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Sicurezza stradale cresce il numero di incidenti mortali

Nel 2021 i decessi sulle strade della Granda sono stati 48: si è tornati ai livelli pre-pandemia

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Alla luce della sua vasta superficie, la pro­vincia di Cu­neo è caratterizzata da una rete stradale particolarmente estesa.  Rete che, considerate anche la conformazione del territorio, la presenza di animali selvatici e la distrazione di al­cuni automobilisti, diventa spesso un pericolo (a volte addirittura, purtroppo, mortale). I lockdown im­posti dalla pandemia avevano frenato il numero di incidenti mortali, che però nel 2021, con le misure anti Covid allentate, sono tornati a crescere. Nel 2011 erano stati 51. Dieci anni dopo, a fine di­cembre 2021, sono 48. I dati sui decessi causati da incidenti stradali nella Granda non sono cambiati di molto in un decennio. Il bilancio, tracciato dal­l’Ufficio Stam­pa della Provincia attingendo da fonti giornalistiche, resta drammatico e in fase di ripresa rispetto ai dati del 2020 (38 morti), relativi a un anno particolare, perché segnato dalla pandemia e dai successivi lockdown. Il dato del 2021 supera quello del 2019 (44 decessi), anno senza pandemia.
Nel dettaglio, si tratta di 36 persone decedute in auto, cinque pedoni, quattro in moto e tre in bici. Il mese peggiore è stato luglio con 11 morti, seguito da maggio con otto e agosto con sei. Non sono quindi il maltempo invernale o le condizioni del manto stradale la causa più rilevante degli incidenti. Piuttosto, la distrazione da telefono mentre si è alla guida, la velocità, le alterazioni psicofisiche, la mancanza di pru­denza, la mancata chiusura di cinture e seggiolini, la scarsa attenzione nei confronti di ciclisti e pedoni.
Qualcosa, nel frattempo, si è fatto e i dati non sono confrontabili rispetto a più di vent’anni fa. Nel primo anno del rilevamento, il 1998, i morti registrati nel Cuneese furono 138 in un solo anno. Negli anni successivi si verificò un sostanziale calo: 125 morti nel 1999; 122 nel 2000; 115 nel 2001; 116 nel 2002; 116 nel 2003; 105 nel 2004; 83 nel 2005; 71 nel 2006; 78 nel 2007; 72 nel 2008; 57 nel 2009; 68 nel 2010; 51 nel 2011; 51 nel 2012; 48 nel 2013; 42 nel 2014; 48 nel 2015; 33 nel 2016; 59 nel 2017; 44 nel 2018. Oltre ai decessi, bisogna poi tenere conto dei feriti e dei disabili permanenti.
Secondo i dati Istat, la provincia di Cuneo ha avuto nel 2020 un indice di mortalità (morti per 100 incidenti) del 4,53, il più alto a livello regionale e più che doppio rispetto al valore medio nazionale (pari a 2,02). «È il problema di un territorio», osservano dalla Provincia, «che forse paga il prezzo di una grande e­stensione e di tanti poli di riferimento, tant’è che si è costretti a numerosi e continui spostamenti tra abitazione e lavoro, salute, istruzione, divertimento».