Un primato che incoraggia

In Piemonte, diversamente dal resto d’Italia, crescono le donazioni e i trapianti di organi

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Nel 2020 la pandemia da coronavirus ha determinato in Italia una contrazione delle donazioni e, di conseguenza, dei trapianti di organi eseguiti. Il Piemonte ha registrato un risultato in controtendenza, riuscendo a incrementare il numero dei donatori di organi e il nu­mero dei trapianti eseguiti ri­spetto al 2019.
I dati sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il presidente della Regione, Alberto Cirio, l’assessore alla sanità, Luigi Icardi, il direttore del Centro Regionale Trapianti, An­tonio Amoroso, il coordinatore regionale Dona­zio­ni e Prelievi di Organi e Tes­suti, Anna Guermani e il direttore ge­nerale dell’Azienda Ospe­daliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Gio­vanni La Valle.
Nonostante le difficoltà legate al Covid, nel 2020, in Piemonte, i donatori di organi sono stati 147, il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e in aumento del 7,3% rispetto al 2019 dove i donatori erano sta­ti 137. Questo risultato, co­me si scriveva, è in controtendenza ri­spetto a quanto si è verificato nel resto d’Italia.
Sono cre­sciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo. Le opposizioni alla donazione si sono mantenute al di sotto della media nazionale, attestandosi al 26,5%, se­condo miglior risultato degli ultimi dieci anni. Sono stati trapiantati 460 organi: 247 reni, 158 fegati, 26 cuori, 22 polmoni e 7 pancreas, alcune volte assieme, per un totale di 443 interventi di trapianto (rispetto ai 419 eseguiti nel 2019, più 6%).
Il Piemonte è stato in Italia la regione guida nel 2020 per l’utilizzo di donatori positivi al coronavirus, a favore di pazienti con positività pregressa o in atto per lo stesso virus.
La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto: se si considerano solo i trapianti eseguiti dal 2010 in poi, a 5 anni è vivo il 94% dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di rene. Nel caso dei trapianti degli altri organi, il 90% di coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato è in vita a 5 anni dall’intervento, lo è circa il 75% dei trapiantati di cuore e la metà circa di chi ha ricevuto un trapianto di polmoni. Indici in continuo miglioramento e, in gran parte, sopra le medie europee. L’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione del­le équipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle varie fasi. Fondamentali per la riuscita dei trapianti sono inoltre le donazioni di sangue.
La donazione da vivente, non rivestendo caratteristiche di urgenza, ha risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia nei momenti di maggiore diffusione. Nel 2020 i trapianti di rene da donatore vivente sono calati in tutt’Italia, in Piemonte sono stati 35.
Quasi 2.000 piemontesi, giovanissimi, si sono poi messi a disposizione nel 2020 per do­nare le loro cellule staminali emo­poietiche o il midollo os­seo. Oggi in Piemonte sono più di 56.000.
La regione con capoluogo To­rino si è distinta non solo per i volumi di attività dei trapianti, ma anche in relazione ad altri aspetti. Ha infatti contribuito a realizzare protocolli e linee gui­da nazionali, come nuovi programmi di allocazione degli or­gani o il registro della malattia renale cronica. Si pone come riferimento per la diagnosi di malattie genetiche suscettibili di trapianto. Infine, ha contribuito in maniera rilevante alle conoscenze scientifiche proprio in relazione all’impatto che il Co­vid ha avuto nei trapianti: sono alcune decine gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali dalla rete trapiantologica piemontese. Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2020 c’erano 721 candidati in attesa di trapianto di rene, 101 di fegato, 74 di cuore, 75 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti, soprattutto in un pe­riodo così difficile. Nell’oc­ca­sio­ne, l’Asses­sorato re­gionale al­la sa­nità ha voluto rivolgere un ringraziamento ai responsabili dei diversi programmi e alle loro équipe mediche ed infermieristiche. Per la Città della Salute di To­rino sono: Luigi Biancone per il trapianto di rene nell’adulto, Renato Romagnoli per i trapianti di fegato e pancreas, Mauro Ri­naldi per i trapianti di cuore e polmoni, Carlo Pace Na­poleone per il trapianto di cuore pediatrico e Bruno Gia­noglio per quello renale pe­dia­trico. A Novara, il responsabile del programma di trapianto renale è Vincenzo Cantaluppi.