Buon umore ritorna… le colline sono in fiore

Per fortuna, le fioriture primaverili a “chilometro zero” portano colore e serenità anche in un periodo di pandemia

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Ci sono spettacoli che la natura ci offre gratuitamente e che, di anno in anno, si rinnovano ai nostri occhi con immutata meraviglia. Lasciamoci dunque prendere dalle piccole e grandi occasioni delle fioriture primaverili per uscire dal grigiore e dal confinamento di questi mesi. Scopriamo una formula di turismo a basso chilometraggio basata anche sul semplice passaparola di chi è rimasto affascinato da un panorama di boccioli profumati quasi dietro l’angolo. Scordiamoci le ortensie delle Azzorre, la valle delle rose in Bulgaria, le campanule blu che in Belgio tingono il sottobosco, per i quali molti appassionati sono pronti a partire armati delle proprie macchine fotografiche secondo una filosofia di viaggio sempre più diffusa.

Il nostro Piemonte, nella sua variegata tipologia climatica, permette un ampio assortimento di coltivazioni o fioriture spontanee che colorano campi e giardini nelle tonalità più sfumate e che non hanno nulla da invidiare a quelle di mete più prestigiose. È ben vero che le ultime recenti gelate hanno mortificato lo splendore, e si teme anche la resa, dei frutteti in fiore ricchi di peschi, pruni, mandorli e ciliegi, ma la vegetazione è tutto un incalzare e presto col rialzo delle temperature raccoglieremo i primi grappolini di gaggia da gustare in pastella. Il glicine è ormai in pieno trionfo e qua e là osserviamo ancora qualche sparuta camelia. Quest’ulti­ma, che deve il suo nome al botanico missionario gesuita Kamel che la portò dal Giap­pone, viene attestata in Italia già nel 1760, nelle collezioni botaniche della Reggia di Caserta. Non proprio facile da coltivare, copre una gam­ma cromatica dalle mille sfumature di rosa ed è riconosciuta simbolo di eleganza non solo per i giardini ma anche come dettaglio di abbigliamento grazie ai riferimenti alla letteratura francese ottocentesca e alle collezioni di Coco Chanel. Da più di un secolo le camelie abbelliscono in particolare le sponde del lago Maggiore e si sono conquistate uno spazio importante tra le manifestazioni attorno a Stresa, Verbania e Pallanza, dove i giardini di Villa Taranto celebrano tra l’altro le fantastiche ninfee.

Il 2021 non è per ora stato però favorevole a molti eventi e a Pralormo ne sa qualcosa anche Messer Tu­lipano, la tradizionale esposizione che anche quest’anno ha dovuto fare i conti con zone rosse e chiusure forzate. Brevi filmati quotidiani sui social hanno permesso alla Contessa Consolata Be­raudo di condividere lo splendore delle tante belle e curiose varietà di tulipani in fiore, in attesa della riapertura del parco dall’8 maggio. Ma visto che i bulbi non conoscono stop, ne abbiamo visti migliaia andare loro in cerca di pubblico nelle aiuole di altre città, come ad Alba e Cuneo, alle quali a dicembre erano stati donati in spirito di gemellaggio.

Il prossimo appuntamento sarà ora con “Peonie in fiore” che a Carmagnola presso i Vivai delle Commande nel “weekend” del 15-16 maggio propone una sorta di visita porte aperte il cui flusso sarà contingentato a seconda dell’affluenza: in mostra più di cento qualità di questi fiori portatori di fortuna e felicità.

Per chi è disposto a fare qualche km in più il Biellese suggerisce due immancabili fioriture che meritano un’interessante escursione. Spazio dunque alle splendide azalee nella riserva naturale del Parco Burcina tra Biella e Pollone. L’area che consente una vera immersione floreale venne acquistata già a metà ’800 dalla famiglia Piacenza, esponente dell’industria laniera locale, per crearne proprio un parco botanico su ispirazione dei giardini paesistici inglesi.

Poco distante, nelle Alpi Biellesi, l’Oasi Zegna vicino a Trivero, sede appunto del Lanificio di Ermenegildo Zegna che fu promotore della valorizzazione ambientale locale, focalizza invece la nostra attenzione sulla mitica conca dei rododendri. Ori­ginari dell’Himalaya hanno trovato tra le montagne locali il loro habitat perfetto e accolgono il visitatore con infinite esplosioni di colori.

In provincia di Torino, invece, i pendii di Castelnuovo Nigra sfoderano la bellezza dei loro effimeri narcisi in attesa di poter riprendere a festeggiare con la specifica sagra annuale. Rustica e originale anche la fioritura dei cardi coltivati ad esempio nelle piane alluvionali della valle Belbo. Tra cespugli di ginestre e campi di papaveri appena fuori porta, ogni fazzoletto di vegetazione diventa dunque per l’occhio attento una tavolozza di tinte sgargianti e festose.

E le distese colorate si dispiegheranno a giugno anche a Sale Langhe, dove la coltura della lavanda, così come a Demonte in valle Stura, è diventata una preziosa risorsa economica. Lo spettacolo del viola cangiante che segue le onde del vento e i riflessi della luce è magnifica attrazione turistica oltre che sinonimo di settore erboristico e officinale in piena espansione. Riserviamo ancora qualche scatto del nostro reportage per gli inizi dell’estate quando saranno poi i girasoli ad invadere la scena con la gioia e l’allegria del giallo intenso dei loro petali, rigorosamente 89 o 55 o 34 in misterioso omaggio alla “successione” di Fibonacci. Dal Monferrato alle nostre campagne più prossime ci delizieranno per un bel mese abbondante.

Articolo a cura di Ada Corneri