Un’autentica perla pronta a risplendere

Con i lavori di restauro delle coperture, è partito il progetto di valorizzazione dell’Abbazia di Staffarda

0
113

La riqualificazione del complesso abbaziale e del borgo rurale di Staffarda (frazione nel comune di Re­vello), inserita nell’ambito della partecipazione al Bando Regione Piemonte (a cui sono stati destinati complessivamente 750mila euro) per la valorizzazione del Distretto Unesco piemontese, è partita il 12 novembre con i lavori di re­stauro e risanamento conservativo delle coperture del complesso abbaziale. I 559.709 euro impiegati so­no cofinanziati con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coe­sione. «I restauri», sottolinea Marta Fusi, dirigente della Fonda­zione Ordine Mauri­ziano (Fom), «rappresentano solo il primo passo di un progetto più ampio per il rilancio e la valorizzazione dell’intero complesso che comprende sia la parte aulica sia la parte rurale di un simbolo del territorio cuneese e piemontese ed esempio del patrimonio della Fondazione Ordine Mau­­­ri­ziano dal grande valore identitario e culturale da tutelare e riscoprire».
Il progetto di riqualificazione prevede la messa in sicurezza di una grande parte delle coperture del complesso ab­baziale, a cominciare dalla manica su piazza Roma (quella sovrastante, tra l’altro, la biglietteria e il bar “Il si­gillo”), che nel tempo aveva evidenziato problematiche anche di natura strutturale.
Verranno sostituite quindi al­cune travi dell’orditura principale portante nell’area del­l’“ex granaio”, ormai giunte alla fine della vita utile, e sarà realizzata una cordolatura di collegamento di tutte le ca­priate, per rendere meno sensibile, nel futuro, l’intera or­di­tura a fenomeni di sbandamento. L’intervento di ri­sanamento conservativo in­te­ressa inoltre l’intera co­pertura della chiesa abbaziale, la totalità dei tetti del chiostro (compresa la parte in “lo­se” di pietra) e alcuni fabbricati accessori.
«I limiti economici del finanziamento», precisa Luigi Val­de­marin, architetto di Fom, «purtroppo non permettono di dare una risposta esaustiva a tutte le criticità rilevate; tuttavia, le risorse potranno garantire la conservazione del complesso architettonico e innescare un processo capace di portare, nel prossimo futuro, a recuperare anche altre porzioni del complesso abbaziale, al fine anche di ampliare l’attuale per­corso museale».
Il rifacimento dei manti di copertura, secondo gli accordi intercorsi tra Soprintendenza e uffici Fom, non comporterà variazioni significative dal pun­to di vista dell’impatto estetico. Una particolare at­tenzione è stata prestata an­che al tema del rispetto dell’ambiente, con l’a­do­zione di particolari accorgimenti volti alla tutela dei chirotteri, che ormai fanno parte integrante dell’ambiente storico dell’abbazia. A questo proposito, i progettisti, in accordo con l’Ente Parco del Monviso, hanno prescritto l’utilizzo di im­pregnanti e vernici per le strutture lignee esenti da componenti ritenute tossiche per le specie animali presenti nella zona, oltre che ovviamente per l’uomo.
Fondato tra il 1122 e il 1138 nel territorio del Mar­chesato di Saluzzo, il com­plesso abbaziale si evidenzia per la chiesa, con il polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo cinquecentesco della Crocifis­sio­ne, il chiostro, il refettorio, con tracce del dipinto raffigurante “L’ultima cena”, la sala capitolare e la foresteria.