“Buona la prima” per il Rotary “Canale-Roero”

La serata che ha aperto il nuovo anno ha visto gli interventi (assai apprezzati) del criminologo e scrittore Biagio Fabrizio Carillo e della cantautrice Simona Colonna, accompagnata dal suo immancabile violoncello

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Una prima serata decisamente “perfetta”, per il già nuovo anno di presidenza del Rotary club Canale-Roero sotto la guida di Carlo Borsalino. L’editore della Rivista IDEA ha aperto la sua stagione alla guida del sodalizio trovando immediatamente l’a­malgama giusta: un’atmosfera rilassata e piena di spirito d’accoglienza tipicamente roerino, una “location” tutta da scoprire (l’agriturismo “La Felicina” di Cherasco: un gioiello di pace, senza dubbio), e tanto di parterre e ospiti d’eccezione.
Così, su queste linee, si è mossa la serata di martedì 14 luglio: tra convivialità e contenuti, grazie a due visite importanti come quelle del colonnello Biagio Fabrizio Carillo (da inizio luglio in congedo) e della cantautrice Simona Colonna. Se l’applaudita seconda ospite, prima di iniziare il suo nuovo tour, ha saputo regalare momenti di grande intensità ai sodali presenti, è da sottolineare la pienezza dell’intervento dell’ufficiale dei Carabinieri in congedo: una personalità forte, competente, capace di dividere i suoi talenti tra lo spirito di servizio nell’Arma e la scrittura. E sì che Carillo è una figura dall’ampio “curriculum”, con all’attivo, tra gli altri, ruoli di spicco nei Nas del Sud Pie­monte, attività di docenza universitaria in analisi criminale e indagine investigativa, esperto in psichiatria forense, e psicologia giudiziaria e criminologa negli atenei di Torino e Napoli.
E scrittore, appunto: sei i romanzi all’attivo, tutti scritti a quattro mani con Massimo Tallone, tutti a tinte “noir”. Un successo editoriale, il loro, che parla di 80 mila copie vendute grazie anche al supporto del quotidiano La Stampa, ma anche e soprattutto per merito di una qualità generale cercata con metodo e passione.
Come? Lo ha spiegato lo stesso Carillo. «Per uno come me, che ha alle spalle 37 anni di investigazione, poteva essere persino difficile parlare e scrivere di “gialli” senza correre il rischio di divenire autobiografici. Al­lora, insieme a Tallone, si è scelto sin da subito di cambiare registro: cercando di innalzare il livello della scrittura. Perché scrivere dei “noir” non è facile: chi li scrive sa già come andrà a finire, occorre allora un lavoro di pianificazione che sappia svelare poco alla volta la storia al lettore. Cercando però di cogliere la sua attenzione: se non si è riusciti a farlo entro la quarta pagina, allora l’obiettivo è già perso».
È chiaro come la brillante carriera dell’ufficiale possa aver fornito spunti su cui lavorare e ragionare: «Spunti che però devono essere filtrati nello stile e nella scrittura, proprio per migliorare la qualità della letteratura investigativa. Citando l’allora quotidiano “La Notte”, in queste storie occorrono le tre “esse”: sesso, sangue e soldi. Ci siamo confrontati con questi temi, ma abbiamo cercato sempre soluzioni raffinate, e legando tutto in scenari realistici come la Torino in cui sono ambientati questi libri».
“Testa fina”, come si dice da queste parti, quella di Carillo, che il presidente Borsalino, cogliendo anche gli stimoli della socia rotaryiana Liliana Allena (appena riconfermata a capo del­l’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba), ha voluto pubblicamente ringraziare per il suo apporto dato nel corso degli anni all’intera kermesse: fornendo essenziali e fondamentali coordinate per garantire livelli d’eccellenza alla kermesse a partire dal suo fulcro, il “tuber magnatum Pico” che è peculiarità ed “unicum” da tutelare, oltre che biglietto da visita per l’intero territorio.