone, nella seconda metà dell’Ottocento, unendo al carattere di semplicità quello della monumentalità.

Oggi il paese presenta un lato ancora vocato all’attività industriale, ma allo stesso tempo proiettato verso nuove iniziative di valorizzazione del territorio e di ripresa turistico-culturale. Proprio per questo i volontari FAI invitano tutti a scoprire Garessio con le aperture speciale di:

Reggia di Valcasotto
Strada Provinciale 178, GARESSIO, CN
Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 – Partenze gruppi ore dalle 10 alle 16 ogni 30 minuti.
Ingresso a piccoli gruppi di 15 persone massimo. Durata visita 60 minuti ca.
Contributo suggerito: €. 10,00 – Iscritti FAI €. 8,00.

Nascosto fra i boschi, alle pendici del Bric Mindino a più di 1.000 metri di quota, in uno scenario naturalistico incontaminato, reso ancora più suggestivo dai caldi colori dell’autunno.
Come altri castelli piemontesi anche quello di Casotto ebbe un’origine non militare. Agli inizi fu infatti una Certosa, la prima in Italia. Venne fondata nel secolo XI, forse dallo stesso San Bruno che veniva dalla Grande Chartreuse presso Grenoble per andare a Roma. Solo nel 1800, dopo le spoliazioni napoleoniche, fu acquistata dai Savoia e trasformata in castello di caccia. Una serie di recenti campagne di scavo condotte dall’Università di Torino ha riportato alla luce le fondamenta dell’originaria Certosa e di un successivo ampliamento quattrocentesco. Fra gli eremiti che costituirono il nucleo originario dei certosini che in principio vivevano in piccole capanne (otto in tutto, da cui forse “case-otto” cioè Casotto) ci fu il beato garessino Guglielmo Fenoglio.

Nel 1858 la principessa Clotilde vi ricevette la notizia che doveva andare in sposa a Gerolamo Bonaparte, detto “Plon Plon”, il cugino di Napoleone III: fu un matrimonio dettato dalla ragion di Stato e voluto da Cavour per ottenere l’alleanza con la Francia nella seconda guerra d’indipendenza. Il castello di Casotto, che fu tra i preferiti del Re Vittorio Emanuele II per le battute di caccia, attualmente è di proprietà della Regione Piemonte. Da un paio di anni è aperto al pubblico a cura di un gruppo di volontari locali.
In occasione delle GFA i volontari vi accompagneranno negli interni del castello reale, raccontandovi la villeggiatura dei reali con la possibilità di visitare gli appartamenti privati di Vittorio Emanuele II nell’ala sud, recentemente restaurati e normalmente non aperti al pubblico.

In collaborazione con: Comune di Garessio

I boschi di castagno di Mindino
Frazione Mindino – Garessio
Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 – Partenze gruppi ore 10:00 – 11:30 – 14:00 – 15:30.
Passeggiata naturalistica a gruppi di 25 persone massimo. Durata percorso 60 minuti ca.
Contributo suggerito: €. 8,00 – Iscritti FAI €. 5,00.
È consigliata la prenotazione sul portale https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/ – info: 351.5556443
Si consiglia un abbigliamento sportivo con scarpe da trekking e un paio di guanti di gomma. Difficoltà: per tutti.

Risalire la valle Tanaro vuol dire immergersi in una successione di boschi di latifoglie, faggeti, lariceti, castagni e, più su, boschi di conifere. Divagando in queste valli si può andare alla ricerca di veri e propri santuari fatti di tronchi e di fronde. Si trovano così i castagneti della bassa valle, boschi introdotti dall’uomo, in parte ancora gestiti per la produzione del frutto o per la produzione di legname, spesso abbandonati, spesso falcidiati dal cancro corticale e quindi alla ricerca faticosa di nuovi equilibri. Ma, nonostante tutta questa precarietà, sono boschi in grado di manifestarsi con scorci e con esemplari di una bellezza monumentale mozzafiato, soprattutto in autunno, con il pirotecnico spettacolo cromatico del foliage. Il castagno è l’emblema di un’economia chiusa, di pura sussistenza. Castagno vuol dire, con le patate e un po’ di segale, autonomia alimentare per l’inverno. Poi a primavera tornerà l’erba, quindi verdure, latte, formaggio. Così è stato nelle vallate fra i 500 e i 1000 metri di altezza, dal Medioevo fino a fine Ottocento.

Sarà una passeggiata nei boschi di castagni alla scoperta di un mondo sospeso nel tempo, fra la natura e i paesaggi vestiti dei caldi colori dell’autunno, le architetture semplici e tipiche dei borghi alpini come gli “scau”, piccoli edifici sparsi fra gli alberi utilizzati per essiccare le castagne che si sarebbero così conservate per l’inverno, ed i racconti diretti del proprietario, fra antica saggezza popolare e tradizione.

Sabato sarà possibile partecipare alla raccolta delle castagne da portare, a fine percorso, allo “scau” dove al fine giornata verrà acceso il fuoco, e dove resteranno ad affumicare per almeno 40 giorni. (Possibilità di acquistare “a peso” le castagne raccolte).

Domenica il bosco si animerà di presenze fantastiche ed effimere che avvolgeranno i visitatori con letture di brani letterari e coreografie site-specific su musiche eseguite dal vivo (musica-teatro-danza).

In collaborazione con: Pro-Loco Garessio, La Maison de la Danse, Conservatorio Statale “Ghedini”

Studio privato di Giorgetto Giugiaro
via Cavour 135
Esclusivamente domenica 16 ottobre 2022 – Partenza gruppi ore 10:00 – 11:00 – 12:00 – 14:00 – 15:00 – 16:00 – 17:00.
Ingresso a piccoli gruppi di 15 persone massimo. Durata visita 60 minuti ca.
Contributo suggerito: €. 8.00 – RISERVATO ISCRITTI FAI SU PRENOTAZIONE – https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/ – info: 351.5556443

Giorgetto Giugiaro nasce in una famiglia di artisti nel piccolo borgo di Garessio. Il bisnonno Paolo, il nonno Luigi e il padre Mario sono stati pittori, affrescatori di chiese e palazzi e musicisti. Gli anni giovanili a Garessio sono per lui formativi sia in campo figurativo che creativo: è proprio in questo laboratorio che inizia a disegnare e impara a dipingere dal papà. Appena adolescente si trasferisce a Torino per seguire corsi di belle arti alternati a studi di progettazione tecnica e a soli 17 anni entra nel Centro Stile Fiat come apprendista designer, chiamato da Dante Giacosa. Più tardi gestirà il Centro Stile della carrozzeria di Nuccio Bertone per passare poi a quello della Ghia e, nel 1968, fondare la Italdesign, una società indipendente concepita con una formula innovativa, con lo scopo di offrire servizi di creatività, di engineering e di avviamento alla produzione per i costruttori mondiali di veicoli a motore. Con questo marchio ha disegnato oltre 200 modelli, entrati in produzione per un totale di circa 50 milioni di auto circolanti. Fra le tante portano la sua firma la Golf, la Lancia Delta e le Fiat Panda, Uno, Croma, Punto, le Maserati Coupé e Spider, oltre ai tanti modelli di prototipi… Con la Industrial Design Division realizza progetti nei settori più disparati, fra cui treni, imbarcazioni ma anche elettrodomestici, strumenti musicali, food design…
Entreremo nello studio privato di Giorgetto Giugiaro, luogo di creatività e ricerca, dove si respira arte e design, attorniati da bozzetti inediti, studi e oggetti legati ad una vita intera di attività, accompagnati dai volontari FAI e dai collaboratori del grande maestro. Data l’eccezionalità del luogo e dei suoi spazi ridotti la visita sarà riservata agli iscritti FAI, su prenotazione, organizzati in piccoli gruppi.

Al termine la visita proseguirà con una breve passeggiata nel centro storico medievale di Garessio, alla scoperta degli angoli pittoreschi di un paese di montagna dalle forti influenze liguri, visibili nell’architettura, nelle decorazioni delle facciate ma anche nella parlata dialettale. Nel percorso saremo accompagnati da un fotografo professionista che ci svelerà alcuni piccoli “trucchi del mestiere” per migliorare la nostra tecnica fotografica, anche se utilizziamo solo uno smartphone, sia per chi ama pubblicare sui social che per chi vuole conservare ricordi dei propri viaggi.

“Ancora una volta ci impegniamo a portare in piazza lo spirito FAI “si protegge ciò che si ama, si ama ciò che si conosce” facendo nostro l’insegnamento che ci ha lasciato Giulia Maria Crespi: far scoprire e conoscere, con occhi diversi, ciò che ci circonda, dimostrando quanta bellezza da proteggere ci sia intorno a noi, anche nei borghi di montagna – dichiara Roberto Audisio, Capo Delegazione FAI di Cuneo e Delegato Comunicazione per il Piemonte e la Valle d’Aosta – invitando tutti a sentirsi, per una volta, turisti in casa propria.”

Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre. A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, in occasione dell’evento: un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che permetterà di entrare direttamente nel luogo senza altro contributo. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno inoltre beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture dell’evento.

Per la provincia di Cuneo si ringrazia:
La Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, il Comune di Garessio per il patrocinio concesso, l’assessore alla Cultura Paola Carrara, Giorgetto Giugiaro, Paolo Sappa e i proprietari dei boschi, La Maison de la Danse, il Conservatorio statale “Ghedini” di Cuneo, Claudia Ferrari, Alex Piscitelli e la Pro Loco di Garessio per la collaborazione, la Fondazione CRC per il prezioso contributo che assicura, oltre ai più di 50 volontari che, con il loro capillare e instancabile lavoro e la loro disponibilità, rendono possibile l’evento.