«Tre tappe cuneesi nel segno di tealdi vetrina per tutti»

Paolo Bruno, Associazione Turistica Mondolè, presenta la corsa rosa in versione Under 23

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Paolo Bruno, presidente dell’Asso­cia­zione Turistica Mon­­dolè, anima e cuore del Monregalese e dello Sport, ci ha raccontato l’avvicinarsi del Giro d’Italia Giovani Under 23 (da sabato) e tutto il suo impegno per le manifestazioni sportive cu­neesi.

Giro che si prospetta avvincente, con le ultime tre tappe tutte cuneesi.

«Non è la prima volta che mettiamo lo zampino nell’organizzazione di una corsa a tappe. L’anno scorso ci eravamo prodigati per il Giro d’Ita­lia Donne, soprattutto le pri­me tre tappe. Fossano eb­be un ruolo particolare e molto bello. Il braccio operativo era Lorenzo Tealdi. Da oltre 35 anni, ci legava un rapporto di stima, rispetto e amicizia. Un secondo padre per me. Verso l’autunno dell’anno scorso si è concretizzata l’ipotesi di un finale tutto cuneese del Giro Under 23, grazie anche a dei discorsi fatti con Davide Cassani. Ero un po’ scettico, avendo lavorato per le tappe del Giro dei grandi e del Tour de France. Lorenzo ci credeva molto, soprattutto nella po­tenzialità dei giovani e di questa kermesse. Nel gennaio scorso lui è mancato ed è sta­ta una mazzata per tutti, ma siamo andati avanti per la strada che lui aveva tracciato. Ho riscontrato grande disponibilità da parte dei sindaci del territorio, in particolare Busca, Peveragno, Boves, Ca­stelmagno e anche Cuneo ca­poluogo, senza dimenticare Pi­nerolo. Tre tappe davvero af­fascinanti, non mi viene altro per descriverle».

Che edizione 2022 sarà?
«Sicuramente interessante. Una vetrina per i giovani ta­lenti, soprattutto per il salto tra i professionisti. Ottima rampa di lancio per il nostro territorio, per tre notti dormirà nella nostra Provincia tutta la carovana dell’evento, le squadre e i ciclisti. Veicolare la nostra terra e il nostro essere, grazie ad eventi come questi, è un’occasione imperdibile e preziosa. Un motivo di grandissima soddisfazione».

Lei è il presidente dell’Asso­cia­zione Turistica Mondolè.

«Sodalizio che riprende il nome da un monte che sovrasta le montagne del Mon­regalese e dove si sviluppa il comprensorio sciistico. Mi sento molto legato a questo territorio. Ci ho sempre creduto molto e continuo a crederci. Con il Galà della Ca­stagna d’Oro a Frabosa Sot­ta­na, abbiamo aperto una strada molto importante. Sono un po’ il padre putativo della ma­nifestazione. Diventata di por­tata internazionale. In 34 anni, abbiamo consegnato ol­tre 250 Castagne d’Oro ai più grandi protagonisti del mon­do dello sport. Il passo successivo è stato quello di crescere».

Un innamorato del ciclismo. Possiamo definirla così?
«Domanda molto interessante. Sicuramente, una passione che ho portato con me negli anni. Fin da piccolo, sono stato un Moseriano incallito. Successivamente, ho vissuto il dualismo Chiappucci-Bu­gno e tifato per il buon Clau­dio, con il quale poi è nata una bellissima amicizia. Non dimentico i rapporti con Beppe Conti, Paolo Viberti. Non sono un intenditore di altissimo livello, però ho im­parato ad apprezzare e a farmi affascinare. Mi piace lo spirito, la fatica, le tappone di mon­tagna, l’entusiasmo della gente a bordo strada. Anche se, però, il calcio resta un amore grande, posso dire il primo. Ma il ciclismo, in me, gioca un ruolo chiave».

Da poco è calato il sipario sul Giro d’Italia 2022. Un suo giudizio?

«Il binomio Giro-provincia di Cuneo è sempre stato vincente e lo è stato anche questa volta. Penso a Ferruccio Dar­danello, a Lorenzo Tealdi. Un lavoro immane e incredibile, ma con grandissimi frutti. Penso al Colle Fauniera nel 1999 (tappa Bra-Borgo San Dalmazzo), reso celebre da Marco Pantani che poi si vestì di rosa e dal vincitore di tappa Paolo Savoldelli, che venne battezzato “falco” per le sue discese mozzafiato. Le nostre montagne celebri sono state protagoniste al Giro. A Prato Nevoso, negli ultimi 6 chilometri, avevo intitolato gli ultimi 13 tornanti a 13 grandi campioni. La nostra provincia ha sempre vissuto per il Giro, direi una grande intuizione. L’ultima edizione è stata molto interessante, abbracciata dalla nostra Granda con la Sanremo-Cuneo. Diego Rosa e Matteo Sobrero hanno corso una manifestazione con alto tasso tecnico e ci hanno regalato, entrambi, grandi emozioni».