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«Siamo una nicchia che non si arrende»

Intervista a Federica Lanteri, sindaco di Briga Alta, comune con meno di un residente per chilometro quadrato

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È il Comune meno popoloso della provincia di Cuneo e (se i nostri calcoli de­mografici sono esatti) il secondo di tutto il Piemonte, alle spalle di Moncenisio, che a fine dicembre contava un abitante in me­no. Un record regionale “non pa­reggiato” anche per via di una lie­ta notizia: il 2020 ha fatto registrare il primo nato a Briga dopo 42 anni.

In quanto a fascino caratteristico, però, probabilmente non la batte nessuno. La “giovane” Briga Alta, istituita poco più di 70 anni fa, oggi conta 42 abitanti, è incastonata tra Francia, Liguria e Piemonte; sul suo territorio prendono forza i torrenti Ta­narello e Negrone, che più a valle confluiscono dando vita al Tanaro. Nel corso degli anni ha perso gran parte della popolazione residente, ma ciò non toglie che sia tuttora un’area viva e con prospettive interessanti. Ne ab­biamo parlato con Federica Lanteri, eletta primo cittadino di Briga Alta a settembre.

Che significa essere Sindaco di un Comune così piccolo?
«Attenzione: Briga Alta non può essere definita propriamente “piccola”. Ha una estensione territoriale piuttosto va­sta (la sua densità di popolazione, 0,8 abitanti per chilometro quadrato, è infatti tra le più basse d’Italia, ndr), oltre che estremamente variegata. Per­cor­rendo la strada da Piaggia a Upega si entra e si esce continuamente dalla Regione Li­guria. Viviamo una situazione complessa: siamo a 1.380 metri, in montagna, in mezzo a un cuneo di province, Comuni, bordeggiati da un confine na­zionale. Amministrare qui non è facile come può sembrare».

Considerazione, magari scortese o banale, da uomo della strada: chi glielo ha fatto fare?

«Sono nata a Sanremo, ma dopo pochi giorni ero già fissa a Briga Alta. Ho frequentato qui le elementari, allora c’era la pluriclasse; in casa ci siamo sempre parlati in dialetto brigasco. Mi sento parte integrante di questa realtà, dove ho vissuto gli anni della mia gioventù. E poi ho sempre amato l’esperienza am­ministrativa: nel 2006 ero consigliera con mio papà, Guido Lanteri, sindaco; lo sono stata fino al 2008 quando lui purtroppo è mancato. Avevo preso una pausa nel 2014, ora l’orgoglio di poter essere utile alla mia terra mi ha riportato in amministrazione».

Vi sentite lontani o isolati?
«Geograficamente, fisicamente siamo lontani da Cuneo; ci verrebbe più naturale rivolgerci alla Liguria ma apparteniamo in tutto e per tutto al Piemonte, che ha sempre dimostrato attenzione ed efficienza».

I nodi principali che dovete affrontare?
«L’alluvione del 2016 ci ha fortemente condizionato. La devastante frana di Monesi ha spazzato via un collegamento viario fondamentale. Dalle finestre del municipio di Piaggia, di fronte, vedevamo devastazione dove prima c’era vita. La casa comunale era difficilmente raggiungibile, perciò è stata spostata provvisoriamente ad Ormea. Anche dal punto di vista amministrativo e gestionale non è stato facile: nel 2019 il Co­mune è stato commissariato. Ma non abbiamo mollato: cer­to, siamo dovuti ripartire da sot­to zero. I primi tre mesi sono stati di lavoro intensissimo, tra ordinaria amministrazione con poche risorse a disposizione, una storica impiegata comunale in pensione e personale al minimo. Difficile concentrarsi su altri temi oltre l’ordinario. Due, al momento, ci sembrano strategici: l’attivazione della rete Internet a Upega con l’introduzione di una “wi-fi zone”, e soprattutto la ristrutturazione del municipio».

Perché?
«In questo momento a Briga Al­ta non ci sono più servizi o esercizi commerciali di beni di pri­ma necessità. Nella ristrutturazione del palazzo comunale che sta proseguendo è prevista l’installazione di due locali commerciali. Potrebbe essere una chiave di volta per il futuro».

C’è a chi piace chiamarla “resilienza”. Lei in questo momento “vede” il futuro di Briga Alta?

«Sono ottimista, e questo si interseca anche con il periodo di incertezza dovuto alla pandemia che stiamo vivendo. Stiamo cambiando, apprezziamo cose che fino a qualche tempo fa non consideravamo. Briga Alta è di nicchia: ma abbiamo tanto da dare nel campo dell’“outdoor”, per un turismo certo non di massa. Oggi abbiamo un “gatto delle nevi” che usiamo per tracciare le piste da fondo e per le ciaspole ad Upega. Questo aspetto è da potenziare, e l’intero pacchetto è da de-stagionalizzare con la valorizzazione dei percorsi, le gite a piedi, in bici, a cavallo. Per un turismo consapevole ed ecosostenibile.

BaNNER
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