L’antica via Roma a Fossano, nota a tutti come via Maestra si snoda rettilinea nel cuore della città: affiancata da un percorso di portici, alcuni medievali, è luogo di passeggio e di incontro nelle rinomate pasticcerie locali e nei suoi negozi storici.
Sulla strada si affacciano alcuni dei palazzi nobiliari più eleganti, tra cui quello dei nobili Celebrini della Predosa, con la facciata decorata a stucchi. È un palazzo del primo ‘700, come indicano le sovrafinestre del primo piano.
La volta del primo piano è stata tagliata e ribassata per ottenere degli alloggi. Invece delle finestre, al secondo piano c’erano degli ovati, quindi la struttura è stata stravolta. Anche l’interno è stato ritoccato, soprattutto il cortile, il cui fondo originale aveva tre arcate, una fontanella al centro e di lato due pareti costruite da un insieme di pietre su cui correva l’edera.
Altrettanto pregevole il Palazzo dei nobili Pittatore, risalente al ‘500. Il complesso originario era di due palazzi separati da una rittana su cui sbucavano le fogne a cielo aperto, quindi andava da via Barotti a via Falletti, ma il palazzo vero e proprio è quello verso via Falletti. Granai nel sottotetto testimoniati dagli ovati. Vi abitava Giuseppina Falletti; ma era anche la casa degli eredi dei Barotti, imparentati coi Falletti. A caratterizzare l’edificio i due cortili: quello padronale e quello delle scuderie. In facciata l’affresco del beato Oddino è stato rifatto usando un’immagine del beato e cancellando del tutto l’antica edicola.
Lungo via Roma si incontra anche il Palazzo Tesauro di Meano con splendide volte e sovrapporte, mentre all’ultimo piano dell’edificicio le colonnine testimoniano un antico loggiato.
Poco oltre, il Palazzo Daviso o dei conti Bava di San Paolo. Situato in via Roma angolo via Merlo Grosso il complesso vide i lavori di edificazione nel 1700, ma la struttura è molto più antica, come testimoniano i dipinti a tempera emersi sulla facciata dell’antico Casolare, di mano anonima, ma realizzati verso l’inizio del ‘600 dietro ispirazione di Emanuele Tesauro. Si tratta di uno degli edifici più rappresentativi di Fossano. Dopo la morte del conte Emanuele Bava, è stato acquistato dai conti Daviso. Due i pregevoli cortili: quello più autentico del casolare, è del ‘500 ma è stato rimaneggiato nei secoli ed è stato ridisegnato nel ‘700, quando Emanuele Bava decise di realizzare su via Roma i saloni di rappresentanza.
Il disegno della parte di edificio rivolta a Nord sono opera dell’architetto Gallo, mentre verso via Merlo i lavori seguono il progetto del Vittone. Sulla parte centrale pochissime notizie attendibili: di certo solo le informazioni che riguardano la direzione dei restauri verso la metà del ‘700 appartenenti alla scuola del Beaumont. La facciata, ora austera, trenta anni fa vide cancellato il rosone in stucco che stava sopra l’ingresso, via d’accesso al Casolare.
In posizione centrale, circa a metà di via Roma, dominano la piazzetta del duomo il palazzo del Municipio, i cui lavori iniziano nel 1784 per opera dell’amministrazione Comunale. L’edificio originario aveva una torre (la bicocca), andata a fuoco alla fine del ‘600.
I lavori di restauro furono diretti dal Quarini, che ampliòla struttura originaria. Quello che vediamo oggi è l’unione di tre palazzi distinti: l’antico palazzo comunale finiva con la Sala Rossa; lo Stato Civile invece apparteneva alla casa del Monte di Pietà.
La sala rossa è sta dipinta tra il 1795 e il 1810 da un anonimo: i documenti in archivio tra la fine del ‘700 e gli anni venti del 1800 sono andati in gran parte perduti in epoca napoleonica. L’autore di queste tempere sembra essere Bagnasco, lo stesso che dipinse la sacrestia di San Filippo: nella sala infatti sono conservati quattro medaglioni rosa con dei bellissimi paesaggi; mentre nella sacrestia ce ne sono di analoghi, declinati nelle tonalità del verde.
Il palazzo del Municipio contiene due pregevoli dipinti: la Madonna con Bambino tra Santa Brigida e San Giovenale (proveniente dall’antica cattedrale) e i Santi e i Beati fossanesi offrono Fossano alla Madonna su un piatto d’argento (dipinto offerto dalla famiglia Ferrua, in origine stendardo).
Notevolmente interessanti anche le sovrapporte con scene di vita fossanese (vita di Santa Chiara, Liberazione della città dai nazifascisti…), realizzate dal Gambotti nel 1970.
La via principale di Fossano racchiude altri tesori come il Palazzo del Comandante di Città, poi Monte di Pietà ed oggi sede della Cassa di Risparmio di Fossano Spa e dell’omonima Fondazione, il quale conserva, oltre alle decorazioni d’interno del XVIII secolo, una considerevole collezione d’opere d’arte, dal Rinascimento al Barocco, nonché gli affreschi medievali salvati dagli edifici sacri ormai irrecuperabili.
Via Roma è la via dello shopping, del passeggio, dei caffè e delle storiche pasticcerie, ed inoltre ogni mercoledì mattina si trasforma in isola pedonale per accogliere il plurisecolare mercato, colorato, variegato, sempre godibile come in buona parte delle cittadine della nostra provincia.