«Noi con i gendarmi per essere ancora più vicini alla gente»

Fino a settembre i Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo effettueranno servizi congiunti assieme ai colleghi francesi

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Giuseppe Carubia

Importante novità nelle aree della provincia di Cuneo al confine con la Francia. Nei giorni scor­­­­si, infatti, si è svolto il pri­mo servizio di pattugliamento congiunto in territorio italiano tra i Carabinieri del Co­mando Provinciale di Cu­neo e il personale della Gen­dar­me­ria Nazionale Fran­cese. L’area individuata per lo svolgimento di questo particolare progetto – assolutamente inedito per il Piemonte – è stata quella del comune di Argen­tera. All’avvio del servizio – partito ufficialmente nella frazione Bersezio – ha partecipato anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Cu­neo, Giuseppe Carubia. Il co­lonnello, alla guida dei Ca­ra­binieri della Granda dal settembre del 2021, ha presentato il servizio ai rappresentanti dei Comuni e del­l’U­nio­ne Montana della zona, illustrandone caratteristiche e fi­nalità. IDEA ha ap­pro­fon­di­to il tema intervistando il Co­man­dan­te stesso.

Colonnello Carubia, partiamo dall’inizio: com’è nata l’idea del servizio congiunto?

«Questa iniziativa si inquadra nell’ambito dell’Accordo di Lio­ne, risalente al 2012, che pre­vede proprio la possibilità di costituire pattuglie congiunte tra le Forze di Polizia italiane e quelle francesi».

In quali contesti possono operare tali pattuglie?

«Nel settore dell’ordine pubblico e della sicurezza, oltre che della prevenzione e della repressione dei reati».

Uno spettro piuttosto ampio.
«Sì. Di fatto, questo servizio va a completare un primo programma di cooperazione bilaterale – introdotto nel 1997 con l’Accordo di Chambery – che prevedeva già attività con­giunte, ma solo nell’ambito della Polizia di frontiera e delle dogane, con il coinvolgimento quasi esclusivo di Po­li­zia di Stato e Guardia di Finanza».

Con il successivo Accordo di Lione cos’è cambiato?

«È stato ampliato lo spettro en­tro il quale si possono svolgere attività congiunte e sono state gettate le basi per definire un protocollo operativo tra il Dipartimento della Pub­blica Sicurezza del Ministero dell’Interno italiano e la Di­rezione della Coope­ra­zio­ne Internazionale del Mini­ste­ro dell’Interno francese. Questo protocollo – poi siglato il 13 novembre 2019 – consente, appunto, di svolgere servizi con pattuglie congiunte nelle aree che, per la provincia di Cuneo, riguardano le zone di confine con la Francia».

Finora come sono stati i rapporti con le Forze dell’Ordine transalpine?
«La nostra collaborazione con la Francia e con gli altri Paesi europei è ormai consolidata e avviene attraverso l’Europol (l’agenzia dell’Unione Euro­pea finalizzata alla lotta al crimine nel territorio degli Stati membri dell’Ue) ma anche mediante al­tri canali di cooperazione, come l’Interpol».

Com’è strutturato il servizio realizzato assieme ai Gen­dar­mi d’Oltralpe?

«I pattugliamenti si svolgeranno – a settimane alterne – una volta in territorio francese e una in territorio italiano. Il primo si è svolto in Francia, a Barcelonnette. Il secondo nel Cuneese, nel territorio di Ar­gentera. Ogni pattuglia mi­sta sarà composta da due Ca­rabinieri e da due Gen­dar­mi, che opereranno impiegando le rispettive auto, peraltro at­trezzate per raggiungere le aree più impervie. Si muoveranno anche a piedi, specie du­rante mercati o eventi di intrattenimento».

Quali attività sono previste?
«I compiti generali di Polizia, ovvero: prevenzione e moni­to­raggio del territorio e della cir­colazione stradale, anche at­traverso l’allestimento di po­­sti di controllo con l’obiettivo di verificare la regolarità dei documenti di circolazione e non solo. Ma la priorità è soprattutto una: desideriamo rendere ancora più effettiva la prossimità che abbiamo con l’utente, il cittadino. Vo­glia­mo che questa squadra italo-francese possa in­terloquire con quei cittadini di Italia e Francia che vivono nelle aree di confine e che si muovono spesso da una parte all’altra».

Del resto, si tratta di una zona di passaggio chiave per gli spo­stamenti tra i due Paesi.
«Quest’area conta tanti punti di interesse, turistici e non, sia in territorio italiano che in quello francese. Con il pattugliamento integrato potremo porci nei confronti di chi vive o frequenta tali zone in modo tale da rispondere alle loro istanze con ancora maggiore efficacia. Mi riferisco soprattutto al­l’interpretazione delle normative: un francese che si trova in Italia potrebbe incontrare difficoltà nel comprenderle. Lo stesso potrebbe ac­cadere a un italiano temporaneamente in Francia. Le pattuglie congiunte semplificheranno an­che queste situazioni. Sa­re­mo sempre più vicini alla popolazione».

Avrete anche compiti di Po­lizia di frontiera?
«Chiaramente effettueremo dei controlli anche sulle persone in transito in quest’area, con riguardo pure ai loro do­cumenti e a eventuali permessi, ma quello di Polizia di fron­tiera non è il nostro compito».

In che modo avete scelto i vo­stri militari?
«Sono stati scelti in base anche alla conoscenza della lingua francese, in modo da agevolare le comunicazioni all’interno del team e con la popolazione. La Compagnia più rappresentata nella squadra mista è quella di Borgo San Dalmazzo».

Quanto durerà il progetto?
«Almeno fino a settembre. Poi si valuterà come proseguire l’attività congiunta».