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Arma, il centenario ai tempi del Covid

Il 5 giugno del 1814 la fondazione, nel 1920 la prima festa dei Carabinieri “sul campo”

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Nei giorni scorsi l’Arma dei Cara-binieri ha celebrato il 206° anniversario della fondazione, ancora più significativo perché è coinciso con il centenario della concessione della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera di Guerra dell’Isti-tuzione, per il valore dimostrato e il sangue versato durante il primo conflitto mondiale. Era il 5 giugno 1920 e da allora in questa data si celebra la Festa dell’Arma, nata come “Corpo dei Carabinieri reali” il 13 luglio del 1814.

Un contributo prezioso quello offerto dall’Arma in questi difficili frangenti, come nell’ordinario contrasto a ogni forma di criminalità, reso con abnegazione silenziosa, spesso mettendo a rischio la propria incolumità. Fin dalla sua nascita l’Arma dei Carabinieri è al fianco degli italiani per garantire loro sicurezza e prossimità attraverso la capillare diffusione sul territorio delle oltre 4500 stazioni e tenenze territoriali, alle quali si aggiungono le circa mille stazioni forestali, e contribuisce alla tutela di interessi collettivi attraverso l’impegno dei reparti specializzati.

Per far ciò, ha spesso adeguato la propria struttura organizzativa, mantenendosi saldamente ancorata ai propri valori. In quest’opera di continuo rinnovamento cento anni fa nascevano la scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, i Battaglioni Mobili e la Banda musicale dell’Arma.

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un messaggio indirizzato al Generale Nistri, ha rivolto l’augurio più fervido degli italiani a tutti i Carabinieri, sottolineando la dedizione dimostrata in questo periodo particolarmente difficile che «ha confermato quel rapporto di naturale fiducia con la gente».

Lo spirito di sacrificio dei militari dell’Arma è testimoniato anche dall’elevato numero di contagiati e di deceduti registrati nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria: lo ha sottolineato il Capo dello Stato, che ha voluto esprimere la vicinanza e la riconoscenza della Repubblica ai caduti di ogni tempo e ai loro familiari. Del resto, essere in prima linea e al servizio delle persone significa proprio questo: mettersi in gioco per una causa comune, con la consapevolezza di dover mettere a rischio anche la propria vita.

A Cuneo, considerata la particolare situazione legata all’emergenza sanitaria da Covid-19, la celebrazione si è svolta in forma ridotta nella caserma Gonzaga nel capoluogo della Granda. È stata una breve cerimonia di commemorazione dei caduti alla presenza della massima autorità provinciale, il prefetto di Cuneo Giovanni Russo e del colonnello Pasquale Del Gaudio, co-mandante provinciale dei Carabinieri di Cuneo.
Nella circostanza sono stati resi gli onori ai caduti ed è stata deposta una corona al cippo eretto in loro memoria.

Questa ricorrenza è stata anche l’occasione per fare un punto della situazione su quello che è stato l’impegno dei Carabinieri che operano nella provincia di Cuneo in coincidenza con l’emergenza sanitaria per il virus; in particolare nel periodo tra giugno 2019 e maggio 2020 i reparti dipendenti hanno svolto oltre 46.700 servizi preventivi durante i quali sono state controllate 197.581 persone e 147.000 mezzi, perseguito 12.647 reati, segnalando all’Autorità Giudiziaria 4.727 autori di reati e tratto in arresto 423 persone.

Nel corso degli ultimi dodici mesi sono stati anche conferiti alcuni riconoscimenti ai Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo che si sono distinti in particolari operazioni di servizio.

BaNNER
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