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«Vi spiego come possiamo proteggere i nostri capitali»

I consigli del trader e youtuber Luca Discacciati, uno dei primi ad aver investito nei bitcoin: «Danno garanzie perché digitali»

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Gli ultimi due anni, segnati prima dalla pandemia e poi dall’aggressione russa all’Ucraina, hanno evidenziato l’ormai indissolubile rapporto tra l’economia e le dinamiche mondiali. Di questo legame e di molto altro abbiamo parlato con Luca Di­scacciati, trader ed esperto di finanza, noto per essere stato tra i primi in Italia a investire in bitcoin e per i contenuti del suo canale YouTube, dove è conosciuto con il nickname Mufasa. Ci sarà anche lui tra gli speaker di TEDxCuneo, in programma sabato 26 marzo e dedicato al tema “Ubuntu, identità connesse”, di cui Rivista IDEA e IDEAWEB­TV.IT sono nuovamente media partner ufficiali.

Discacciati, perché l’andamento delle Borse è così strettamente legato alle vi­cen­de dell’attualità?
«Si tratta di due fenomeni che van­no a braccetto. Ma serve una precisazione: i mercati finanziari non sono lo specchio di quello che succede nel mondo, ma di quello che ci si aspetta dal futuro prossimo del mondo. Ecco perché i meno informati, a volte, non riescono a comprendere l’andamento delle Borse».

Ci aiuti con un esempio.
«Proprio le ultime settimane sono significative in questo senso. La crescita del prezzo delle materie prime ha fatto gridare al complotto, perché in molti hanno sottolineato come quei prodotti non provengano, in realtà, dalle aree interessate dal conflitto. La verità è che il prezzo non dipende da ciò che accade oggi, ma da ciò che gli speculatori si aspettano pos­sa accadere. In questo caso, chi investe si aspetta che in futuro ci possa essere carenza di materie prime, determinata dai fatti dell’oggi, e quindi il prezzo cresce».

Che cosa si aspetta, quindi, dal fu­turo prossimo del­­­l’economia in­­ternazionale?
«Con l’invasione del­l’Ucraina, il mon­do è cambiato e per un po’ non si potrà tornare indietro. La globalizzazione come l’abbiamo conosciuta in questi anni morirà, perché si creeranno due blocchi: uno a Ovest della Russia e uno a Est, nel quale si formerà un blocco composto dalle nuove potenze emergenti. Ciò provocherà un’accelerazione nella de-dollarizzazione del mondo, indotta an­che dalla scelta statunitense di bloccare i flussi economici degli oligarchi russi. Una mossa sbagliata, perché un investitore d’ora in avanti avrà timore a proteggere i propri risparmi con la valuta del dollaro, se il rischio è quello di vedere i propri conti bloccati da un momento all’altro».

Se dovesse consigliare un buon investimento, quindi?
«Penso che i driver da seguire siano due. Il primo è quello di cercare di capire di cosa il mondo non potrà fare a meno e credo che, in questo senso, la tecnologia sia un qualcosa che diamo per scontato, ma che sarà sempre più presente nelle nostre vite. Un buon investimento, quindi, po­trebbe interessare proprio quelle realtà tecnologiche che, con i loro prodotti e servizi, ci accompagnano ogni giorno. Il secondo driver è quello della scarsità: in un mondo sempre più digitale, si fa fatica a trovare qualcosa che non sia replicabile all’infinito. Investire in qualcosa che non sia un bene scarso è ideale. Ecco perché investire in bitcoin potrebbe essere la soluzione, perché sono ottimi per proteggere i capitali».

A proposito, perché lei ha scelto, tra i primi in Italia, di in­vestire in bitcoin?

«Lavorare sui mercati finanziari ti porta a dover essere sempre informato su cosa succede nel mondo, perché, come detto, i mercati sono espressione in numeri di cosa succede nel mondo, da 150 anni a questa parte. Appena sono nati, quindi, mi sono subito interessato ai bitcoin, perché la loro logica deflattiva propone una soluzione più “sostenibile” per i mercati, che da anni hanno ormai evidenziato i rischi del meccanismo dell’inflazione. In­somma, i bitcoin sono più etici e danno garanzie maggiori a chi detiene liquidità».

Nonostante la crescita degli investimenti in questo settore, molti continuano ad evidenziare i rischi dei bitcoin…

«Come in tutti gli ambiti, non possiamo escludere che, per qualche ragione a oggi sconosciuta, un giorno non potranno diventare obsoleti. La verità, però, è che i bitcoin continueranno a esistere, almeno per due ragioni. In primis, perché molti, ignorando la materia, non sanno che tutti gli Stati hanno ormai legalizzato i bitcoin, tanto che vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi, proprio come una valuta normale. In secondo luogo, perché sono uno strumento che ha dato prova di non essere hackerabile. In una società sempre più digitalizzata, serve uno strumento… digitale che protegga gli asset, e i bitcoin rispondono a questa esigenza, con il vantaggio ulteriore di non essere fisici».

Lei veicola i suoi messaggi soprattutto su YouTube. Per­ché ritiene possa essere uno strumento utile?

«Nonostante regolarmente nascano nuovi social network, che hanno il loro momento di picco e poi passano di moda, credo che YouTube, a mio avviso, sia una piattaforma che avrà sempre la sua importanza. Questo perché forse ci si dimentica che esso è stato pensato per essere un motore di ricerca per la parte video, in grado di intercettare tutte quelle persone che cercano informazioni, ma non vogliono leggere e quindi lo preferiscono a Google. Insomma, YouTube è perfetto per soddisfare interessi specifici e molto più adatto per “farsi trovare” rispetto agli altri social».

Porterà il “suo” mondo a TEDxCuneo?

«In parte sì, ma approfondendo un tema che mi tocca molto da vicino. La domanda di partenza sarà: “Quanto costa, oggi, essere felici?”. Quando si è bambini, si collega la felicità al denaro. Cer­che­rò, quindi, di far capire qual è il prezzo della felicità, nel mondo contemporaneo».

BaNNER
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