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EPF investe in un futuro con al centro il capitale umano

Innovazione, vision internazionale, risorse: questi i presupposti per continuare a crescere

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La vera saggezza non consiste nel guardare solo davanti a sé, ma anche attorno a sé, specialmente là dove pochi hanno il coraggio di farlo. È il caso di EPF, una realtà dinamica e innovativa, formata da personale tecnico altamente specializzato, che propone soluzioni meccatroniche e robotizzate per l’automazione di singole fasi di processo o di intere linee di produzione. Per cogliere i piani di sviluppo e le novità la rivista IDEA ha intervistato il suo Ceo, Franco Filippi.

EPF da oltre 50 anni propone soluzioni di automazione industriale in molteplici settori di produzione. Quali i principi che vi hanno ispirato in questi anni?
«L’elemento principale è sempre stato quello di proporre soluzioni che non siano troppo diffuse sul mercato, o in misura molto limitata, per cercare di non “cadere” nella mera competizione legata solo al prezzo. Come EPF predilegiamo un rapporto con il cliente volto a disegnare insieme la soluzione più idonea: da un foglio bianco si tratteggia e concretizza un progetto, nella convinzione che sia possibile realizzare macchine non standard, ma piuttosto soluzioni di robotica su misura in base alle esigenze specifiche del cliente. Nel tempo abbiamo anche cercato di non rimare concentrati su un solo settore applicativo, ma continuare a lavorare in ambìti anche molto diversi uno dall’altro, così da non essere univocamente legati agli andamenti commerciali in un unico settore di business».

Avete inaugurato nel 2019 una divisione EPF plastic a sud di Milano per le soluzioni di stampaggio plastico dove siete partner esclusivi per l’Italia del gruppo giapponese Shibaura Machine (già Toshiba). Come è nata questa collaborazione?
«Questa collaborazione è nata 8 anni fa in un momento in cui si delineavano le linee di sviluppo della nostra azienda. Avevamo capito quanto fosse importante legarsi ad un brand internazionalmente riconosciuto, ad un apprezzato costruttore di macchinari di alto livello tecnologico, un riferimento sul mercato. Un bacino che doveva essere trasversale quindi non legato ad un solo settore. Questa partnership è nata in modo quasi fortuito. Ci siamo trovati con Toshiba a concretizzare una soluzione robotica presso un cliente americano, impiegato nel settore farmaceutico. In quell’occasione abbiamo conosciuto i responsabili giapponesi della loro filiale europea che si sono dimostrati interessati a collaborare. La sinergia si è consolidata e così siamo diventati i loro principali partner europei come volumi di vendita, tanto che, circa un anno e mezzo fa, abbiamo avviato una divisione che ha sede, appunto, vicino a Milano. Conte­stual­mente Toshiba ha spostato la sua filiale di rappresentanza europea a Milano, proprio perché i principali clienti sono in Italia. L’attuale filiale di EPF plastic si propone anche come magazzino per le presse ad iniezione plastica full electric e per la ricambistica Toshiba a livello europeo. Quando poi, arrivano richieste di soluzioni “chi­avi in mano” legate all’automazione la nostra azienda interviene con grande professionalità».

EPF in questi anni ha maturato una visione internazionale con sedi anche all’estero, vero?
«La prima sede all’estero è stata quella in Albania per sviluppare in quel paese asset idroelettrici di nostra proprietà legati alla divisione Epf Energy che si occupa di costruzione di impianti per energia da fonte rinnovabile, in particolare fotovoltaico ed idroelettrico. Suc­cessi­vamente abbiamo aperto una seconda sede in Messico, strettamente legata all’attività dell’automazione e della robotica. Essendo un paese con forte correlazione al mercato americano, abbiamo pensato ad un investimento per fornire localmente servizi, che coinvolgono la parte di sviluppo e progettazione di ingegneria effettuata in Italia e poi, installazione e servizio post-vendita svolto direttamente in Messico. Questa scelta rappresenta la modalità più coerente con la nostra natura prettamente tecnica e tecnologica».

La qualità delle vostre soluzioni è anche legata al Dipartimento di Ingegneria interna elettrica, meccanica e software… Una scel­ta vincente dal suo punto di vista?

«È stata fondamentale. E anche lungimirante, se si pensa che è stata presa oltre vent’anni fa. Attualmente la percentuale di ingegneri e di laureati è molto più alta rispetto al periodo in cui noi abbiamo deciso di intraprendere questa via. L’aver investito su personale sempre più qualificato e con competenze sempre più alte ci ha portato, a muoverci nel mercato proponendo soluzioni che sono un po’ più difficili da trovare. La professionalità di diversi ingegneri, che si dedicano a tempo pieno all’attività di ricerca e sviluppo, oltre a nuove applicazioni, ci hanno condotto verso la specializzazione in nuovi servizi, ma soprattutto ci hanno permesso di trovare soluzioni che adesso sul mercato ancora non ci sono».

Appare dunque significativo per la vostra realtà lo sviluppo di progetti innovativi…
«Certamente. Adesso ne abbiamo 5 in corso, che stanno andando avanti in parallelo. Il primo ha già avuto un risvolto commerciale, dopo 8 anni di sviluppo. Gli altri quattro sono in uno stadio avanzato e di questi due presentano positivi risvolti commerciali. Il 2020 è stato un anno particolare: no­nostante i volumi non siano cre­sciuti rispetto l’anno scorso, soprattutto nel primo periodo di “lockdown” abbiano riscontrato due mesi in cui i mercati sono stati in generale fermi, la no­stra azienda ha continuato a svolgere attività di progettazione, assumere personale di livello, cercare risorse in grado di fare la differenza nell’ambito della tecnologia. Più specificatamente in robotica, intelligenza artificiale, sistemi di visione 3D… competenze che noi ab­biamo iniziato ad applicare in ambìto industriale in progetti di ricerca e sviluppo, uno in particolare condiviso con Siemens, ed oggi uno dei primi cinque al mondo per la parte inerente all’applicazione di intelligenza artificiale nel settore industriale. I progetti innovativi, sono convinto, giocheranno un ruolo sempre più fondamentale nei prossimi anni. Sarà primario investire su persone e risorse. E noi, in Epf siamo sempre pronti a trovare potenzialità applicative e professionali per riuscire a creare stimolanti opportunità per il futuro».

Quali, Ingegner Filippi, gli investimenti previsti per il 2021?

«Certamente supporteremo le filiali proseguendo l’opera di continuo sviluppo. Il Messico per noi è un punto di inizio per approdare negli Stati Uniti dove l’attività di robotica è meno evoluta rispetto all’Europa. Con Toshiba concretizzeremo un’attività simile a quella che stiamo facendo in Europa. In termini più generali ci stiamo organizzando soprattutto affinando la parte commerciale. Una buona competenza ed una attenta organizzazione tecnica sono le nostre maggiori qualità, ma ritengo sia importante premere sull’acceleratore per migliorare l’assetto commerciale. A tal proposito, ad inizio anno entrerà in squadra una figura di alto livello, un profilo che ha una forte esperienza nella direzione commerciale e che ci porterà, nei prossimi anni, a strutturare un team con una serie di commerciali specifici che lavoreranno per la commercializzazione dei prodotti e dei progetti».

Il prossimo sarà anche l’anno di un compleanno importante…
«Esatto. Siamo un’azienda che produce servizi e che quindi non ha la sua potenzialità in macchine o in impianti automatici; per questo siamo convinti che la nostra ricchezza siano le risorse umane. Ci impegniamo, direi da sempre, per riuscire a sviluppare questo aspetto che oggi più che mai, rappresenta il principio sul quale davvero si riesce a fare la differenza ed a crescere. La visione e lo sviluppo sono una conseguenza del positivo rapporto di reciprocità nel team, alchimia vincente per guardare al domani».

BaNNER
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