Depositi radioattivi, il Presidente di CIA Piemonte, Gabriele Carenini: “Inacettabile non tener conto dell’agricoltura nella scelta dei siti”

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«L’individuazione dei siti per il deposito nucleare in Piemonte ci preoccupa molto. Prendiamo atto che si è agito come se l’agricoltura non esistesse. Nessuna considerazione per coltivazioni di pregio come l’Erbaluce del Canavese e il Peperone di Carmagnola Igp, nessuna attenzione al consumo del suolo, tema centrale della tutela ambientale. Queste scelte sono inaccettabili e ci batteremo fino in fondo per far valere le ragioni degli agricoltori».

Così il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che in Piemonte individua otto potenziali aree, due in provincia di Torino e sei in provincia di Alessandria.

«Negli anni la campagna del Piemonte ha già dovuto pagare un prezzo altissimo agli insediamenti e alle emergenze che impattano sull’ambiente – osserva Carenini -, non si può accettare che gli agricoltori non vengano nemmeno informati su scelte che stravolgeranno le loro aziende. Il Piemonte ha un’agricoltura di primo livello, proiettata nel futuro. Il deposito delle scorie nucleari vuol dire tarpare le ali a imprese agricole che hanno investito tutto sulla qualità e i prodotti dell’eccellenza piemontese».

c.s.