Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Articoli Rivista Idea L’opinione di Alessandro Gassmann

L’opinione di Alessandro Gassmann

«Per chiedere il rispetto delle regole, dopo quasi un anno e mezzo di pandemia, ho ricevuto insulti personali e minacce»

0
208

IL FATTO
Il lockdown ha accentuato le tensioni anche tra vicini di casa. Qualcuno si è concesso strappi alle norme, altri hanno chiamato la polizia: delatori?

Nello scrivere queste righe, è emerso un dettaglio che non avevamo considerato. Alessandro Gas­smann ha aggiunto al suo cognome una “n”. O meglio l’ha recuperata, visto che il nonno, l’ingegner Henrich, era tedesco di Karlsruhe e portava il cognome originale e tipicamente teutonico, quello con la doppia “n” finale. A modificare il cognome attenuandone il suono duro era stato il papà Vittorio, storico attore capace di impersonare un perfetto tipo di italiano a cavallo soprattutto degli anni ’50 e ’60.
Se ne deduce che, in qualche modo, Alessandro si senta più legato alla sua origine germanica di quanto non lo fosse il grande Vittorio, interprete epocale. Si potrebbe spiegare così la denuncia di cui si è reso protagonista l’ultimo erede della celebre famiglia? È per cieca obbedienza che ha chiamato la Polizia per segnalare che a casa dei vicini era in corso una festa, vietata dall’emergenza sanitaria? Alessandro è stato, nell’occasione, rigidamente conforme alle direttive con un’osservanza molto più tedesca che italiana?
In realtà non è questo il punto. Lui stesso, nel tweet che ha scatenato le polemiche social, sentendo rumori arrivare da casa dei vicini, si è domandato pubblicamente: «Hai due possibilità: chiamare la Polizia e rovinarti i rapporti con il vicino, ignorare e sopportare, scendere e suonare». Ovviamente la sua “delazione” ha scatenato reazioni accese. Parti­colar­mente aspro il confronto dialettico con Enrico Rug­geri che ha scritto a sua volta: «Grande attore e re­gista, con un po’ di nostalgia per i tempi andati della Germania Est», riferendosi al regime comunista in cui le spie erano incentivate a tradire parenti e amici a favore della spietata repressione della Stasi. Ora certamente il contesto è un altro. E così Gas­smann è tornato sull’argomento per puntualizzare: «Dire quello che si pensa e chiedere il rispetto delle regole, dopo quasi un anno e mezzo di pandemia, viene da una parte consistente vissuto con reazioni di violenza, con insulti personali e minacce». Insomma, il solito calderone. Nel quale è finito lo stes­so Ruggeri che a sua volta è stato accusato di es­sere «negazionista».
Di questi tempi bisogna avere equilibrio, valutare ogni aspetto prima di sentenziare. Per non perdere il buonsenso, quello che ma­gari ti fa capire quando è il caso di allarmarsi per una situazione pericolosa e quando no. Alessandro Gassmann finì anche nel tritacarne televisivo delle Iene sul tema dei rifugiati quando alla domanda «ma tu accoglieresti un migrante a casa tua?», proprio non ce la fece a rispondere affermativamente e senza esitazioni.

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial