Boves: la grande sfilata delle Leve dell’1 e del 6 (FOTOGALLERY)

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Domenica 25 settembre, in giornata variabile, ma con mattina senza la pioggia del giorno precedente, è stato fissato il «recupero» della «Festa delle Leve» (del «Past»), la festa saltata, per «pandemia», a Pasquetta dell’anno scorso, 2021. Protagonisti, per un momento insieme, un anno dopo, son state le «Leve» nate negli anni che terminano per 1 e 6…

I cartelli che indicavano l’età son stati «corretti», per adeguarli all’appuntamento. Buona è stata la partecipazione, anche a livello di pubblico plaudente a far «ala» alla sfilata, maggiore che a giugno (quando il sole era bollente). Dopo la pioggia del giorno prima, il tempo ha concesso ore di tregua, con persin qualche squarcio di sole.

Qualche «vuoto» han aperto le prime malattie di stagione, arrivate puntuali coi primi freddi. Un malanno, non grave, ci dicono, ma con divieto del medico, vista anche l’età, di «prendere freddo», ha impedito di sfilare, ormai in testa al corteo, come previsto, Sergio Cavallera, classe 1931, inossidabile presidente del Circolo Pensionati, tuttora in carica.

L’insegna della leva è stata portata solo da Andrea Musso, Dreino, che ha fatto tutta la sfilata a piedi, come i numerosi ottantaseienni, tra cui l’ex presidente della Pro Loco Giovanni Baudino. La jeep predisposta, invece che per anziani con problemi di deambulazione, come al solito, è stata usata dai presidenti dei quarantenni, la «leva che comanda», gli organizzatori (Sara Olivero e Luca Occelli). Tra essi, in vestito nero, sfilava la giornalista Erica Giordano.

Stavolta toccava alla importante «Leva 1971», che ha nelle sue file il Sindaco, gli ex assessori Maria Peano (in prima fila, uno con fascia da Primo Cittadino, l’altra da Presidente di leva) e Luigi Soffietti, l’ex consigliera e coordinatrice della «Scuola di Pace» Cristina Bersani, ora dirigente scolastica, come sempre contagiosamente allegra. Il momento sa anche andare oltre ogni divisione, anche politica, della Comunità. Ma ogni leva ha personaggi di spicco, socialmente importanti, a Boves, attivo nella economia, nelle Associazioni, nelle Parrocchie.

Tra gli ottantunenni non mancava lo storico commerciante Mario Bisotto, alla testa dei settantunenni vestiva la fascia tricolore Michele Baudino, ex tecnico agrario e tuttora vicepresidente dalla Cassa Rurale ed Artigiana, Banca di Boves. Fresca di pensione, non mancava la dottoressa Silvana Barale. Alla guida dei settantacinquenni-seienni era Stefano Toselli, ex presidente della storica, e chiusa, bocciofila «della lunga».

Il consigliere comunale di minoranza Beppe Marro portava le insegne della sua leva, dei sessantaseienni. Nel gruppo era Giampaolo Angius, storico segretario dei «Pescatori» del Lago dei Giurdàn.

In testa ai cinquantaseienni, a fianco di Claudia Violino, era, con la sua lunga barba, Remo Vallauri, di famiglia bovesanissima, impeccabile operatore ecologico comunale. Non è riuscita a raccogliere adeguato numero di partecipanti, e ha rinunciato, la leve 1961, dei sessantunenni. A nostra memoria è il primo caso di assenza di una leva non ultranovantenne.

Per il futuro della festa fa ben sperare l’adesione di quasi cinquanta sedicenni. Rincuora anche vedere le leve più giovani «multietniche». Simbolo dei tempi, che parla di emigrazione ma anche di «integrazione». Il programma prevedeva la tradizionale, irrinunciabile, sfilata mattutina (da Piazza Caduti a Piazza Italia, senza omaggi ai sacrari, poi in Via Roma, sin a Piazza dell’Olmo), verso la Messa e le fotografie di gruppo.

È stata la terza «festa delle leve» di quest’anno, dopo quella, tornata, «ordinaria», di Pasquetta, e quella di metà giugno, «recupero» del 2020. La «Banda Musicale Silvio Pellico» quest’anno, sempre presente, dopo biennio pandemico di «attività ridotta», ha fatto gli «straordinari». Si è presentata, guidata dalla sua nuova «Maestra», Elisa Alberti, con un ricco organico, tanti giovani ed alcuni «ritorni illustri» (tra esse, alle percussioni, e si sente, Graziano Dutto e Luigi, «Gigi», Giannoni, «tamburino sardo», a fianco del figlio). Si è concessa anche «foto ricordo», in posa, di Bruno Mandrile.

Il resto della «colonna sonora», in Piazza dell’Olmo, con «piccola cerimonia», la hanno offerta, oltre a marea di fischietti, i quarantenni organizzatori, con un corale «Nate ‘d Boves», prima della Funzione religiosa (concelebrata da don Natale Martini, classe 1936, cui non proprio tutti hanno aderito, a partire dai più giovani, ma non solo).

Il giornalista televisivo rivoirese Marcello Cavallo ha intervistato tutti i «Presidenti» delle leve, davanti al Municipio, mentre le telecamere tutto riprendevano.

Come sempre, contrale, fondamentale, «convivio», momento fondamentale per «stringere i rapporti», alle «Feste delle leve», è stato il pranzo, la festa è ancora detta, tradizionalmente, in piemontese, «’L past».

Questa volta si son trovati quasi tutti al caragliese ristorante «Il quadrifoglio». I cinquantaseienni si son ritrovati sulle colline di Chiusa Pesio, dall’Agriturismo, rustico, famigliare, gastronomicamente impeccabile, «Fontana Nata». A loro si è aggregata anche la giornalaia di Piazza Italia Giulia Bisotto, regolarmente «in servizio» nel suo negozio la mattina.

I sessantaseienni e settantunenni hanno scelto «Da Marisa», a Madonna dei Boschi di Peveragno. Nonostante i problemi di salute che sta attraversando in questi anni, dopo decenni di vita in «baita», sulla Bisalta, si è unito a loro Franco Dalmasso, «Franco Pulitica», con barba e capelli ormai canuti. Gli unici rimasti a Boves (dove i ristoranti han, comunque, capacità di posti non pari a strutture «esterne», nonostante la qualità dei menù) son stati i settantacinquenni, «Da Toju», a Castellar.

AT