I WineTour sono quattro nuovi itinerari che attraversano le menzioni geografiche del Roero e Roero Arneis Docg, anche dette cru, tra vigneti storici e cantine associate al Consorzio di tutela del Roero. Quattro facili sentieri ad anello e un grande itinerario a tappe, il Roero Bike Tour, per esplorare in mtb, e-bike o a piedi le colline del vino poste sulla riva sinistra del fiume Tanaro, a nord della città di Alba.
Un patrimonio vitivinicolo che si inserisce in un paesaggio ricco di biodiversità, tra borghi storici, castelli e ciabòt campestri. In questo numero proponiamo due percorsi.
Primo wine tour: i cru dove ebbe origine l’Arneis.
Salendo dal centro abitato di Canale e dalla sua torre civica medievale verso il Convento dei Cappuccini si percorre il cru Renesio, culla del Roero Arneis (a cui sono unite le sue declinazioni Renesio Montorone, Renesio Valbellina e Renesio Incisa), si sfiora Granmadre, con l’omonima cappella campestre, e ci si addentra nel cru Loreto, in prossimità della frazione di Madonna di Loreto, un pugno di cascine su cui svetta l’omonima Chiesa di fine ’400. Si attraversano i cru Ciriano e Mompellini, per poi scendere attraverso il Mompissano, l’Oesio e il San Vittore, sul cui colle si erge l’omonima pieve, ultima testimonianza del nucleo originario dell’abitato di Canale.
L’anello, all’altezza del cru Monpissano, può essere prolungato raggiungendo i vigneti canalesi che sconfinano in direzione di San Damiano d’Asti, appartenenti ai cru San Defendente, Rabini, Montorino, attraverso vallate appartate e panoramiche, con aperte vedute sul castello di Cisterna d’Asti, per chiudere l’anello nuovamente a Canale. Il suolo è quello tipico del Roero, caratterizzato da quelle che sono state definite le Sabbie di Asti, in cui si riducono le percentuali di argilla e limo a favore, appunto, della sabbia, che può arrivare a percentuali importanti e vicine al 50-60%. Questa composizione fa sì che i terreni siano piuttosto leggeri, permeabili all’acqua e molto ossigenati, per cui si ottengono vini di buon corpo e molto ricchi di aromi. Le esposizioni maggiormente vocate vanno a costituire una specie di anfiteatro vitato che guarda verso sud (con evidenti escursioni verso sud-est e ancor più sud-ovest), con ottimo contributo dell’irraggiamento solare.
Secondo wine tour: i cru argillosi verso il fiume Tanaro
Partendo da Canale si percorrono i cru Roncaglia, Madonna dei Cavalli e Baroni Incisa, per giungere al verticale borgo di sommità di Castellinaldo, il comune con più superficie vitata del Roero e con una magnifica vista panoramica. Si attraversa poi l’esteso anfiteatro di vigne dei cru Rocca Cerreto, Serra Zoanni, Leschera, San Quirico e Trono, e si giunge in prossimità di Castagnito attraverso i cru Cortine e Croera, da cui vale la pena un affaccio a 360° sul bric San Licerio, tra i punti più alti della zona. I vigneti con esposizione nettamente volta a sud/sud ovest (Serra Zoanni, San Quirico, Cortine) fruiscono di un importante irraggiamento solare dalle ore centrali della giornata sino al tramonto, pertanto i loro terreni sono ricchi di limo e argilla, mentre la sabbia è presente in percentuali minori rispetto alla media dell’area. Le viti insistono quindi su terreni adatti a dare buona materia all’uva, e se si aggiunge il determinante contributo del sole, è logico aspettarsi Roero di buona struttura, derivanti da uve che maturano piuttosto presto in considerazione della zona calda. Gli altri cru, rivolti principalmente verso la valle del Tanaro (Croera, Soarme, Trono e Leschera) si trovano in una zona leggermente più fresca, sia per l’esposizione solare sia per la vicinanza del sottostante fiume Tanaro con la sua funzione termoregolatrice, per cui abbiamo vini sicuramente di buona struttura e di sempre interessante acidità.
Si attraversa poi l’elegante abitato di Guarene, con il suo imponente castello barocco, e si procede in direzione di Vezza d’Alba incontrando i cru Montebello e Madernassa, tra vigneti e sparse porzioni di frutteti (pere madernassa, albicocche, pesche). Si raggiunge la pianura del rio Borbore, su una strada di fondovalle alla cui destra si inerpicano gli erti vigneti dei cru Torion e Patarun, e si risale il crinale di San Michele, tra filari che incorniciano l’omonima chiesetta campestre e qualche ciabòt storico, chiudendo l’anello in direzione di Canale.