Salone di Palazzo Ottolenghi, ad Asti, gremito venerdì 29 aprile in occasione della visita dell’ambasciatore di Israele in Italia, Dror Eydar, per il diciottesimo compleanno dell’Associazione Italia Israele-sezione di Asti. Alla presenza delle massime autorità provinciali, dopo il suono degli inni europeo, italiano e israeliano, sono stati il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, e il presidente della Provincia, Paolo Lanfranco, introdotti dalla moderatrice Rita Balistreri, ad aprire l’incontro portando il saluto delle rispettive amministrazioni. Ha quindi preso la parola l’avvocato Luigi Florio, presidente del sodalizio di amicizia italo-israeliano, il quale ha spiegato le ragioni per cui si è costituita 18 anni fa l’associazione e ha illustrato l’intensa attività culturale svolta a partire dalla fondazione: «Eravamo stupiti e anche un po’ stanchi – ha detto Florio – di sentire sempre parlare bene degli ebrei morti nella Shoah e quasi sempre parlar male dei sopravvissuti che hanno rifondato, nel 1948, lo Stato di Israele e dei loro eredi che oggi vi abitano; per questo abbiamo deciso, in una ventina, tra cui il “Giusto tra le Nazioni” Elio Arleri, di dare vita a un sodalizio che diffondesse la conoscenza dello Stato ebraico sotto ogni profilo e aiutasse così a sconfiggere l’ignoranza quasi sempre alla base dell’antisemitismo e dell’antisionismo». Davvero tante – ha ricordato Florio – le iniziative promosse in questi anni dall’associazione, che ha portato ad Asti personaggi di primo piano del mondo culturale, imprenditoriale e accademico italiano quali Vittorio Dan Segre (che fu tra i fondatori del sodalizio), Piero Ostellino, già direttore del Corriere della Sera, Ugo Volli, Antonio Martino, già ministro degli Esteri e della Difesa, Carlo Panella, Gad Lerner, Carlo e Franco Debenedetti, Tito Boeri, Angelo Pezzana, Aldo Zargani, Alberto Toscano, Liliana Segre.
Florio ha tra l’altro ricordato come il Comune di Asti, su richiesta dell’Associazione Italia Israele, abbia adottato la definizione di antisemitismo elaborata dall’Hira (Alleanza Internazionale per la Memoria della Shoah), impegnandosi a non intrattenere alcun rapporto con individui ed enti che si richiamino all’antisemitismo, anche sotto forma di antisionismo, e abbia recentemente intitolato una via cittadina a Enrica Jona, unica astigiana sopravvissuta alla Shoah e tra le prime in Italia a raccontare, fin dal 1946, l’orrore dei lager nazisti.
Dopo l’intervento di Carlo Benigni, presidente nazionale dell’Unione delle Associazioni Italia Israele, ha quindi preso la parola l’ambasciatore di Israele, Dror Eydar, il quale, sottolineata l’importanza del lavoro svolto in tutta Italia dai sodalizi di amicizie italo-israeliane nel contrastare la disinformazione sullo Stato ebraico, si è a lungo intrattenuto sull’attualità internazionale e in particolare sul Medio Oriente: «Ovunque, nella nostra regione, c’è instabilità – ha detto -, lì ci sono le tracce dell’Iran, che non lavora per il bene della sua gente ma per la smania di potenza di chi lo guida». «Per fortuna oggi ampia parte del mondo arabo – ha proseguito l’Ambasciatore – ha capito che nel Medio Oriente Israele non è il problema ma la soluzione ed è stato così possibile sottoscrivere gli Accordi di Abramo con gli Emirati Arabi e il Bahrein». L’ambasciatore Eydar ha inoltre ricordato come Israele abbia «imparato la lezione della storia e in particolare dell’Olocausto; la Shoah è stata possibile – ha detto – perché gli ebrei non avevano uno Stato che li tutelasse; da ottant’anni questo Stato c’è, è l’unica democrazia esistente in Medio Oriente; al suo interno vivono in armonia cittadini di ogni religione e non permetterà mai più che quella atroce storia si ripeta».
L’Ambasciatore ha terminato il suo intervento ricordando come Israele si stia prodigando in aiuti economici alla popolazione ucraina vittima dell’invasione russa e abbia già accolto sul suo territorio migliaia di profughi ebrei ucraini.
L’incontro è stato chiuso dall’intervento di Claudia Debenedetti, presidente dell’Agenzia Ebraica Italiana (si occupa delle persone che dall’Italia intendono trasferirsi in Israele), la quale ha ricordato le radici astigiane della sua famiglia e ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’Associazione Italia Israele «che con la sua azione – ha spiegato – tramanda anche la memoria della gloriosa comunità ebraica astigiana che purtroppo non esiste più».
Al termine, scambio di doni tra l’ambasciatore Eydar e il presidente Florio: all’Ambasciatore un paio di gemelli da polso con il logo e il motto della Città di Asti, all’avvocato Florio la riproduzione di un prezioso sigillo del re di Giuda Ezechia, recentemente ritrovato a seguito di scavi a Gerusalemme.