La dispersione scolastica in provincia di Cuneo

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Mai come nell’ultimo anno, nel dibattito nazionale, si è parlato tanto di scuola. La pandemia ha creato nuove fratture tra i nostri ragazzi ed ha esacerbato vecchie divisioni incrostatesi nel tempo, creando, soprattutto a causa della necessità di utilizzare strumenti tecnologici, nuovi mondi di esclusi. Cuneo con il suo territorio, secondo i dati dell’anno scolastico 2018-2019 (l’ultimo dell’era pre-Covid), conta 86.417 studenti, che corrispondono a circa il 14,5% degli scolari piemontesi. I problemi emergono quando si va a vedere il livello di scolarizzazione dei giovani, un dato che segnala un cuneese maglia nera del Piemonte: a fronte di una regione che si attesta sul 13,6%, sono infatti il 16% gli “under 24” della provincia che hanno conseguito solo la licenza media, ben il 5% in più rispetto al 2015-2016. Se l’Ires Piemonte l’anno scorso segnalava che gli abbandoni scolastici sono decisamente più frequenti nei passaggi da un ciclo scolastico all’altro (per intederci, dalle medie alle superiori), il campannello d’allarme suona osservando un trend poco positivo: rispetto a dieci anni fa, quando la nostra provincia sembrava in grado di contrastare la perdita scolastica di ragazzi con dati ogni anno più positivi, oggi la situazione sembra essersi ribaltata. Ci sono indubbiamente molti fattori da considerare, non ultimo il fatto che, tradizionalmente, queste terre riescono ancora a dare lavoro a chi decide di lasciare gli studi senza una formazione specifica. Tuttavia, pensando a un futuro in cui in ogni campo (industria compresa) serviranno lavoratori altamente formati, appare inevitabile un’attenta riflessione sul futuro dei ragazzi in età scolastica. Di mezzo, poi, si è messa anche la situazione pandemica e il cosiddetto “digital divide”, cioè la possibilità o meno di avere a disposizione strumenti tecnologici e connessioni al web: poco meno di un anno fa Confartigianatato Piemonte sottolineava come solo il 34,5% delle famiglie cuneesi avesse accesso alla banda ultralarga (la connessione internet rapida) e che il 33,8% non disponesse di un Pc o tablet in casa; evidenziando anche, però, che dove c’è un laureato in casa la percentuale scende di dieci volte. In un paese come l’Italia, dunque, che fa registrare tassi di abbandono scolastico tra i più alti in Europa, la strada, anche qui da noi, pare ancora lunga; così come l’ugugaglianza e le pari opportunità per i ragazzi, da un anno a questa parte ancora più lontane.