«Un festival agile, pronto a reinventarsi»

Paola Farinetti preannuncia l’edizione 2020 di “Attraverso festival”, prezioso anche per la promozione del territorio

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“Attraverso”, il festival diffuso che da cinque an­­­­ni illumina le colline del basso Pie­monte con incontri e concerti è previsto, come sempre, per la fine dell’estate. In questo periodo straordinario si prepara a trasformarsi senza cambiare la propria anima. «O­ra più che mai servono ottimismo, attitudine alla resistenza e agilità», sostengono le ideatrici e di­rettrici Paola Fa­ri­netti, di Pro­duzioni Fuorivia, e Si­mona Ressico, di Hiroshima Mon Amour.

Paola Farinetti, con quale spirito vi apprestate a organizzare questa edizione del festival?
«Noi siamo ottimisti. Il nostro festival è un evento di media grandezza e che predilige da sempre gli spazi aperti ed è, per sua natura, agile. Le scenografie sono poco strutturate, gli in­contri molto partecipati ma raccolti, senza la necessità di complesse organizzazioni logistiche. Da sempre siamo abituati a muoverci in oltre trenta comuni, su tre province, in luoghi che vanno dal parco naturale al grande giardino di una villa storica, per cui questa flessibilità ci permetterà di adeguare gli spettacoli alle nuove nor­me di sicurezza mantenendo invariata la qualità degli incontri».

Qual è il valore aggiunto di “At­tra­verso” in un anno così eccezionale?
«Il nostro festival, creato insieme al territorio, può es­sere la ri­sposta al bisogno diffuso di so­cialità e sarà anche uno stru­men­to di comunicazione e promozione turistica per que­sti paesi. L’intento è quello di ab­battere le barriere invisibili tra le diverse province e promuovere lo spostamento di persone delle grandi città verso queste colline. Il partecipare agli spettacoli, magari fermandosi per cena o prenotando un hotel per il fine settimana, incentiverà l’atteso turismo di prossimità».

Come cambieranno gli spettacoli per rispettare le nuove norme di sicurezza?
«Non troppo, alcuni luoghi simbolo del festival sono già perfetti: l’auditorium di Monforte, il Bel­ve­dere di La Morra, il Parco naturale Capanne di Mar­ca­rolo, ad esempio, sono decisamente spaziosi. Per essere più precisi attendiamo direttive chiare a li­vello nazionale, per poter rimodulare gli incontri garantendo la salute pubblica. La capienza do­vrà essere drasticamente ridotta, con una conseguente diminuzione delle en­trate, d’altra parte la preparazione tecnica per garantire la sicurezza farà salite i costi. Da questo punto di vista siamo fiduciosi riguardo al sostegno da parte di tutti gli enti coinvolti, sia dal punto di vista politico sia economico. Verso fine mese il Go­ver­no dovrebbe esprimersi e a quel punto la Re­gione Pie­mon­te dovrà decidere se la cultura rappresenta una priorità, ovvero se non interrom­pere tutti gli spettacoli estivi e da­re invece un segnale di spe­­ranza. Se sceglierà questa via, noi saremo pronti a rispondere».

“Attraverso festival” nasce in sinergia con le amministrazioni. Sono pronte a questa sfida?
«I nostri partner ci sosterranno nell’organizzazione della nuo­va versione de­gli incontri. Sarà un appuntamento rimodulato ma fondamentale per generare speranza e tenere accesa la fiammella della cultura».

Il vostro festival abbina spettacoli a tradizione culinaria e dei piccoli produttori. Man­terrete questa formula quest’anno?
«Vorremmo che questo aspetto rimanesse perché intrinseco nell’anima di questi incontri, troveremo delle soluzioni per riorganizzarci in sicurezza».

Le edizioni passate ci hanno abituati a grandi ospiti. Ci può anticipare qualche nome?
«Si inizia da Erri De Luca e Gnu­Quartet con il progetto speciale creato per “Attraverso”, “Mon­ta­gne e Re­si­stenza”, nel Parco na­­turale Ca­panne di Mar­ca­rolo, do­ve si consumò l’eccidio partigiano della Benedicta. Neri Mar­coré presenterà invece tra No­vel­­lo e Casale Monferrato uno spettacolo dedicato a Gian­maria Te­sta».

Durante la quarantena, cultura e spettacolo hanno dimostrato di essere un pilastro della no­stra vita. Cosa cambierà in futuro?
«Molti artisti, benché la loro sia u­na tra le categorie più colpite, in questo periodo han­no of­ferto di­rette e spettacoli in “streaming” gratuiti. D’al­­­­­tra par­te, pe­rò, non ci si può a­spettare che la lo­ro arte e il loro ingegno non ven­gano re­tribuiti, sarebbe co­­me chiedere al pa­nettiere di re­galare il pa­ne. Bi­sogna proteggere questa categoria iniziando a con­­si­de­rar­la al pari degli altri settori produttivi. Chi genera quell’ar­te che ci ha consolato, aiu­­­tato e te­nuto compagnia in questi giorni difficili de­ve essere mes­so in condizione di so­­prav­vi­ve­re e di continuare ad ac­com­pa­gnarci. Per questo, nella ge­­stio­ne dell’e­mer­­genza, tu­te­lare il comparto artistico sarà u­na di­mo­stra­zione di lungimiranza, un investimento per il futuro».

Perché è importante portare in scena il festival quest’an­­­no?
«Per dare una risposta al bisogno di socialità che sentiamo tutti forte, dopo la quarantena. E per mantenere una fiammella accesa, una candela, in un periodo così buio. E, non ultimo, per aiutare a promuovere il nostro territorio, inondandolo ancora di bellezza».