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I segreti della storia nel piatto di Napoleone

Il libro di Ada Corneri racconta la figura dell’imperatore in un’epoca di trasformazioni culinarie: «Dal dado da brodo che si portava in battaglia al mito dello champagne. Amava le zuppe, mangiava poco e di corsa»

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Curiosando nel piatto di Napoleo­ne si scopre un mondo che va ben oltre il grande personaggio storico o le ricette imperiali che fanno da fil rouge. È questo il tema del libro di Ada Corneri, intitolato “Preliba­tezze e curiosità nel piatto di Napoleone”, pagine che aprono alla curiosità dell’appassionato storico – e non solo – un mondo di aneddoti, scoperte, intrighi politici e consigli dei grandi chef della cucina francese. E il tutto concorre ad arricchire un percorso curioso attraverso un’epoca di grandi cambiamenti sociali. Un libro – è il caso di dirlo – da divorare con gusto!
Ada Corneri, l’autrice, spiega il perché di un libro che fa riferimento al cibo raccontando il personaggio: «Secondo la filosofia della collana “Leg­gere è un gusto” il testo alterna ricette con aneddoti e introduzioni curiose allargando il panorama dalla figura dell’Imperatore a tutta un’epoca di grandi trasformazioni culinarie». In questo modo, Napoleone trova una rivisitazione oltre la prospettiva storica: «Ama­va piatti rustici come le zuppe da condividere con le sue truppe – ci dice la professoressa Corneri -, ma apprezzava i piaceri della tavola dal punto di vista diplomatico». Il libro analizza anche l’influenza esotica di Joséphine e le dolcezze di Marie Louise: due imperatrici con approcci e tradizioni particolari in cucina.
Altri dettagli: «Mangiava poco e di corsa, spesso in dieci minuti anche a cavallo, per non sottrarre tempo ad impegni più importanti. Tra i piatti preferiti il pollo, allo spiedo o alla Marengo, e i gelati. Come vino l’immancabile chambertin di Borgogna». Tutto questo nelle regole di un’etichetta di corte che coinvolgeva l’approvvigionamento, il servizio, la preparazione per una tavola perfetta con centinaia di addetti al rigido cerimoniale. Quella di Napoleone è un’epoca di grandi cuochi, Carême il più noto, nasce inoltre il giornalismo culinario con le prime recensioni. Si diffondono i grandi trattati di cucina, la pasticceria diventa scenografica e si ispira al Pal­ladio. La patata di Parmentier e il grande gastronomo Bril­lat-Savarin. La nascita del punch e i segreti di un buon caffè.
E un ruolo ce l’ha anche Na­poleone, come spiega Cor­neri: «Fu promotore di grandi innovazioni in cucina. Con lui nasce il dado per il brodo da portarsi in battaglia, i sistemi di conservazione del cibo in scatola o in vetro, le ripercussioni del blocco delle importazioni dello zucchero di canna, l’incentivo dato all’esportazione del prosciutto crudo di Parma, il mito dello champagne…».

BaNNER
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