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«Viaggiare aiuta a capire l’educazione civica»

«Viaggiare aiuta a capire l’educazione civica»

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La 34enne saviglianese Francesca O­storero è una donna dalle mille passioni. Tra le più significative c’è la grande voglia di andare alla scoperta del mondo, a cui dà soddisfazione attraverso in­numerevoli viaggi, che le han­no permesso di compiere «una crescita spirituale e culturale». Un altro suo interesse, quello per l’educazione civica, invece, l’ha portata a essere coautrice di un libro edito dalla Loescher proprio su questo tema.

Quando ha iniziato a interessarsi di educazione civica?

«Mi sono avvicinata all’educazione civica senza nemmeno accorgermene. Fin da bambina proposi al Co­mune di Savigliano di attaccare delle etichette da me disegnate sui cassonetti della cit­tà, per sensibilizzare alla raccolta differenziata. Mi ricordo anche che per un periodo donai parte della mia paghetta settimanale alla Lipu e a Greenpeace».

Cosa ha risvegliato quello slancio fanciullesco?
«Si è risvegliato in modo ca­suale: mi è stato proposto di scrivere per la Loescher in merito a dei percorsi di educazione civica, da inserire all’interno di un libro di storia. Da lì ho iniziato ad ap­passio­narmi sempre di più».

Quale viaggio ha contribuito maggiormente a questa sua formazione civica?

«La svolta decisiva è stato il viaggio in Malesia, che mi ha colpito nel profondo. Nel Borneo ho visto una terra in­credibilmente ricca rovinata dall’azione dell’uomo. Ho visto la maestosità di una delle giungle più antiche del mondo relegata a una manciata di ettari, distrutta per fare posto alle coltivazioni di palma da olio. Ho avuto modo di e­splorarla con gli abitanti del luogo alla scoperta della fauna e della flora e ho appreso terribili storie sugli orsi malesi e gli oranghi, feriti o uccisi mentre tentavano di sfuggire alla distruzione della giungla, il loro habitat naturale. Ho visto fondali con coralli dai vivi colori arcobaleno, ricchi di vita, e fondali dove i coralli erano grigi, di­strutti dall’innalzamento termico dell’acqua di mare. Ho visto una bellezza ridotta in brandelli. È stata un’esperienza molto forte: un conto è leggere notizie sui giornali, un conto è vedere cosa sta accadendo con i propri oc­chi».

Perché l’educazione civica è importante, secondo lei?
«È una materia che porta la nostra attenzione su gravi problematiche del mondo attuale, come l’inquinamento, la necessità di uno sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici e ci chiede di essere dei cittadini globali, che compiono delle scelte ragionate e consapevoli per preservare il pianeta in cui viviamo».

Quale posto porta nel cuore?
«Porto nel cuore un luogo che è la somma di molti posti, che si richiamano l’un l’altro, si intrecciano, si confondono. Porto nel cuore molti frammenti di bellezza: le tartarughe marine che nuotano leggere in acque cristalline, porto il mango e le sedie a dondolo di Cuba, la cerimonia del tè giapponese, i giardini zen di Kyoto, i versi degli animali nella giungla notturna, i meravigliosi canyon che ti conducono alla scoperta di Petra, la fierezza dei georgiani, il muro del pianto a Ge­rusalemme. Mi fermo qui, ma potrei andare avanti all’infinito.»

Da chi ha preso questo spirito avventuriero?
«Sicuramente dal nonno materno, Rodolfo, velista ed esperto subacqueo, che mi ha trasmesso l’amore per il mare e il desiderio di esplorarlo sopra e sotto la superficie. A 18 anni mi regalò il brevetto subacqueo e da allora quello spirito non mi ha più abbandonato. Ora sto studiando per prendere la patente nautica!»

Lei è anche presidente dell’associazione “Tam Tam”. Di cosa si occupa tale sodalizio?
«È un importante strumento di dialogo e condivisione con molte realtà del territorio. Con spirito di servizio e condivisione, informa e sensibilizza i cittadini e le istituzioni, sia pubbliche che private, su un diverso rapporto economico con i paesi poveri del mon­do, un rapporto che abbia come presupposti la cooperazione, la solidarietà e il rispetto dei tempi e dei modi di sviluppo di questi. Nella pratica, organizza interventi nelle scuole sulle tematiche del commercio equo, sulla disuguaglianza, su stili di vita più sostenibili; progetta corsi per favorire l’inclusione sociale e collabora con altre associazioni del territorio per organizzare eventi o raccolta fondi. Con i suoi volontari interviene a supporto dei progetti della cooperativa Perla, che attualmente gestisce la bottega di commercio equo a Savi­gliano, finalizzati alla creazione di opportunità lavorative intra ed extra moenia a favore di detenuti e svantaggiati in generale».

BaNNER
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