«Con “Polisex” ho anticipato i tempi»

Ivan Cattaneo si racconta prima del concerto

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Nella bella cornice del Teatro Bon­gioanni di Som­mariva del Bosco sono ripresi gli appuntamenti della manifestazione “Con­tro­tempo” organizzata da Area 30, a cura di Antonio Ga­staldi e Gabriele La Scala.

Dopo il fermo forzato degli ultimi due anni, è stato un ospite d’eccezione a inaugurare la nuova stagione, un personaggio poliedrico e un artista a tutto tondo, che ha emozionato generazioni di fan a partire dagli anni ’70: Ivan Cattaneo. Per coloro i quali, come chi scrive, sono suoi fan da sempre, quella di Sommariva del Bosco è stata l’occasione per un incontro emozionante e, ancora di più, gradito, dal momento che, conoscendolo di persona, si ha avuto modo di approcciarsi alla sua gentilezza, cui fa il paio l’estrema cordialità e disponibilità.

L’abbiamo raggiunto in teatro nel tardo pomeriggio dello spettacolo durante il “soundcheck” per una chiacchierata breve, ma molto piacevole.

Ivan, partiamo dagli inizi…
«Gli inizi risalgono al Plei­s­tocene, occorre tornare indietro alla notte dei tempi e andare al 1975, quando ho cominciato la mia carriera da cantante-cantautore. Se vo­glia­mo, il vero punto di partenza è da collocare molto prima nel tempo, con le prove dello Zecchino d’O­ro…».

Qual è la sua canzone che ama di più, indipendentemente dal successo che ha avuto?
«Direi che “Polisex” alla fine è quella che mi ha rappresentato più di tutte, una specie di portabandiera della sessualità più espansa, quella che oggi rientra tra le tematiche Lgbt. Io me ne occupavo già tanti anni fa e lo chiamavo “polisex”…».

Precorreva i tempi, insomma. Quest’anno, se non ho capito male, ricorre il quarantesimo di quella canzone.
«Quarantunesimo, in realtà, perché poi c’è stata la pandemia e non abbiamo potuto festeggiare prima».

Ora, però, è uscito un lp che riporta la canzone in più versioni…
«È la prima volta che un unico pezzo viene interpretato da vari artisti in 10 versioni differenti!».

Oltre a essere cantante, cantautore e lanciatore di talenti lei è anche pittore

«Soprattutto pittore, da un certo punto di vista, perché professionalmente potrei essere insegnante di storia dell’arte, avendo frequentato il Liceo Artistico. Poi mi sono “imbastardito” per così dire, sono partito per Londra, ho fatto altre cose».

Quindi se io le dicessi “Visi divisi” a cosa penserebbe?
«“Visi divisi” è il titolo di una mia mostra, così come “Volti sconvolti” o “Io faccio facce”.
Insomma tutte sfaccettature della mia attività di pittore, cantante e cantautore».

Ecco: nella sua attività di cantante e soprattutto cantautore ha avuto dei periodi abbastanza scanditi e diversi. Quello che mi ha toccato particolarmente è legato a “Luna presente”. Ho letto che c’è di mezzo in qualche modo un incontro con Osho, è vero?

«Esatto e ancora prima, in “Il cuore è nudo e… i pesci cantano” c’era questo maestro indiano che ha influenzato molto la mia vita. Poi l’ho un po’ abbandonato, perché i maestri si devono seguire all’inizio, ma poi vanno anche lasciati andare».

Quali sono i suoi progetti futuri?
«Ho in programma uno spettacolo teatrale che farò proprio con la mia band al completo, nel quale riunirò un po’ tutti i miei linguaggi, che vanno dai quadri ai videoracconti, senza tralasciare le canzoni più di successo, come “Una zebra a pois”».

Qualche ora dopo la piacevole chiacchierata si sono spente le luci ed è incominciato lo spettacolo. È con il brano “Bang bang” che Ivan Cat­taneo inizia la sua performance, che durerà ininterrottamente per due ore. È un peccato che, viste le restrizioni, non si possa ballare anche perché osservando il pubblico in sala, respirando l’atmosfera, restare fermi sulla poltrona è veramente difficile.

Una serata bellissima, con alcune canzoni in cui la musica si fa poesia, intervallo di parole e battute di spirito, senza dimenticare il senso della vita. Lasciando la sala, il pubblico canticchiava ancora qualche nota delle sue canzoni… Anche questo è un modo per riprenderci la vita, rimasta per troppo tempo sospesa, in attesa.