Fatturato 2020 in positivo: +4%

Nonostante il virus la Cantina Terre del Barolo chiude l’anno bene e punta sulla sostenilità

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Un inizio di 2021 carico di speranza e di progetti in corso di realizzazione per la Cantina Terre del Barolo, alimentato da ottimi risultati, considerando la situazione sanitaria ed economica nazionale ed internazionale.
L’ultimo esercizio si è chiuso con un fatturato totale in au­mento rispetto a quello dell’anno precedente, e questo risultato è di enorme rilievo, considerando quanto accaduto nel 2020 a livello mondiale, come conferma il direttore Stefano Pesci: «La possibilità di produrre tutti i grandi vini della Langa ci permette di essere presenti in modo competitivo nei vari mercati. Stiamo affrontando con grande resilienza la crisi globale, riuscendo a soddisfare i clienti nella differenziazione della richiesta.
I primi mesi dell’anno fiscale sono stati estremamente positivi con una crescita a doppia cifra che ci ha permesso di chiudere comunque positivamente un’annata ricca di eventi assolutamente imprevedibili e straordinari».
Il direttore continua: «Cifre alla mano siamo soddisfatti, ed il nostro lavoro è stato ripagato anche dal premio come miglior cooperativa vitivinicola italiana, ottenuto la scorsa estate dalla prestigiosa rivista tedesca di settore edita da Meininger.
Non sono mancati importanti riconoscimenti anche per i nostri vini in Italia e all’estero: tra questi la presenza del “Barolo Arnaldo Rivera 2016 undicicomuni” nella selezione mondiale Top 100 Wine discoveries redatta dall’editore della guida Michelin. Risultati che confermano come si stia lavorando intensamente per valorizzare il territorio e le sue straordinarie eccellenze».
«Il lavoro è andato avanti anche durante l’emergenza», come con­ferma il direttore. «I soci hanno continuato a lavorare i vigneti e la natura ha regalato un’annata 2020 di qualità straordinaria. Nuove energie e forza direttamente dalle nostre amate colline per affrontare le sfide future che riguardano principalmente il completamento dei lavori per tutte le nuove aree di accoglienza della nostra Cantina, che il Covid ha solo rallentato, ma in cui crediamo fermamente, per farci trovare pronti e completamente rinnovati quando gli ospiti e gli appassionati ritorneranno in Langa».
E la “parola d’ordine” deve essere la sostenibilità nella quale la cantina Terre del Barolo crede molto: «Il prossimo futuro», conclude il direttore, «dovrà essere caratterizzato da un nostro agire sempre più sostenibile, primariamente a livello economico, con attività operative molto attente e prudenti, e sostenibile dovrà anche essere il nostro impatto su tutte le attività agricole e produttive che ci caratterizzano, per rendere queste nostre terre un vero patrimonio paesaggistico e naturale anche per le generazioni future. Su questo fronte siamo sempre più impegnati in tutte le fasi della filiera lavorativa, a partire dai vigneti, dove si susseguono i progetti e le iniziative sempre più “green”, fino all’utilizzo delle risorse in cantina sempre più rinnovabili, per arrivare ai clienti e ai consumatori in tutto il mondo con un’attenzione sui packaging e sui trasporti sempre meno impattante a livello ambientale».
Il presidente Paolo Boffa riflette sul rapporto con i soci, un aspetto che è venuto a mancare a causa della pandemia: «Non aver potuto organizzare la festa dei soci per l’inizio della vendemmia 2020, l’impossibilità di svolgere l’assemblea annuale in presenza ma solo per corrispondenza, il posticipare l’apertura dei nuovi locali a data da destinarsi, il non vedere i soci girare in cantina liberamente ma solo su appuntamento, sono tutti aspetti che confermano co­me stiamo vivendo diversamente il concetto di cooperazione. Alla Cantina Terre del Barolo siamo abituati a confrontarci, a dialogare, a portare idee, critiche, proposte: il non poterlo fare di persona pesa ma l’unione tra di noi non manca, e stiamo affrontando questi mesi con determinazione».
Mesi in cui gli aspetti positivi non sono mancati, soprattutto a livello economico: «L’in­cer­tezza globale continua ma vedo che il mondo del vino sembra aver ragionato bene per una ripartenza: c’è consapevolezza e, grazie a mercati come quelli del Nord Europa, Nord America e del­l’Asia, i nostri vini continuano a essere acquistati».