Moretta, la festa di Natale con le associazioni e Diego Colombari superospite (FOTO)

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Mercoledì 8 dicembre, alle 10, si sono tenuti a Cascina San Giovanni i tradizionali auguri di Natale dell’amministrazione comunale alle associazioni del paese. Una sfilata di morettesi che si sono distinti nel corso dell’anno o che semplicemente sono stati festeggiati come da tradizione.

La lunga carrellata, in un salone di Cascina San Giovanni davvero partecipato, è iniziata dai più piccoli, con la consegna degli assegni da 100 euro ai nuovi nati nel secondo semestre dell’anno in corso. Dei quindici neonati che ancora non avevano ricevuto l’omaggio nel corso del tradizionale appuntamento della festa di San Giovanni, erano presenti quattro famiglie: si tratta di Edoardo Beitone, Leonardo De Santis, Diana Lanocca e Tommaso Stenico.

Si è quindi passati alla consegna delle Costituzioni ai diciottenni. Nutrita e folta la loro partecipazione in sala. «Sono felice di accogliervi oggi e di vedere i vostri sorrisi – ha commentato il sindaco Gianni Gatti – perché voi siete il futuro del nostro paese. L’augurio che posso farvi, dopo questo difficile anno e mezzo segnato dalla pandemia, è quello di potervi divertire, perché questo è il periodo più bello della vostra vita. Fatelo responsabilmente, ma fatelo».

Oltre alla Costituzione, l’amministrazione ha consegnato ad ogni ragazzo una simpatica maglietta con la scritta “I love Moretta”. Si è quindi passati a salutare e premiare Antonella Abrate e Laura Marchisio, direttrice della casa di riposo Villa Loreto e dirigente dell’istituto comprensivo. Entrambe sono avviate alla pensione dopo aver lavorato per anni a Moretta. Premiato sul palco anche il brigadiere capo Leonardo Brontu, in pensione dopo 37 anni di servizio nei carabinieri. Ora alla Stazione di Scarnafigi, ha operato per anni a Moretta, dove è attualmente consigliere comunale. Sul fronte del volontariato sono stati omaggiati la Croce Rossa, la Protezione Civile e i nonni vigile Mario Ghidella e Luciano Ragni.
Riconoscimento speciale per Carlo Ponso, storico radioamatore che ha collegato Moretta al mondo intero e per il medico Livio Piovano.

L’ultima pagina è stata dedicata allo sport. Dopo aver celebrato i successi sportivi del tennista Lorenzo Ariaudo, del calciatore Edoardo Covino (approdato alla nazionale italiana di calcio per sordi) e dei velocisti Federico Lisa e Stefano Carena, è stato il momento della standing ovation per Diego Colombari, morettese dal 2008 al 2014 e vincitore della medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Tokio nella specialità di ciclismo, categoria Staffetta Relay.

«A questo paese – ha raccontato un emozionato Colombari – mi lega il brutto ricordo dell’incidente, ma anche tanti ricordi belli, e tanti amici con cui ancora sono in ottimi rapporti. Era il 2008, lavoravo a Rivalta – dice Colombari – e mia moglie a Boves. Cercavamo un luogo, a metà strada, dove andare a vivere. Moretta ci è piaciuta subito: non troppo grande, accogliente, davvero un bel paese. Pochi mesi dopo, a poche centinaia di metri da casa, di fronte allo stabilimento Inalpi, ho avuto l’incidente in motocicletta in cui ho perso la gamba. Abbiamo continuato a vivere a Moretta per altri quattro anni, poi ci siamo trasferiti nel Cuneese, per il lavoro di mia moglie e per la vicinanza alla società sportiva dove mi allenavo. Proprio Inalpi è stato uno dei miei primi sponsor, e mi ha permesso di dedicare più tempo ed energie allo sport».

Colombari, sul palco, ha mostrato la medaglia d’oro vinta a Tokio con i compagni di squadra Paolo Cecchetto e Luca Mazzone nella specialità staffetta handbike, e si è rivolto ai giovani presenti in sala: «Bisogna sempre guardare avanti, sempre credere ai propri sogni, nulla ci è precluso. Dopo l’incidente ho iniziato a pedalare in handbike sulle strade tra Moretta, Villanova Solaro, Scarnafigi. È iniziato tutto qua».

Colombari si è concesso a lungo ai presenti, tra strette di mano, aneddoti, e foto ricordo con la medaglia d’oro. Ha incontrato i volontari della Croce Rossa e il maresciallo dei carabinieri, ringraziandoli per quanto avevano fatto il giorno dell’incidente: «Moretta – ha concluso – resterà sempre un po’ casa mia».

c.s.