Cuneo, inaugurata la mostra fotografica del fotografo Alberto Lagomaggiore a Palazzo Santa Croce

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Sabato pomeriggio 12 giugno, nel Salone d’Onore del Municipio di Cuneo, si è presentato (presenza massima di trentotto persone, con prenotazione) il volume «Cuneo zone di confine» catalogo della esposizione omonima del fotografo milanese Alberto Lagomaggiore. L’esposizione, allestita nelle sale di Palazzo Santa Croce (Via Santa Croce 6) con il patrocinio del Comune di Cuneo, è stata inaugurata a seguire, con attenzione alle norme sanitarie, ingressi «contingentati» dei partecipanti (massimo dieci persone, due per sala). Sarà visitabile sin al 27.

È il primo passo di un più ampio progetto sulla memoria visiva della città a cura di Giorgio Olivero, con scatti in bianconero eseguiti da Alberto Lagomaggiore, usando fotocamere analogiche di grande formato. «Il percorso espositivo affronta il tema delle zone di confine con immagini lontane dai canoni vedutistici di quelle prospettive che quotidianamente attraversiamo per accedere alla città». Si struttura sull’accostamento di due serie di immagini: la prima é costituita da stampe in formato 50×75 (centimetri) rappresentanti le zone di confine secondo il rigore della fotografia di architettura; la seconda, a contrasto, è costituita da stampe in formato 30×30 ottenute sovrapponendo coppie di negativi, con un effetto scardinante quella visione rigorosa, spezzando e sovrapponendo ritagli di realtà, spesso completando la visione del luogo, introducendo l’imperfezione, la presenza umana e la vertigine dei luoghi quotidiani.

Le stampe in mostra sono state eseguite con processo digitale da Andrea Scarzello da scansioni dell’autore dei negativi analogici.

Alberto Lagomaggiore vive a Milano, ma è nato nel 1964 a Genova e in questa città dopo il diploma di Maturità Classica, si è laureato alla Facoltà di Architettura con una tesi su Urbanistica e Fotografia (ha ricordati i suoi primi «scatti» in Val Polcevera). Alberto Lagomaggiore alterna la sua attività di fotografo di architettura, con all’attivo più di trenta pubblicazioni editoriali, campagne fotografiche ed incarichi da parte di enti pubblici e privati, con l’insegnamento della Fotografia nelle Scuole Secondarie Statali come docente di ruolo di Linguaggio fotografico e cinetelevisivo.

Il suo legame con la città di Cuneo è l’amicizia e la collaborazione professionale con il fotografo cuneese Giorgio Olivero.

Dice l’autore a proposito del suo lavoro esposto: «In questa idea di ascolto, di appropriazione e di restituzione del territorio tramite lo strumento fotografico, si inserisce la mia ricerca sulle “Zone di confine” a Cuneo. La fotografia ancora una volta riflette una volontà di analisi e di riconciliazione delle forme urbane in aree “fragili” e allo stesso tempo fondamentali per la città.  Per me, straniero, il lavoro di ricognizione fotografica diventa uno spazio di ascolto della città, ancora apparentemente estranea, forse anche il limite di una rappresentazione del paesaggio urbano che mi ha sempre affascinato: dare visibilità ai luoghi di cerniera e di passaggio tra presente e passato, tra realtà e immaginario personale e collettivo».

Aggiunge l’architetto Luigi Mosconi, introducendo la mostra nel testo del catalogo: «Le zone della città di Cuneo, fotografate in un rigoroso bianco e nero da Alberto Lagomaggiore sono luoghi di transito e di raccordo, luoghi di confine caratterizzati per lo più dalla presenza di elementi edilizi di diversa tipologia ed epoca. Infrastrutture ed elementi segnaletici tipici del “caos” della nostra società antropizzata diventano lo spunto primario per un parallelismo geometrico con le forme architettoniche del costruito che si vuole rappresentare; una “cinta urbana dinamica” costituita da elementi diversi ma interagenti – contemporanea e storica al contempo – alla quale lo scatto del fotografo restituisce una precisa identità, da leggere come spazio connettivo ed in potenziale divenire a servizio ed in contrasto con la città storica pianificata ed ormai consolidata».

L’esposizione è aperta dal martedì al sabato dalle 16 alle 19, la domenica anche dalle  10,30 alle 12,30. È consigliata la prenotazione. Per informazioni, prenotazioni e catalogo telefonare al 335.8422892, mail [email protected].

Nella presentazione l’assessore alla cultura cuneese Cristina Clerico ha ribadito quanto a Cuneo si conti su queste iniziative di Giorgio Olivero, certo una delle persone più note e stimate del settore, da decenni.

Olivero ha ringraziato tutti, dal grafico ai collaboratori, spiegando di aver voluto il momento nel «Salone» in quanto «casa comune» dei cuneesi. Il suo intervento è stato molto articolato, volto, come sempre, ad una ricerca quasi filosofica del senso e dell’approccio alla fotografia (cosa sia questa arte, come la si debba usare), che molto vede come «espressività soggettiva» dell’autore. A di là di una stima reciproca, di un apprezzare vicendevolmente l’aspetto «estetico», è stato ben spiegato come molto diversa sia la posizione di Lagomaggiore, che sottolinea l’importanza della fotografia nel fissare la «memoria», quindi più oggettiva e documentale.

L’organizzatore ha fatto notare la scelta di non avere «sponsor» (oltre il patrocinio comunale) per coprire i costi (sui 900 euro in tutto, 600 e 300, tra catalogo ed allestimento), ribadendo l’importanza del «tempo lento», quello che consente una fotografia esposta stampata, od un libro cartaceo.

c.s.