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«Amo il mio lavoro e… il team è la forza per far centro»

«L’online senza l’offline non è niente» spiega Valentina Sala, Digital & Omnichannel Director in Miroglio Fashion. «I due canali sono sempre più fluidi e ibridati. L’azienda l’ha capito e ci sta investendo; il compito del mio team è riuscire a farli dialogare al meglio»

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Tratti gentili, animo determinato e una naturale luce negli occhi che riporta istintivamente alla mente l’affermazione che “dietro un paio di occhi, c’è sempre una storia”. Valentina Sala, Digital & Omnichannel Director di Miroglio Fashion, si racconta con spontaneità nel corso di una piacevole chiacchierata e ci spiega le varie fasi del suo percorso professionale fino ad oggi.

Partiamo dalla domanda più semplice e probabilmente an­che la più banale: chi è Valentina Sala?
«Qualcuno mi dice che sono il mio lavoro, forse perché lo amo follemente. Approdare nel mondo omnichannel è stato del tutto casuale. Dopo aver conseguito il diploma da ragioniera, seguendo le orme di mio papà, e dopo aver tenuto i registri iva dell’attività di mia mamma, titolare di un salone di acconciature, pur considerando da sempre i numeri una certezza, per sentirmi completa professionalmente avevo anche bisogno di sollecitare la mia parte creativa. La gavetta fatta in famiglia mi ha fatto capire che per la mia indole era importante far dialogare il mondo reale dei numeri, fondamentale per mettere a terra i progetti, con la mia parte più istintiva ed estrosa. Mi piace da sempre “mettere le mani in pasta”, provare a risolvere direttamente i problemi senza paura di mettermi in gioco. Seguendo questo ragionamento, ho frequentato un percorso universitario orientato verso la comunicazione, indirizzata alle pubbliche relazioni. Più avanti però ho capito che non era esattamente quella la strada giusta… Per me che nasco timida era davvero una forzatura… E così mi sono orientata verso il marketing, che considero un giusto compromesso tra il necessario conseguimento nu­merico di risultati e il continuo stimolo creativo proteso alle novità. Conclusi gli studi, dopo un’arricchente stage in Borsa a Milano nell’ambito della comunicazione, ho partecipato ad un Master a Roma sul Digital Marketing. Questa specializzazione mi ha folgorato perché mi ha permesso di comprendere quale davvero fosse la mia attitudine e quale sarebbe stata la mia professione futura: l’approccio digitale è, infatti, misurabile, pur evolvendo ogni giorno e come me, deve essere alimentato quotidianamente con fantasia. Ritornata a Milano per riavvicinarmi alla mia famiglia, ho lavorato nel 2005 alla Giochi Preziosi, specializzandomi nel mestiere e imparando davvero le basi dell’e-commerce relativamente al giocattolo. In Giochi Preziosi ho avuto modo di toccare con mano tutti i processi che ruotano intorno al mondo del commercio digitale».

E poi Miroglio Fashion: come è scattata la scintilla?
«Per una combinazione di vita. Nel mio precedente lavoro ho stretto un forte legame con una collega, con cui ancora oggi sono amica. Dopo qualche tempo è stata assunta dalla Miroglio Fashion e da lei ho saputo che nel reparto e-commerce cercavano una figura come la mia, da inserire nel team digital. E così, nel 2016, ho deciso di accettare una nuova sfida professionale e venire a vivere ad Alba. Sono caratterialmente ambiziosa ed esigente con me stessa e, per questo, mi sono data come obiettivo quello di portare qui la mia esperienza e far sì che l’ufficio a cui ero destinata crescesse e si strutturasse al meglio. All’i­nizio non è stato facile anche perché l’area digital non era ancora molto sviluppata… Ma non ho desistito, anzi: ho intuito che avrei potuto imparare molto e allo stesso tempo mettere a frutto le mie pregresse competenze, prendendo a cuore i problemi e cercando rapide soluzioni con impegno. Sono entrata in azienda nel momento in cui si iniziava a parlare di digital sales e omnicanalità, ma fino ad allora l’approccio alla vendita era orientato prettamente al retail fisico. Per far dialogare bene i due approcci, quello fisico e quello digitale, abbiamo dovuto adottare un atteggiamento di mediazione, di compromesso, ma ritengo che per raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge occorra fare così».

Quale la ricetta che ha attuato in Miroglio Fashion?
«Ho ascoltato i colleghi e provato a “tradurre” nel linguaggio aziendale presente, quello che la mia squadra era chiamata a fare. Dobbiamo ricordare che il nostro obiettivo è quello di soddisfare le clienti, su qualsiasi canale decidano di esserlo (sia retail fisico, sia e-commerce). L’esperienza di acquisto della consumatrice è sempre più cross mediale e questa consapevolezza, acquisita da Miroglio Fashion fin dagli inizi di questo cambiamento di tendenza, ha fatto sì che l’azienda fosse pronta ad affrontare le nuove sfide del mercato. È giusto dire che Miroglio sul fronte dell’omnicanalità è stata precursore, ha anticipato addirittura le tendenze poi amplificate dal Covid. Il mio ruolo iniziale è stato quello della store manager online, con gestione dei siti di Motivi e Oltre, supportata da una piccola squadra di colleghi. In poco tempo sono cambiate le strategie aziendali ed ho avuto la possibilità di diventare e-commerce manager. Poi, dopo una piacevole pausa legata alla nascita di Francesco, sono rientrata e ho avuto l’opportunità di diventare Digital Director, completando così la mia esperienza nell’e-commerce con la più am­pia gestione di tutta la struttura Omnichannel. Sono felice di questo incarico e sono soddisfatta che la mia azienda mi abbia concesso la possibilità di fare questo percorso di ascesa. I colleghi mi supportano appieno ed è bello quando lo vedono anche come un bel messaggio da far passare: si può essere donna e mamma e, se c’è determinazione, costanza e impegno, si può anche ricoprire ruoli di responsabilità».

E c’è un sogno?

«Sì. Vorrei che il mio ufficio diventasse parte integrante del processo e, imparando dai grandi nostri competitori, tutti insieme, si incominciasse ad ideare le nostre collezioni pensando al digitale, contemplando i bisogni di chi acquista sull’online, in negozio, o sul multicanale, senza dimenticare le necessità dei marketplace».

E ai giovani un consiglio?
«La conoscenza tecnica digitale non è sufficiente: occorre avere sempre lo sguardo al business, per utilizzare il digital verso un’azione che si traduca in un beneficio all’azienda. Occorre imparare ad anticipare le tendenze, incontrare le clienti e collaborare con tutta la struttura. Ai giovani dico: non dimenticate la gavetta, mettete le “mani in pasta”. Solo così imparerete i processi e potrete fare la differenza!».