«Un momento da condividere con chi li ha amati»

Le parole della Signora Maria Franca in occasione dell’intitolazione dell’ospedale di Verduno a Michele e Pietro Ferrero rinsaldano il forte legame tra la famiglia e il territorio

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Con un lungo e in­ten­so applauso, cal­­­­do come un ab­braccio tra la mam­ma e il proprio figlio, si è conclusa, martedì 29 settembre, la cerimonia di intitolazione del­l’o­spedale “Alba-Bra” alla me­mo­ria di Michele e Pietro Ferrero. Un incontro ben diverso da un semplice rito, perché quel­­lo che unisce la Ferrero a questo territorio è un legame speciale, intimo. Lo si era già percepito in di­verse occasioni, a partire dalla «ga­ra di solidarietà e aiuto avviata dal territorio nel novembre ’94 per sostenere l’azienda colpita dall’alluvione», come ha ricordato il sindaco di Alba, Carlo Bo. A un’attestazione d’affetto simile si era già assistito, ad Alba, in occasione dell’intitolazione dell’ormai ex piazza Savona proprio a Michele Ferrero. La scelta di affidare al nosocomio di Verduno un nome così prestigioso è stata assunta, tre anni fa, senza nemmeno un “no”. «Tutti i 76 sindaci del territorio che fa riferimento all’Asl Cn2 dissero “sì”, all’unanimità», ha evidenziato il primo cittadino albese, spiegando che il motivo va ricercato proprio «nel rapporto solido, ulteriormente rinsaldato da quest’occasione, che lega le nostre colline e le nostre comunità alla famiglia Ferrero». Un concetto ribadito anche dal sindaco di Bra, Gianni Fogliato, il quale ha rimarcato come questo sia il risultato di una speciale sensibilità del gruppo dolciario che «ha saputo essere attento al territorio e “fare squadra” con i propri collaboratori».

Nel corso della cerimonia, introdotta dal giornalista Or­lan­do Pe­rera, è intervenuto anche il sindaco di Verduno, Marta Giovan­nini, la quale ha rivolto un grande «grazie» alla famiglia Ferrero, facendo notare come la data dell’intitolazione coincidesse anche con il santo patrono del “suo” paese, nonché con l’“onomastico” del Signor Michele. «Grazie» anche da parte del presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asl Cn2, il primo cittadino di Cossano Belbo Mauro Noè, che ha definito la giornata «un mo­mento storico per la sanità locale». Dello stesso avviso l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi: «L’intitolazione de­ve spingerci a operare puntando all’eccellenza, proprio come ci ha indicato Michele Ferrero». Si sta muovendo proprio in questa direzione la Re­gio­­ne Piemonte che, come ha ri­marcato Icardi, «intende investire nella formazione del personale sanitario», oltre che attivare progetti sulla nutrizione clinica e la cura delle malattie metaboliche.

Ha messo l’accento sulla straordinarietà della struttura costruita a Verduno anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Le sue parole: «Questo nuovo ospedale va onorato da oggi in avanti con impegno per far sì che diventi una struttura di eccellenza, anche facendo tesoro di quanto imparato in questi mesi difficili di emergenza sanitaria». Il direttore generale dell’Asl Cn2 Mas­simo Veglio ha ribadito la necessità di impegnarsi nel rendere il presidio ospedaliero «speciale». Aiuto che continuerà ad arrivare anche dalla Fondazione Nuovo ospedale presieduta da Bruno Ceretto. Il direttore della Fondazione Luciano Sca­lise, po­nendo l’accento sull’importanza della formazione del personale medico, «attività che ci piacerebbe venisse sostenuta tramite la creazione di un auditorium all’interno dell’ospedale», ha spiegato come sia stata avviata una collaborazione con il massimo esperto italiano di giardini curativi Giulio Senes, al fine di dar vita a un ampio parco nell’area circostante il nosocomio.

Nel ricordare «la forza morale e lo spirito umanitario» del padre «e la modernità lungimirante di visione» del fratello, Giovanni Ferrero, Ceo del gruppo dolciario, ha voluto evidenziare come l’ospedale rap­presenti una «personificazione» del rapporto che lega la sua famiglia al territorio. Un sentimento che ha manifestato la stessa Signora Maria Franca: «Questa intitolazione è un momento unico e irripetibile da condividere con chi ha amato Michele e Pietro».

Articolo a cura di Raffaele Viglione e Enrico Fonte