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«L’obiettivo di piero era fare un giornale di qualità per incontrare il gusto dei lettori»

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Piero Dardanello sostituì alla guida di Tuttosport un altro cuneese illustre, Pier Cesare Baretti. Sin da subito diede al quotidiano uno stampo innovativo, puntando sulla grafica, senza peraltro andare a inficiare sulla qualità delle notizie. Che anzi rimanevano accattivanti, interessanti da leggere e rileggere. La sua storia e il suo viaggio nel mondo giornalistico sono stati raccontati nella mostra “Il mondo di Piero”, organizzata contestualmente all’assegnazione del premio, e sono raccolti, su impulso dell’Associazione Piero Dardanello, in una omonima pubblicazione, edita da Bradipolibri. Curata da Roberto Bec­cantini e Fabio Monti, ha al suo interno scritti inediti di penne formidabili quali Xavier Jacobelli, Massimo Gra­mellini, Beppe Conti, Marco Bernardini, Darwin Pastorin, Sandro Sabatini, Marino Bar­toletti, Camillo Forte e molti altri. Oltre alle vignette di Danilo Pa­parelli, che per anni collaborò con Dardanello a Tuttosport e che in una delle tavole del libro lo rappresenta come un direttore d’orchestra abile nel gestire le mille sfaccettature e “ro­gne” legate alla re­dazione di un quotidiano sportivo. E ai racconti di famiglia dei fratelli Sandro e Ferruccio, della moglie Nuccia e del figlio Andrea. I pezzi forti sono gli scritti di Piero, “il giornalista che fece del marciapiede la sua Nasa e della notizia la sua luna”: da quelli degli esordi sulla Gazzetta di Mondovì agli aneddoti di redazione più curiosi, dagli scoop alle “sfuriate” , le leggendarie lavate di capo somministrate ai cronisti più giovani che ebbero modo di farsi le ossa sotto la sua direzione. Con un unico, potente obiettivo: fare un bel giornale, fare del giornalismo di qualità, che incontrasse il gusto dei lettori.