Gli incontri “ravvicinati” di Beppe Ghisolfi

Da Trump a Bruno Vespa passando per la “vecchietta di Sambuco” nella nuova fatica letteraria del banchiere fossanese

0
595
Beppe Ghisolfi

Che cosa accomuna il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il conduttore di Rai Uno Bruno Vespa e… la “vecchietta di Sambuco”?

Si potrà trovare la risposta leggendo, a partire dal 15 settembre, “Visti da vicino” (Nino Aragno editore, 15 euro), nuova fatica letteraria del banchiere e scrittore fossanese Beppe Ghisolfi. Abbiamo comunque cercato una traccia per “risolvere” il quesito iniziale: la risposta sta probabilmente nella “porta”, elemento che ricorre trasversalmente in tutti e tre i ritratti dei personaggi citati in apertura.

La “porta” della Casa Bianca, uno dei tanti ingressi di cui è dotata la residenza ufficiale del Capo di Stato statunitense, in corrispondenza della quale Ghisolfi, nel ruolo di componente della delegazione istituzionale italiana accreditata a un ricevimento in quel di Washington nello scorso autunno, ebbe un incontro ravvicinato, impreziosito da una energica stretta di mano, con “The Donald”.

«Quando apparve Trump», scrive l’autore nel libro, «la fortuna che, come diceva mia madre, mi assiste dalla nascita volle che mi trovassi proprio sulla porta dalla quale lui sbucò. Mi salutò con grande enfasi e i fotografi immortalarono quel momento». «Tutti mi chiesero», prosegue, «come avessi fatto, con decine di porte, a trovarmi proprio davanti a quella giusta: è un segreto che non rivelerò mai».

Passando a Bruno Vespa, il concetto di “porta” non ha bisogno di spiegazioni, essendo il termine che ha ispirato il titolo della più celebre “creatura televisiva” del conduttore di Rai Uno, ribattezzata, alla luce dei suoi ospiti e degli argomenti trattati, la “terza Camera dello Stato”: Ghisolfi venne invitato a partecipare a “Porta a porta” da Vespa in persona e accettò l’invito dopo essersi consultato con il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, di cui è storico amico e stretto collaboratore.

Quella trasmissione andò in onda in uno dei periodi più difficili per il settore bancario del Paese; un periodo in cui si verificarono diversi fallimenti. Tuttavia, «Bruno Vespa», racconta Ghisolfi nel libro, «si confermò come uno dei giornalisti più bravi in assoluto e mi lasciò spiegare la situazione con la dovuta calma.

Non solo: ebbe parole di elogio per il mio “Manuale di educazione finanziaria” che fece riprendere più volte dalle telecamere». «Al termine della registrazione, mostrai a Vespa una foto di molti anni prima, che conservavo nel telefonino, in cui ero io a intervistare lui.

Mi sorrise benevolo, soffermandosi su come il tempo fugga in fretta», conclude il banchiere. Fra Trump e Vespa, nella successione alfabetica di eventi, luoghi e persone, si colloca appunto la “vecchietta di Sambuco”: in questo caso la porta è quella lasciata socchiusa dall’anziana signora a cui Ghisolfi, all’epoca direttore di Telecupole, bussò insieme al “cameraman” Bruno, con cui era impegnato nella realizzazione di un servizio sul Natale nelle vallate cuneesi: «Bussai con energia e dalla porta spuntò un’anziana signora alla quale pensai di chiedere cosa stesse preparando per il pranzo.

Ma la donna, che aveva aperto la porta solo di pochi centimetri, non proferì parola. Mi guardò turbata, con un accenno di sorriso malinconico e richiuse velocemente. Ribussai altre due volte e la scena si ripeté senza variazioni. Fu uno dei servizi tv più belli realizzati negli anni» perché l’espressione della “vecchietta di Sambuco” descriveva i tratti della cultura montanara «meglio che in un qualsiasi testo di storia».