Craig va in pensione e adesso si cerca il nuovo James Bond

Dopo “No time to die” si chiude un’altra epoca nella lunga saga di 007: l’attore inglese lascia, chi sarà il prossimo?

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Ultima volta da 007 dopo cinque interpretazioni all’altezza della sempre più pesante eredità dell’agente segreto al servizio di “Sua Mae­stà”. Daniel Craig esce dal personaggio: «È giunto il mo­mento», ha ufficialmente dichia­rato in tv. E si chiude un’altra epoca con “No time to die”. Prima di lui ci sono stati Sean Connery (l’originale), Da­vid Niven (quasi una meteora), George Lazen­by (chi se lo ricorda?), Roger Moore (che classe…), Timo­thy Dalton (una parentesi) e Pierce Bro­snan (così anni ’90).
Craig all’inizio non fu accolto con grande favore. Usciva un po’ dai canoni classici, con quei lineamenti duri forse più consoni a un personaggio del controspionaggio russo, che a un agente britannico. E poi quel fisico palestrato sembrava eccessivo, destinato a prevalere su tutto il resto. Ma non si trattava di un caso. Barbara Broccoli, la produttrice americana figlia di Albert (il papà cinematografico di Bond) ha raccontato di aver scelto Craig con l’intenzione di rilanciare la saga cambiando un po’ gli ingredienti: «Non doveva ricordare i suoi predecessori. Lui era magnetico, poi ho scoperto anche il suo carisma». Alla fine ha avuto ragione lei. Craig si è rivelato un Bond autentico. Ha saputo mettere in gioco anche i sentimenti, non solo l’estetica del personaggio.
Significativa una scena di “Spectre”, quando sotto la doccia, ancora vestito, Bond stringe in un abbraccio Ve­sper, ovvero Eva Green. Do­veva essere una scena sexy, Craig l’ha trasformata un una scena d’amore.
Oggi è l’ultimo giorno utile per poter vedere gratis su Apple Tv il documentario dedicato ai cinque film di Craig nei panni di 007, uno spettacolo nel­lo spettacolo. Ma anche il film nu­mero 25 della sa­ga è in linea con le attese (durate due anni). Ci so­no gli inseguimenti, ovvio, e van­no in sce­na tra i vicoli di Ma­tera, proprio così, a tutta velocità tra le processioni religiose e il sole che filtra ovunque. Alla fine, dopo i titoli di coda, c’è l’annuncio: “James Bond will return”. “Tornerà”, ma sarà diverso. C’è già chi ha fantasticato su possibili e inimmaginabili colpi di scena. Ma bi­sogna pur sempre tenere conto del fatto che l’agente di “Sua Maestà” ha una tradizione da difendere. Alla “premiere” reale del film, a Londra, Craig ha amabilmente ma rispettosamente dialogato con Kate Middleton. Lei in­dossava il vestito di una delle tante “Bond girl”, visto in “Missio­ne Goldfinger”. Eppu­re non si possono escludere svolte epocali. Una scena di “No time to die”, quando Bond viene creduto morto, la matricola 007 è assegnata a una donna, Noemi, ovvero Lashana Lynch. D’altro canto Ian Fleming, lo scrittore che ha inventato Bond, aveva in mente scenari molto maschili, anzi “macho”. Ma i tempi sono cambiati. Daniel Craig si fa da parte dopo 16 anni di onoratissima carriera e il pros­simo episodio sarà quello del passaggio di consegne. Nel film è già avvenuto, la 33en­ne Lynch, inglese di origini giamaicane, ne ha preso il posto. Ma è solo un indizio. In realtà i casting per trovare il successore di Craig apriranno solo nel 2022. Ovviamente si fanno già i nomi dei candidati e in vetta c’è l’eclettico Tom Hardy, direttamente da “Pea­ky Blinders”, fortunata serie di Netflix (a proposito, anche l’interprete protagonista, Cil­lian Murphy, è quotato dai bookmaker), e star del fumettone “Venom-La furia di Carnage”. Si parla anche di Idris Elba e del più giovane Ja­mes Norton oppure Richard Madden. Serve qualcuno che sappia lasciare il segno più di quanto non abbia fatto il buon Daniel e che sappia mettere Bond al passo con i tem­pi, oltre al solito copione fatto di sparatorie, evoluzioni, corse in auto, bicchierini di scotch e amori imprevisti.